14/08/2024
direttore Renzo Zuccherini

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Il cambiamento del gambero
L'entusiasmo di tanti ambientalisti per "questo" cambiamento dovrà ora fare i conti con il fatto che essi si ritrovano ad appoggiare un nuovo potere locale, la cui propensione all'ambientalismo è quantomeno dubbia (per usare un eufemismo)


Provo ad elencare alcuni fattori della sconfitta di Boccali (che ha regalato la città alla destra, al di là di ogni aspettativa), in una analisi necessariamente affrettata e provvisoria.

 Facile elencare gli errori di Boccali: l'arroccamento, la difensiva rispetto alla partecipazione, la tardiva presa di coscienza della fine del modello "cemento". Sono le critiche che gli abbiamo rivolto in questi anni; e non è servito che Boccali avesse spinto su alcune buone idee, prima fra tutte la riscoperta della cultura come uno dei centri vitali per la città.

 Ma alla debolezza di Boccali hanno contribuito soprattutto gli attacchi interni, i tiri mancini provenienti dal suo stesso partito e dalla fluida pratica correntizia (cioè di clan) che ormai vi prevale.

 Del resto, a disorientare gli elettori Pd (i veri assenti dalle votazioni di domenica) sono stati gli stessi ondeggiamenti correntizi, come l'improvvisa conversione a Renzi di tanta parte del Pd locale.

 Tra quelli che oggi esultano, in mezzo ai saluti romani, va riconosciuta la capacità di qualcuno (quella che manca a me) di fiutare il vento e saltare per tempo sul carro del vincitore. Ora vedremo alla prova non solo che cosa faranno le destre in tema di sicurezza (loro cavallo di battaglia), ma anche come si comporteranno i probabili neo-assessori ex-civici: hanno voluto stare con Romizi, pur con idee confuse e vaghe, ora giudicheremo dai fatti. 
 
 Tra i fattori della vittoria della destra va messa anche la debolezza dei "grillini" locali, il cui "successo" deriva tutto dalla spinta del loro capo-comico ma a livello locale non hanno espresso una vera proposta credibile: sono stati loro, a ben vedere, a regalare il ballottaggio a Romizi (nel peggior periodo per la destra perugina), restando poi nell'ambiguità di una presunta equidistanza: ma il loro gridare acritico ha spinto il loro elettorato a votare a destra. Contenti loro...
 
 Un ruolo importante, però, e che vorrei sottolineare, ormai è giocato dall'onda mediatica. Solo questa può spiegare tre fenomeni: la ventata renziana col Pd a Perugia a quasi la metà dei voti alle europee, svaniti alle comunali (stante la scarsa comunicatività mediatica di Boccali); l'affermazione del Movimento 5 Stelle, che comunque raggiunge una percentuale notevole per quanto inutile; la forza (a tratti irrazionale) della "voglia di cambiare", senza sapere che cosa e come cambiare, ma solo "contro".
 
 Il ruolo dei media nel descrivere la città si è acuito negli ultimi tempi, accentuando la rappresentazione del degrado e l'esasperazione dei dati (purtroppo reali), senza tuttavia una analisi corretta: vedi i legami del fenomeno "droga" tra consumismo di massa, presenza di criminalità organizzata, speculazione edilizia, ecc. Le riprese tv a mezza luce si sono appuntate su facce inquietanti di tunisini, ma hanno ignorato i consumatori, i collusi, ecc. Ora, ripeto, vedremo la destra come fronteggerà questo degrado.

 Infine, una riflessione va fatta sul futuro dei movimenti e delle associazioni che in questi anni hanno contrastato, talvolta con successo, le scelte più deleterie e impattanti delle vecchie amministrazioni. L'entusiasmo di tanti ambientalisti per "questo" cambiamento dovrà ora fare i conti con il fatto che essi si ritrovano ad appoggiare un nuovo potere locale, la cui propensione all'ambientalismo è quantomeno dubbia (per usare un eufemismo). Frantumata la già frammentata costellazione ambientalista, come sarà possibile continuare a mantenere la mobilitazione sui temi della partecipazione, della riconversione ecologica, della coesione sociale, del valore culturale dell'appartenenza e della filiera ambiente-cultura?

 I nodi sono tutti là, già belli pronti, e si chiamano ad es. Nuova Monteluce, Mercato coperto, Tabacchificio di Ponte Valleceppi, Eurocioccolato... E soprattutto si chiamano servizi sociali, traffico privato e trasporto pubblico, minimetrò, politica dei rifiuti e del recupero, cultura diffusa e di appartenenza, ...
 
 Staremo a vedere. E non certo in silenzio.




Inserito lunedì 9 giugno 2014


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Commenti

Nome: Antonio Fratini
Commento: Tra i "nodi belli e pronti " preparati chissà da chi ?.. aggiungerei: Minimetro, Umbria Mobilità, Ex carcere abbandonato, Idem ex Distretto militare, chiusura e messa in sicurezza discarica di Pietramelina (e quindi Gesenu con vertici con qualche problema di giustizia oltre che di bilancio), ecc. ecc., l'elenco è molto più lungo ... Intanto a Pontevalleceppi proprio sotto il ponte si costruisce una casetta lungo il Tevere... uno spettacolo !!

Nome: Emidio De Albentiis
Commento: Sono francamente stupefatto dai toni livorosi nei confronti di una giunta che non si è nemmeno ancora insediata. L'analisi dei motivi per cui la sinistra ha perso Perugia è carente in più punti. Ne ricordo uno:le pessime prove date dalle amministrazioni Locchi e Boccali in tema di salvaguardia dell'ambiente urbano e paesaggistico.Proprio la presenza in Consiglio di due esponenti civici consentirà alla giunta del neo-sindaco di valutare con un occhio di maggiore riguardo rispetto al passato come porre rimedio alle scelte (talune davvero scellerate) in tema di urbanistica e ambiente. E poi,in chiusura, ancora con destra e sinistra? Ma finiamola di pensare in termini ottocenteschi (o pre-crollo del Muro, se si preferisce), la giunte Locchi e Boccali non hanno espresso alcun operaismo o alcun rispetto per quei valori,la giunta Romizi non sarà automaticamente una filiazione di Mussolini. Morto ormai,per fortuna, da quasi 70 anni

Nome: Giancarlo
Commento: Lo sanno anche i sassi che in un giornale un articolo senza firma o è stato scritto dal direttore o lui lo candivide dalla prima all'ultima riga

Nome: LUCA CIMAROLI
Commento: Per comentare questo articolo vorrei conoscere dapprima chi lo ha firmato (N.d.R.: La Tramontana ha un direttore, che si firma in prima pagina: dunque l'articolo non è anonimo)

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