Siamo alla frutta. O forse no.
La città ha bisogno di partecipazione, di una cittadinanza attiva, attivissima, di vedere tutte le organizzazioni civiche chiedere e pretendere trasparenza
I risultati e il grande
“cambiamento” avvenuto domenica 8
giugno 2014 in questa città sono ancora sotto gli occhi di tutti –
stupiti e attoniti quelli di coloro che mai avrebbero ipotizzato una
vera alternanza a Perugia; felici, altri, per un rivolgimento da cui
si attendono quelle soluzioni e innovazioni che le ultime
amministrazioni, seppure sollecitate da più parti della società
civile, hanno evitato di intraprendere tergiversando con la facile
formula dei “tempi magri” e con la solita latitanza di un potere
sempre concepitosi inamovibile, e quindi perpetuo. Ben venga dunque
questo Cambiamento, pur se esso porta con sé una conseguenza amara
per molti di noi: la nostra città governata dalle destre riunite,
destre che per di più possono fregiarsi di alleanze con istanze
civiche rappresentate da alcuni piccoli gruppi e liste di cittadini.
Fazioni dalle scelte un po’ equivoche, queste ultime, create
all’ultima ora per ragioni che in alcuni casi appaiono poco (o
assai) comprensibili, fondate da persone che dopo aver combattuto per
anni contro gli sfasci delle politiche neo-liberiste anche in questa
città, hanno poi scelto di allearsi al ballottaggio proprio con
quelle forze politiche che a livello nazionale hanno fatto della
liberalizzazione, dell’edilizia selvaggia e del condonismo
le loro parole d’ordine e il loro progetto politico.
Non vogliamo comunque giudicare
il nuovo governo del Comune prima di vederlo all’opera. Speriamo
però che Perugia abbia anche altre energie da mettere in campo a
fianco a questo tipo di politica, quelle energie che sappiamo
esistere, che spesso si inabissano come fiumi carsici ma che poi
sanno riaffiorare. E in questi giorni di smarrimento molti hanno
infatti dichiarato l’intenzione di rimboccarsi le maniche, di
rimettersi in gioco, insomma di fare qualcosa. Lo scriveva su questo
giornale pochi giorni fa Maurizio Giacobbe, che dichiarando il suo
rifiuto di votare per questo o quello dei due contenenti al
ballottaggio, proponeva invece “la costruzione di un gruppo di
pressione che non lasci campo libero alla prossima giunta; che sappia
controllare ma anche proporre; che sappia verificare la correttezza
delle operazioni e sostenere un’inversione di tendenza rispetto
alle scelte assunte in passato; che sia espressione della volontà
dei cittadini, non della loro paura di finir peggio”, ribadendo
tutta l’importanza che a tal riguardo può avere la richiesta della
massima chiarezza sul bilancio comunale. Anche Renzo Zuccherini, tre
giorni fa, ricordando alcuni dei nodi problematici lasciati insoluti
da Boccali & c. concludeva il suo intervento con un ammonimento
rivolto alle scelte del nuovo consiglio comunale: “Staremo a
vedere. E non certo in silenzio.”. E Zuccherini diceva anche
un’altra cosa importante, che ci chiama in causa come cittadini,
riuniti o meno in associazioni: “una riflessione va fatta sul
futuro dei movimenti e delle associazioni che in questi anni hanno
contrastato, talvolta con successo, le scelte più deleterie e
impattanti delle vecchie amministrazioni”. Ecco, noi di IdeAzioni
Civiche siamo appunto una di quelle realtà che in questi due ultimi
anni hanno provato a contrastare certe scelte deleterie
dell’amministrazione comunale. Lo abbiamo fatto, notoriamente,
battendoci contro l’uso delle stoviglie di plastica nelle mense
delle scuole del nostro Comune, chiedendo all’Assessore – di (scarsa) gloria, come chi si è scelta questa
collaboratrice per la sua Giunta – controlli e verifiche su questo
e su altri aspetti della refezione scolastica. Lo abbiamo poi fatto
chiedendo a più riprese, ma mai ottenendo risposta (se non censure
arroganti e infastidite), dati certi su quanto e cosa i nostri figli
consumano a scuola come alimenti, o sui costi e sulle varianti di
questo servizio, sui rifiuti che produce, ecc. E poi lo abbiamo fatto
invocando in vario modo una politica sensibile e attenta da parte del
Comune al tema della partecipazione, e proprio su questo tema un anno
fa il 14 giugno 2013 abbiamo organizzato una manifestazione,
seguitissima, leggendo per le vie della città passi del ‘nuovo’
statuto comunale nei punti in cui vengono stabiliti i modi della
partecipazione dei cittadini alle scelte dell’Amministrazione, e
poi sottoponendo quegli articoli a un confronto (impietoso) con gli
statuti di altri comuni più virtuosi del nostro.
Tutto questo, sommato al nostro
rifiuto di scendere in campo nelle recenti tornate elettorali pur
ricevendo pressioni da più parti, lo si ricorda non tanto come
vanto, come l’apporsi di medaglie al petto in giorni in cui tutti
ci sentiamo un po’ sconfitti. Vogliamo solo assegnarci qualche
titolo per riprendere le proposte di Giacobbe e Zuccherini e
rilanciarle con forza. Perché questa città ha più che mai bisogno
di partecipazione, di una cittadinanza attiva, attivissima, e
allora ci piacerebbe vedere tutte le organizzazioni civiche
rimettersi in piedi, o continuare a esserlo se già lo sono. Tutte e
tutti ad assediare (metaforicamente) il Palazzo ogni giorno,
controllando chi lo abita ed evitando soprattutto che si abitui al
silenzio dei cittadini. E poi riferire quanto si è scoperto, o
denunciato, o raccontare di buone pratiche messe in atto, e in tal
senso “La Tramontana” potrebbe forse offrire il luogo di un
confronto di queste esperienze, di un incontro tra questi cittadini
attivi, un luogo che potrebbe certamente affiancarsi ad altri, nati
ex novo o resisi disponibili (blog, siti, giornali, redazioni
radiofoniche e televisive locali, ecc.).
Da parte nostra, siamo
ovviamente disponibili a dare una mano in tale direzione: portando
avanti le nostre vertenze con i nuovi referenti in Comune, sostenendo
ogni altra istanza che sia legata al tema della partecipazione,
della trasparenza e della sostenibilità, e cercando a
tal riguardo l’alleanza di quanti, singoli o in gruppo, vogliano
lavorare con noi. Perché si possono perdere battaglie, com’è
noto, ma la guerra per una città migliore non va considerata
perduta. Basta che si voglia passare dal mugugno all’azione, al
confronto, alla pretesa di essere ascoltati. E dunque buon lavoro a
chi tutto questo vuole intraprendere, o vuole continuare a fare.
Roberto De Romanis di IdeaAzioni civiche
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