Il carciofo di Gerusalemme nel diabete, colesterolemia ed uricemia
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute n.9 - 2/2009
Parente del girasole,
questa pianta dai bei fiori gialli colora le campagne in autunno.
Esso cresce spontaneo in Umbria e ciò significa che è
particolarmente ben adattato al nostro clima e ne riverbera le
energie. Consigliamo di valorizzare questo tubero nella dieta dei
sani e dei malati. Perché la piante che ti cura, spesso, nasce nel
tuo giardino.
L'Helianthus
tuberosus, conosciuto anche come topinambur o carciofo di
Gerusalemme, è una pianta appartenente alla grande famiglia delle
compositae.
I curiosi che si chiedono
quale origine ha il gustoso tubero in questione, non devono farsi
trarre in inganno dal nome, infatti il topinambur non è originario
di Gerusalemme né del Medio Oriente, ma del Nord America.
Il topinambur come
d’altronde il suo parente stretto Helianthus annuus o girasole era
già largamente coltivato in epoca precolombiana e venne poi usato in
tutto il mondo per la sua radice commestibile, poi soppiantata dalla
patata.
E’ una pianta
molto vitale che fiorisce a fine estate,
che predilige terreni umidi
e conquista terreni vicini ai corsi d'acqua
e alle zone irrigue.
I tuberi di topinambur si
raccolgono in inverno,
sono molto nutrienti e la cottura
è simile alle patate. Nella cucina piemontese
sono tipici con la bagna
càuda e la fonduta,
ma possono essere consumati anche al vapore, lessi, fritti o al
forno.
Grazie al contenuto di
inulina
sono un alimento molto indicato nella dieta di persone diabetiche in
quanto l'inulina funziona come riserva di carboidrati (in
sostituzione all'amido)
indipendentemente dall'insulina.
L'inulina è costituita da una catena di molecole
di fruttosio
terminanti con glucosio.
A seconda della stagione della raccolta la lunghezza delle molecole
di inulina varia e quindi la loro solubilità. Il Topinambur passa
per lo stomaco
ed il primo tratto dell'intestino senza venire digerito,
solamente nell'ultimo tratto dell'intestino sono presenti dei
"bifido" batteri e dei lattobacilli in grado di rompere le
sue lunghe molecole
il cui carattere fibroso ha un effetto molto positivo sulla flora
batterica. Il tubero inoltre è ricco di sali
minerali ed in particolare potassio,
magnesio,
fosforo
e ferro
come pure di selenio
e zinco
ed è da sempre conosciuto per le sue doti anti-colesterolo e per
stabilizzare la concentrazione dello zucchero
del sangue e dell'acido urico.
Occorre sempre scegliere
Topinambur biologico perchè è il più adatto all’alimentazione
umana poiché il tubero, immagazzinando le sostanze disciolte nel
terreno, potrebbe assorbire anche i fertilizzanti e i pesticidi
impiegati nella sua coltura o in quelle circostanti.
È una pianta perenne, il
cui organo di sopravvivenza è un tubero. I suoi lunghi steli possono
arrivare ad una altezza di tre metri. La fioritura è molto
caratteristica e avviene a fine estate, con la comparsa di molti
fiori giallo oro simili a piccoli girasoli. Terminata la fioritura la
pianta si secca, ma in primavera
dai tuberi
nasceranno i nuovi getti. Le foglie sono lunghe e molto ruvide.
In inverno, una volta
seccata la parte aerea della pianta, sarà possibile raccogliere i
tuberi, lasciando quelli più piccoli a continuare la coltivazione
(che può avvenire per molti anni sullo stesso terreno senza
problemi).
Da anni i topinambur si
sono stabiliti come una presenza benefica ed esteticamente gradevole
nell’orto della nostra azienda in Umbria. Il mio consiglio è
quindi: mangiate topinambur e piantatene i tuberi se disponete di un
orto familiare, anche in posizioni marginali, purché soleggiate e
abbastanza umide. La pianta, infatti, è molto rustica e le cure si
limitano alla piantagione, alla raccolta e se proprio volete dei
tuberi giganti ad una concimazione con letame maturo ogni due anni!
Ne parliamo giovedì 19
febbraio, alle 18.00 presso LeViedellaSalute, via Cortonese 66/A a
Perugia
Nicola Carfagna
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