Io e l'ambiente: ''due ma non due''
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute n.9 - 2/2009
Il
Buddismo Mahayana ( maha = grande; yana = veicolo), insegnato da
Nichiren Daishonin, propone una spiritualità applicata alla vita
quotidiana. Daisaku Ikeda, filosofo e scrittore, presidente della
Soka Gakkai (l’organizzazione buddista che promuove la diffusione
dell’insegnamento di Nichiren Daishonin e che lavora per la pace
nel mondo attraverso il dialogo) sostiene che “il buddismo mahayana
affronta il mistero della vita spiegando la relazione fra la vastità
del cosmo e la profondità dello spirito umano” (D.Ikeda 1982). Il
buddismo mahayana, infatti, riconosce all’essere umano un’infinita
potenzialità chiamata “vera identità positiva” e fornisce un
mezzo per manifestarla e quindi usarla per affrontare e superare le
sofferenze della vita. La teoria assolutamente rivoluzionaria che sta
alla base della pratica buddista è che ogni essere umano possiede
uno stato vitale illuminato, definito Buddità, che tende verso il
raggiungimento di una felicità vera, profonda e assoluta, la quale
va al di là delle circostanze negative che si possono incontrare nel
corso della vita. Questo stato permette di affrontare e superare le
sofferenze, stimolando e rafforzando le nostre infinite capacità,
che a volte restano latenti e che spesso non crediamo di avere. Il
Buddismo è nato per rispondere all’esigenza di tutti gli esseri
umani di comprendere come superare le sofferenze e vivere
un’esistenza realizzata e soddisfacente. La visione buddista della
salute propone i principi di “inseparabilità di corpo e mente”
e di “non dualità di vita e ambiente”.
Lo
scopo principale della pratica buddista è aiutare l’individuo a
sviluppare il suo naturale potere di auto guarigione. Il buddismo di
Nichiren Daishonin suggerisce tre punti essenziali per guarire da una
malattia: andare da un bravo medico, prendere medicine efficaci ed
essere un paziente eccellente. Il processo di guarigione inizia con
il rafforzamento della fiducia di essere in grado di sconfiggere la
malattia, di trasformare il veleno della malattia in medicina. Se
l’atteggiamento è di sconfitta la malattia vincerà sulla volontà
di guarire se, invece, assumiamo un atteggiamento di sfida allora le
possibilità di guarire sono massime. Ci sono crescenti prove
scientifiche di un’intima e inscindibile relazione tra il
funzionamento della mente e quello del corpo: per quanto la mente e
il corpo appaiono superficialmente come due fenomeni distinti, a un
livello più profondo, sono una sola cosa.
Al
principio di inseparabilità di corpo e mente è collegato il
principio di inseparabilità della vita (o dell’individuo) e del
suo ambiente. Il termine giapponese per indicare questo principio è
“ esho funi”. La prima parola è una
contrazione di eho (ambiente) e shoho (l’individuo o
l’io); la seconda parola, funi, significa “due ma non due”
e può essere tradotta con il termine di “non dualità di vita e
ambiente”. Il punto d’appoggio indispensabile per gli esseri
viventi è l’ambiente fisico, che a sua volta trova in loro la sua
ragion d’essere, gli uni presuppongono l’altro e viceversa.
Questo
legame indissolubile, ossia non dualità di vita e ambiente, spiega
che la vita è modellata dall’ambiente e che così come il nostro
ambiente ci influenza allo stesso modo noi lo influenziamo sia
costruttivamente, sia distruttivamente.
Nichiren
Daishonin ha illustrato il rapporto tra l’individuo e il suo
ambiente con l’analogia del corpo e della sua ombra: “l’ambiente
è come l’ombra, l’individuo è come il corpo”. Ambiente e
individuo sono una cosa sola e s’influenzano a vicenda. Il corpo
(individuo) muovendosi trasforma l’ombra e, allo stesso tempo, il
corpo (individuo) è creato dall’ombra. In altre parole,
l’individuo influenza l’ambiente e a sua volta riceve da esso
esistenza e identità. L’essere umano è prodotto e nutrito
dall’armonia e dall’unità di forze diverse, come la forza di
gravità, l’energia solare e il filo della vita materiale che
circonda come una rete tutta la natura. Se l’essere umano non
potesse trasformare il nutrimento e il sostegno che riceve dal mondo
fisico, se non fosse in grado di compiere alcuno sforzo fisico per
assimilarli non potrebbe continuare a vivere. Il buddismo di Nichiren
Daishonin oltre al principio di non dualità tra vita e ambiente
afferma anche il principio della mutua compenetrazione fra la vita e
tutti i fenomeni. “Mutua compenetrazione tra la vita e tutti i
fenomeni” significa che la vita in ogni istante abbraccia il corpo,
lo spirito e l’ambiente. Fra gli scopi della pratica buddista c’è
quello di insegnare a superare la visione ristretta che abbiamo della
vita (di cui l’illusione di un sè staccato dal’ambiente è un
esempio) e di trasformare il nostro “piccolo io”, egoista ed
egocentrico, in un “grande io”, rispettoso della dignità della
vita e compassionevole.
Ne
consegue che l’ambiente nel quale ci troviamo in qualsiasi momento
riflette tutta la nostra vita in quell’istante.
Se
paragonassimo l’universo al corpo umano, ogni essere umano, ogni
animale, ogni elemento presente in natura del nostro pianeta va
pensato come una cellula, allora le società sono gruppi di cellule e
la terra e il sistema solare possono essere paragonati al cuore, al
fegato, ai reni, al naso, alle orecchie, ai denti o al sistema
nervoso del cosmo. Se nel corpo umano qualcosa non funziona, si rompe
un equilibrio e si crea malessere; allo stesso modo se consideriamo
il cosmo come un corpo umano, se qualcosa non funziona si rompe
l’equilibrio cosmico della vita. Nel paragonare l’universo al
corpo umano non possiamo dimenticare le cellule cancerose, che
possono distruggere l’universo come possono causare la morte del
corpo umano. Se l’individuo imparasse a pensarsi come una cellula
di questo corpo umano che è l’ambiente e si chiedesse: “che tipo
di cellula voglio essere?, una cellula che crea armonia e benessere o
una cellula cancerosa, impazzita, che distrugge?”. Le cellule
cancerose lavorano solo per se stesse, producono sostanze tossiche e
corrodono gli organi. Se vogliamo difendere il nostro ambiente, noi
individui, dovremmo evitare di diventare cellule cancerose nel
corpo-ambiente. Attualmente l’inquinamento dell’ambiente e la sua
distruzione costituiscono un serio pericolo, se non impariamo ad
essere in armonia con l’ambiente e a coesistere pacificamente con
l’ecosistema metteremo a rischio non solo noi stessi ma anche ogni
altro essere vivente. Per questo, di fondamentale importanza è il
giudizio etico: cosa possiamo fare? cosa è utile fare? per chi? è
davvero opportuno? E’ necessario riflettere, ragionare e agire in
termini di sviluppo sostenibile, di visione globale, di etica
ambientalista. Come affermava il maestro buddista Josei Toda , il
buddismo pone l’umanità e non lo stato al centro di tutte le cose,
una causa veramente nobile è quella di chi si dedica al genere
umano. L’ideale può essere condensato in questo: la realizzazione,
per tramite un pacifismo assoluto, di una società costituita da
persone illuminate. La base di tutto sono le persone: “non esistono
terre pure e terre impure di per se, la differenza sta unicamente
nella bontà o nella malvagità della mente delle persone” Se la
mente degli esseri umani é impura anche la loro terra è impura, ma
se la loro mente è pura anche la loro terra lo è. Il senso di
responsabilità è di fondamentale importanza, così come la pratica
della non violenza, riscoprire la dignità e la sacralità della vita
e rendere ciò come asse intorno al quale articolare la riforma
interiore di ogni essere umano. Un’ etica di sviluppo sostenibile
esige profondi cambiamenti nella mentalità e nel comportamento,
praticare la solidarietà rispettando le differenti responsabilità
dei singoli, dobbiamo comprendere e praticare l’interdipendenza e
acquisire il senso della moderazione imposti sia dai limiti delle
nostre risorse e dalle esigenze dell’ecologia, sia dalla giustizia.
Dobbiamo imparare la collaborazione fra noi e le altre forme viventi,
condividere responsabilità in un ottica di sinergia e azione
collettiva. Riconoscere il diritto alla vita, promuovendo un
educazione ambientalista.
Il
buddismo vede l’umanità come una parte della natura, sostenendo e
confermando la nozione di bioetica. Dal momento che ogni individuo è
connesso a tutto ciò che esiste nell’universo, il destino del
nostro pianeta è influenzato dalle singole azioni individuali. Il
buddismo non fa alcuna distinzione fra l’essere umano e l’ambiente
in cui esso vive, con il suo concetto di interconnessione di tutte le
forme di vita in una complessa rete, fornisce un inquadramento
intellettuale e spirituale alla coscienza ecologica. Sviluppare
rispetto e compassione per il valore della propria vita e per quella
degli altri. Secondo la visione buddista ogni essere umano possiede
il potenziale per realizzare la felicità propria e quella degli
altri. Dentro di noi abbiamo la capacità di vivere con coraggio, di
avere relazioni appaganti, di godere di buona salute, di mostrare
compassione per gli altri e di affrontare e superare i nostri
problemi più profondi. Per vivere questo tipo di esistenza,
l’individuo deve intraprendere una trasformazione interiore, una
“rivoluzione umana individuale”. Una rivoluzione umana è una
trasformazione profonda dei principi che stanno alla base di una
visione del mondo, una rivoluzione è un processo che cambia il
mondo, un mondo in cui prevalgano valori importanti per l’essere
umano, un mondo in cui le scelte siano orientate a produrre il
benessere di tutti e dove ciascuno fornisce e trova nell’altro un
sostegno, un mondo ecologico in cui non si sacrifichi l’ambiente
allo sviluppo. Secondo il maestro buddista Tzanesaburu Makiguchi ogni
individuo può e deve creare valore nella propria vita. Un aspetto
importante della creazione di valore, per Makiguchi, era lo sviluppo
di un equilibrio armonioso tra valori individuali e sociali
ottenibile attraverso l’educazione alla creazione di valore. Lo
scopo della vita non è altro che la realizzazione e la creazione del
valore che è in se stessa felicità.
Quanto
riportato in questo articolo è stato interamente tratto da:
Ikeda
Daisaku (1982), La vita mistero prezioso, Sonzogno, Milano
Hochswender
Woody; Martin G.; Morino Ted (2001), Il budda nello specchio,
Esperia, Milano
Gli
Scritti di Nichiren Daishonin Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai
Dayle
M. Bethel, (2006), La creazione di valore vita e pensiero di
Tzanesaburu Makiguci, Esperia, Milano
D.Ikeda; R.Simard; G Bourgeault (2004),
L’essenza dell’uomo, dove si incontrano etica medicina e
spiritualità, Sperling & Kupfer Editori
Di
Benedetto Maurizio a cura di (2006) Il buddismo di Nichiren
Daishonin, Esperia, Milano
Buddismo e Società, per la pace la
cultura e l’educazione n. 132, 2009
Maria Palmieri
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