E lo chiamano cambiamento
Pur di avere un seggio in consiglio, le liste cosiddette civiche si apparentano con i partiti della devastazione ambientale e sociale. Ambigua e un po' ipocrita la posizione dei "grillini"
Barelli e Wagué, pur sconfitti dagli elettori, hanno già imparato le peggiori tattiche politiciste del "turarsi il naso" per cercare di arrivare ad avere un seggio in Consiglio e si sono apparentati con le destre, che a Perugia hanno sempre taciuto sui temi sociali e ambientali e hanno avallato le peggiori scelte delle passate giunte. Infatti, i risultati del primo turno li vedono esclusi dal Consiglio: ma avendo scelto di apparentarsi con la destra, ora sperano di riuscirci, visto che già la Commissione elettorale ha comunicato che, in caso di vittoria del centro-destra, otterrebbero il seggio anche Barelli e Wagué: i quali, pur di sedersi su una di quelle sedie, sono stati pronti a dire che Romizi è il cambiamento. Eppure, il documento d'intesa dei due candidati "civici" con Romizi contiene solo alcuni slogan generici, buoni per tutti gli usi. Così come risultano strumentali e poco convincenti gli argomenti che Barelli porta per giustificare l'apparentamento con la destra, come l'idea di sostituire la patecipazione civica con un Consiglio grande che si dovrebbe riunire nientemeno che una volta all'anno! Nessun progetto o idea è possibile invece cogliere nella "lettera aperta" con cui Dramane Wagué cerca di giustificare l'apparentamento, come del resto vaga e confusa è stata la sua campagna elettorale, dopo anni di totale silenzio e assenza sulle scelte delle giunte Locchi e Boccali, che peraltro Wagué ha sempre appoggiato prima come consigliere di Rifondazione, poi della Margherita, poi come coordinatore comunale del Pd e comunque come iscritto: non ricordiamo infatti, in nessun dibattito pubblico, un suo intervento di dissenso. E a dire che Romizi rappresenti il cambiamento ci vuole un bel coraggio: in tanti anni in cui ha occupato un posto in Consiglio comunale, nessuno ricorda di averlo visto levarsi contro la politica delle varianti, contro le scelte urbanistiche, ambientali e della mobilità che in questi anni hanno privilegiato l'economia del cemento, dell'asfalto, della gomma, delle rotatorie... Sappiamo bene che la destra perugina ha fatto una opposizione di comodo, e comunque ben lontana dalle posizioni ambientaliste; si pensi alla questione dei rifiuti, dell'inceneritore (su cui peraltro spiccava il silenzio di Barelli), alle spese per il traffico privato, ecc. Queste erano le accuse che gli ambientalisti rimproveravano alle giunte di Perugia, ma Romizi dov'era? E dove sono i presupposti del cambiamento radicale, in questi campi, nell'accordo tra Barelli e la destra? Poco chiaro, infine, rimane l'atteggiamento del Movimento 5 Stelle, che non si è schierato per nessuno dei due candidati sulla base della libertà di scelta degli elettori: come se questa fosse minacciata dalle indicazioni di voto, che invece io credo una forza politica ha il compito di dare, e si deve impegnare a dare, per avere il ruolo ed la credibilità necessari, come orientamento che poi ovviamente gli elettori sono liberi di seguire o no. Qualcuno ipotizza che tra le righe i "grillini" spingano a favore della destra: vedremo. Naturalmente non tocca a me dare indicazioni di voto: ma già qualcuno (anche negli articoli che pubblichiamo sulla Tramontana) ha lamentato il fatto che la mossa dei due "civici" lo costringerà a votare per un sindaco che pure ha fortemente criticato, che non ha mantenuto le promesse scritte nelle sue "Linee guida", che ha condiviso in passato scelte e posizioni non certamente di "sinistra". Bel risultato davvero. Rimane l'amarezza per l'assenza di una vera forza di alternativa, per la debolezza e la frantumazione delle correnti civico-ambientaliste, per il personalismo che prevale sul desiderio di reale cambiamento. Non ci rimane che continuare a insistere sulle tematiche civico-ambientaliste, consapevoli di essere il grillo parlante nel frastuono degli interessi speculativi e dei loro patrocinatori politici.
Renzo Zuccherini
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