E’ di questi giorni la notizia del potenziamento dell’Aeroporto di S. Egidio di Perugia (oggi Aeroporto Internazionale Francesco d’Assisi), in particolare con viaggi settimanali in Israele, Aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv; la compagnia è israeliana. La motivazione, comprensibile e per certi versi apprezzabile, è quella di fornire collegamenti veloci con la Terrasanta, meta di pellegrinaggi multiculturali e multi religiosi, non da ultimo legata, forse o anche, al gemellaggio tra Assisi e Betlemme, Palestina.
Orbene la Terrasanta non è (o non è soltanto) Israele, non fa parte dello Stato (occupante) di Israele, bensì è Palestina; la stessa città Gerusalemme, peraltro divisa e con la parte araba (Al-Quds) anch’essa in parte illegalmente occupata dallo Stato di Israele, è in Palestina.
La Cisgiordania (la Riva Occidentale, o West Bank degli anglosassoni) e i territori palestinesi occupati sarebbero stati dotati pur’essi di un aeroporto, piccolo ma funzionale, nei pressi di Ramallah. A suo tempo fu chiuso e bandito dagli occupanti israeliani che permettono soltanto l’utilizzo dell’Aeroporto di “loro proprietà”: altro sopruso nei soprusi. E potete immaginare le potenziali o reali difficoltà per il soggetto che si debba recare in Palestina (Cisgiordania e/o Gaza) allorché è costretto ad atterrare in territorio israeliano nell’Aeroporto Ben Gurion, ove è attentamente controllato, a volte perquisito, talora non accettato: non a caso i Palestinesi che vogliano tornare nella loro Terra debbono solitamente atterrare in Giordania e da lì, con le note peripezie, raggiungere il loro Paese.
Volevo sottolineare con queste mie note la necessità della correttezza delle informazioni: ben venga perciò un collegamento con la Terrasanta, ma che sia specificato che il collegamento è tra Perugia e Gerusalemme (o Tel Aviv), tra l’Umbria e la Palestina, non con Israele, o, se proprio si vuole, anche con lo Stato di Israele.