Comitato scientifico Equivita, relazione annuale
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute n.9 - 2/2009
Notiziario
n° 18 del Comitato Scientifico. Una
ricerca scientifica che rispetti il creato e gli animali, preservi
l’ambiente ed i geni.
di
Fabrizia Pratesi
Roma,
gennaio 2009
In un momento di crisi così profonda come quella
economica, energetica, ambientale e climatica che investe oggi il
mondo intero, è più difficile degli altri anni, per me, scrivere
questo Notiziario usando il mio abituale ottimismo, quello necessario
a portare avanti gli ideali che ci siamo prefissi e che oggi è più
che mai indispensabile perseguire. Eppure ritengo che possiamo,
usando molto coraggio e una visione proiettata nel futuro, vedere
questa crisi come un evento positivo: vederla come un’indispensabile
fase di transizione, come un’occasione, unica quanto rara, di
cambiare infine il mondo.
I nostri leader politici hanno
creduto fino ad oggi di poter governare il pianeta sposando le
richieste dei poteri economici, adottando l’ideologia neoliberista
(che io chiamerei “legge del più forte”) e quella delle
privatizzazioni, in cui tutto - dai beni comuni (come l’acqua, le
piante e gli animali), fino ai servizi sociali (conquistati dai
cittadini con secoli di lotte in difesa dei diritti umani) - doveva
essere trasformato in merce di proprietà privata e doveva creare
profitto. Questo ha favorito solo un’esigua minoranza, la cui
ricchezza aumentava, mentre altrove cresceva a dismisura la povertà.
Alcuni hanno creduto, in buona fede, che lo sviluppo tecnologico ed
economico, pur se incurante dei danni ambientali e sociali
(rimediabili dopo… essi dicevano) avrebbe aiutato la democrazia ed
il benessere generale.
Ma oggi anche i nostri leader hanno
scoperto che il danno fatto ai tanti, più deboli, si è trasformato,
quale gigantesco boomerang, in danno fatto a tutti. Oggi sappiamo che
solo un’inversione di rotta a 180 gradi potrà frenare la crescita
della disoccupazione e della fame (pure nei paesi ricchi), potrà
impedirci di assistere, anche nei gelidi mesi invernali, allo sbarco
di migliaia di clandestini in cerca di sopravvivenza sulle coste
italiane … potrà salvarci tutti quanti. Seguendo una sola strada:
una politica ed economia mondiali totalmente rinnovate, basate sulla
giustizia globale e la tutela dei più deboli. La democrazia non
dovrà, non potrà più essere, come dice George Monbiot,
(L’era del consenso)
“confinata nello stato nazionale, bloccata alla frontiera, con la
valigia in mano, senza passaporto …”, ma dovrà essere il
pilastro delle istituzioni internazionali, prima di ogni altra del
WTO (ovvero Organizzazione Mondiale del Commercio, che Susan George
definisce “un cavallo di Troia nella Città della democrazia”). Noi
vorremmo sostituire il WTO con il WSO o “Organizzazione Mondiale
della Solidarietà”…
Ci sostiene in questo pensiero Edgar
Morin, famoso sociologo
francese, che ritiene indispensabile un ritorno all’etica: “Oggi
bisogna cambiare l’egemonia della quantità in favore della qualità
e di beni immateriali come l’amore e la felicità” (la
Repubblica, 29/12/08). “La
cultura materialista, egli dice, avrà un declino inesorabile e sarà
sostituita dalla cultura dell’immateriale, che è anche l’unico
modo che consentirà a tutti di vivere sulla stessa terra”.
In
questo senso, gli ideali per i quali ci siamo sempre attivati
potranno e dovranno subire una spinta positiva. Infatti, anteporre la
difesa della salute pubblica agli interessi delle industrie chimiche,
privilegiare la tutela della biodiversità e il nostro diritto ad una
scelta alimentare naturale rispetto all’espansione degli Ogm voluta
dalle aziende biotech (con il fine di controllare, attraverso i
brevetti, il mercato del cibo) saranno le scelte logiche e spontanee
della nuova visione della nostra società, che già, in qualche modo,
in mezzo a mille difficoltà e contraddizioni, si sta facendo
strada.
Nel corso del 2008 l’impegno di EQUIVITA è
continuato sia sul fronte prioritario della sperimentazione animale
(e quello ad esso strettamente collegato della difesa della nostra
salute dalle sostanze tossiche) che sul fronte, ormai storico, delle
biotecnologie (per frenare l’uso improprio degli Ogm ed i brevetti
sul vivente).
I)
La sperimentazione animale: L’evento
più importante organizzato quest’anno da EQUIVITA (con il
Movimento Ecologico
Nazionale UNA e Animalisti
Italiani), la conferenza
“Vivisezione o scienza:
la verità viene a galla”, si
è svolto nella sontuosa cornice della sala “Pietro da Cortona”
dei Musei Capitolini, in Campidoglio, messa a disposizione per noi
dalla nuova Amministrazione Comunale di Roma (ricordiamo che il
sindaco Alemanno fu, quale Ministro dell’Agricoltura, nostro ottimo
alleato nella lotta anti-Ogm). Nel corso della conferenza è stato
assegnato il Premio Pietro
Croce per l’abolizione della Sperimentazione Animale, 2a edizione
(offerto dal Movimento
UNA e da Animalisti
Italiani). La scelta
unanime della giuria è andata al progetto “Contributo
della Chimica per il Superamento della sperimentazione animale” ,
del Prof. Luigi Campanella,
ordinario di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali e preside
emerito delle Facoltà di Scienze a “La Sapienza” di Roma, oltre
che attuale Presidente della Società Chimica Italiana, “per
avere indicato un filone di ricerca sostitutivo della sperimentazione
animale, che, basato sull’utilizzo di cellule umane in coltura e di
sistemi enzimatici, applica chimica e biologia per fornire
informazioni sicure e veloci sulla tossicità di nuovi composti”.
Il Prof. Adolfo
Panfili, presidente AIMO,
aprendo la conferenza, ha illustrato l’importanza dell’attuale
momento storico per la ricerca, mentre l’Assessore all’Ambiente,
dott. Fabio de Lillo,
lodando tutta la nostra attività, ha promesso per l’anno prossimo
massima accoglienza dal Comune e anche partecipazione concreta al
Premio Croce. Sono poi intervenuti il dott. André
Ménache (direttore di
Antidote Europe), il nostro presidente prof. Gianni
Tamino e la dott. Chiara
Scanarotti dell’Università
di Genova (del gruppo di lavoro della Prof. Susanna
Penco) che, nel riscuotere
la seconda tranche del Premio Croce 2007, ha illustrato lo studio
sulla produzione nel corpo umano delle citochine in presenza di
agenti irritanti. Il neo-premiato Prof. Campanella ha chiuso la
conferenza esprimendo la sua soddisfazione per avere raggiunto un
obbiettivo per lui prioritario: dare
un contributo alla fine totale della sperimentazione animale.
Luigi Campanella ha spiegato che questo metodo di ricerca non è più
considerato valido nei test di tossicità per ben tre ragioni: 1)
come insegnano le nanotecnologie, la risposta differenziale (dunque
delle singole cellule), che può essere studiata in vitro, vale, in
un organismo, più di quella integrale. 2)
Le risposte dei test su
animali sono troppo lente per le odierne esigenze di sicurezza e per
le frequenti situazioni di allarme. 3)
Il trasferimento dell’informazione da un tipo di cellule all’altro
(o da una specie all’altra) comporta incertezza nella
riposta. L’occasione del Premio Croce ci ha permesso anche di
parlare dell’importante Protocollo d’Intesa (MOU) firmato a
Boston il 15 febbraio scorso - in occasione del congresso
dell’Associazione
Americana per l’Avanzamento delle Scienze, AAAS
– dalle tre più importanti agenzie di ricerca e di controllo
statunitensi: il National Institute of Environmental Health Sciences
(NIEHS),
il National Human Genome Research Institute (NHGRI)
e la Environmental Protection Agency (EPA),
per un grande progetto quinquennale di tossicologia cellulare. Con
questa iniziativa, riportata dalla rivista “Science” (15/2/08),
gli USA hanno messo in atto quanto suggerito a luglio 2007 dal
Consiglio Nazionale delle Ricerche (NRC)
con il Rapporto
“Tossicologia del XXI
secolo” (vedi nostro
Notiziario N° 17). “La tossicologia cellulare e tossicogenomica
si basano, ha spiegato Francis Collins, direttore del NHGRI,
sull’osservazione in vitro della reazione delle cellule ad una
molecola. Non servono cavie, ma linee cellulari umane. Si studiano le
reazioni del materiale genetico cellulare dopo avere applicato
– a concentrazioni e per durata di tempo variabili – la sostanza
da analizzare su ogni tipo di cellule (renali, epatiche,
pancreatiche, cerebrali, ecc). Come riporta “Science” (15/2/08),
e come sostiene da sempre uno dei promotori della tossicogenomica,
Claude Reiss, presidente di Antidote-Europe, “l’enorme interesse
di questo metodo sta anzitutto nel suo alto livello di automazione e
di rapidità, che riduce immensamente i costi”. Scrive “Le Monde”
nell’articolo “La tossicologia prepara la sua rivoluzione
cellulare” (19/2/08): “Mentre prima si potevano effettuare in un
anno dai 10 ai 100 test tossicologici (sui roditori), con la
tossicogenomica si possono portare a termine più di 10.000 test in
un solo giorno”. Ciò consente di salvare le vite umane, consente
la vera
prevenzione. Questa richiede infatti l’analisi delle innumerevoli
sostanze potenzialmente tossiche che sono intorno a noi e anche delle
loro tante combinazioni (fino ad oggi impossibili da valutare) che
causano il costante aumento di malattie quali cancro (specie nei
bambini, vedi cover-story “SOS BAMBINI: diossina e tumori”,
l’Espresso 18/12/08),
Alzheimer, Parkinson, sterilità, malformazioni, asma, ecc.
II)
La difesa della
nostra salute dalle sostanze tossiche:
Chi, trascurando strumenti tanto efficaci, continua a valutare la
tossicità sul “modello animale”, ormai da tutti riconosciuto
come poco affidabile, pecca di grande irresponsabilità. Fin dai
primi dibattiti sul testo del Regolamento Europeo REACH (per la
Valutazione e Autorizzazione delle Sostanze Chimiche immesse
nell’Ambiente, già varato il 1/6/07), abbiamo tentato,
organizzando conferenze e conferenze stampa, sia in Italia che a
Bruxelles, di introdurre questo concetto nella legislazione europea
(vedi gli ultimi nostri Notiziarii). Il 12 febbraio del 2008
Claude Reiss (per Antidote Europe) e la sottoscritta (per Equivita)
abbiamo ottenuto un incontro a Bruxelles con il Vice-Presidente della
Commissione Europea, On.
Franco Frattini, che è
stato da noi aggiornato sulle grandi innovazioni avvenute negli USA
con il Rapporto “Tossicologia del XXI° secolo” del National
Research Council. Il Commissario ha prestato la massima
attenzione al tema ed ha promesso di interessarsi al ricorso
presentato da Antidote alla Commissione Europea in merito alla
validazione della tossicogenomica. Per noi è stato importante
anche proseguire, nel 2008, la campagna contro l’uso
improprio degli insetticidi (o pesticidi) e
sostenere gli apicoltori in protesta per la moria delle api.
Malgrado le
tante promesse di una imminente ordinanza contro le disinfestazioni
insetticide, nessuna decisione è giunta dall’assessore
all’Ambiente della Regione Lazio.
Un grazie caloroso va
invece al Sottosegretario
alla Salute del Ministero
del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Francesca
Martini, per la sua coraggiosa
ordinanza contro
i neonicotinoidi usati in agricoltura,
responsabili della recente grave moria delle api. Ci auguriamo possa
proseguire tutelando la nostra salute, anche da altri pericolosi
pesticidi.
III) Sul
fronte degli Ogm e dei brevetti sul vivente.
La nostra attenzione è
stata sempre vigile e siamo intervenuti in molte occasioni, come ad
esempio: a)
Nell’opporci alla
clonazione animale, autorizzata negli USA per gli allevamenti
(“bistecca clonata”). La proposta di questo metodo di
riproduzione nasconde sempre la volontà di avviare una “produzione
industriale” di animali che hanno subito una modifica genetica per
produrre più carne, o più latte, o più lana o altro (la clonazione
non offre vantaggi con le specie tradizionali, mentre è la sola
maniera per conservare inalterati, nella discendenza, dei caratteri
genetici artificialmente introdotti: è dunque necessaria per animali
gm). La clonazione consente dunque, a chi detiene i brevetti degli
animali modificati, di conquistare, attraverso questi brevetti,
l‘immenso settore della zootecnia nel mercato del cibo. Con
ulteriore danno per la sovranità alimentare dei popoli e per la loro
sicurezza alimentare, messa a repentaglio sia per la qualità (è
sempre stato riconosciuto, anche da Ian Wilmut, creatore di Dolly,
che gli animali clonati hanno problemi di salute), sia per la
disponibilità (a causa della riduzione della biodiversità, ovvero
del numero di specie utilizzate). A questo occorre aggiungere che
le “fabbriche di animali” rischiano di aprire il nostro futuro ad
un “Nuovo Mondo” simile a quello descritto da Aldous Huxley, in
cui, una volta strappato il consenso anche alla clonazione umana (di
cui alcuni scienziati già discutono in segreto) alle fabbriche di
animali si aggiungeranno le “fabbriche di bambini”. Ma
fortunatamente l’Unione Europea non ha seguito questa volta
l’esempio degli Stati Uniti ed ha per ora espresso parere negativo
sulla “bistecca clonata”.
b)
Nel monitorare il lavoro
dell’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare,
ripetutamente criticata per i pareri troppo favorevoli alle varietà
di mais e di altre sementi geneticamente modificate.
c)
Nell’opporci all’ormai
ciclico (e ridicolo) rilancio degli xenotrapianti (trapianti di
organi di animale nell’uomo) inattuabili per numerose ragioni, non
ultimo il rischio che con il trapianto, accompagnato sempre dall’uso
di immunosoppressori, i virus sconosciuti, latenti nell’animale,
acquisiscano nuova virulenza e scatenino epidemie incontrollabili
nell’uomo.
d)
Nell’opporci alla
creazione di bambini geneticamente modificati (in UK è stato
approvato il “Human Fertilization and Embriology Bill” ed è già
nata la prima bambina modificata per prevenire un tumore …). Si
tratta di un vero salto nel buio per quanto riguarda l’eugenetica e
il futuro della nostra specie.
e)
Nel dare il nostro forte
contributo (raccolta di firme e organizzazione di una manifestazione
parallela a Roma) a Greenpeace
e No patents on life,
che a Monaco di Baviera hanno protestato il 23 ottobre davanti
all’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) contro i brevetti
rilasciati non più soltanto su piante modificate, bensì anche su
piante convenzionali. Questa
è infatti l’ultima frontiera di una politica detta neoliberista,
ma in verità liberticida, causa
del perenne aggravarsi della fame nel mondo.
Il caso preso in esame è il brevetto già rilasciato dall’EPO sul
broccolo non-gm (EP1069819B1), che è stato impugnato da Greenpeace.
Un giudizio verrà emesso dall’Alta Corte dell’EPO (Corte non
certo indipendente!). Esso fisserà i criteri per i brevetti
sulle varietà tradizionali
…. e potrebbe rappresentare un nuovo passo, molto grave, verso
un’economia internazionale di soprusi, che certamente potrà
aggravare, anziché risolvere, l’attuale crisi economica.
f)
Nell’esprimere
solidarietà, attraverso lettere e raccolte di firme, alla battaglia
solitaria che conduce, all’interno della Commissione Europea, il
Commissario all’Ambiente Stavros
Dimas contro un’apertura
agli Ogm.
Cogliamo l’occasione per dire che il lavoro
recente ed eccellente di Stavros Dimas si è sommato al lungo ed
instancabile lavoro sugli Ogm che il nostro Comitato (già CSA,
Comitato Scientifico Antivivisezionista) ha portato avanti, sin dai
primi anni ’90, insieme a tante altre ONG, grandi e piccole,
riunite in coalizioni e movimenti di scienziati, per informare i
cittadini europei, e poi del mondo intero (in grande maggioranza del
tutto ignari) ed interpretando il loro comune sentire. Riuscendo poco
a poco a far crescere la consapevolezza, e creando in tal modo un
forte movimento globale di dissenso. Facendo
salva la ricerca genetica, utile e necessaria, come pure l’uso
degli Ogm in ambiente confinato e controllato (controllato anche
sotto il profilo etico), il nostro movimento ha sempre energicamente
contestato l’introduzione degli Ogm nell’ambiente, in quanto non
se ne potevano prevedere gli effetti. Ancora oggi questi effetti sono
in grande parte sconosciuti, ma si sono molto spesso rivelati, come
temevamo, dannosi per l’ambiente e la salute. Abbiamo inoltre
sempre messo in evidenza come, sulle comunità più deboli e più
povere, gli Ogm producessero gravi danni economici e sociali, dovuti
soprattutto alle nuove leggi brevettuali che hanno accompagnato la
loro comparsa sul mercato e che privatizzavano il “bene comune”
più importante: la materia vivente del pianeta … Dopo la sconfitta
subita nel 1998 con il varo della direttiva europea 98/44, detta “dei
brevetti sulla vita” (approvata malgrado il nostro CSA e
“Dierenbescherming” avessero ottenuto il ricorso contro di essa
da Olanda, Italia e poi Norvegia), il cittadino europeo riuscì a
farsi riconoscere (quanto meno…) il diritto alla ”libera
scelta alimentare”, ovvero la possibilità di
accedere alle colture tradizionali. Nel 1999 fu approvata una
moratoria di 5 anni all’introduzione degli Ogm. Seguì
l’elaborazione di un intricato sistema di direttive e regolamenti,
per l’etichettatura e la “tracciabilità” degli Ogm negli
alimenti. Pur se la moratoria è durata altri cinque anni, non si
sono mai potute elaborare le indispensabili regole di “coesistenza”
(tra colture tradizionali e quelle Ogm), la coesistenza essendo stata
definita impossibile (a causa del forte potere inquinante degli Ogm)
da tutti gli scienziati, inclusi quelli della Commissione. La
soluzione adottata dall’UE è stata dunque quella di ‘scaricare’
le regole di coesistenza, quale ‘patata bollente’, sui Governi
degli Stati Membri. L’ultimo capitolo, ad oggi, di questa lunga
storia è la riunione del Consiglio
dei Ministri Europeo del 4 dicembre scorso.
Il Consiglio doveva, nel prendere alcune importanti decisioni, dare
risposta alla lunga attesa di autorizzazioni agli Ogm delle aziende
biotech. Malgrado la temuta pressione di Gran Bretagna, Germania (e
loro industrie), il Consiglio dei Ministri, pressato dai nostri
appelli e messaggi (si dice siano stati 70.000!), ha adottato una
linea complessivamente cauta e restrittiva. Questa prevede, tra i
punti più importanti: 1)
La riaffermazione del Principio di Precauzione, con richiesta di
valutazioni molto più severe riguardo ad impatto ambientale e
tossicità per l’uomo, soprattutto per gli erbicidi e per gli Ogm
che, producendo pesticidi, sono da considerare come pesticidi
chimici. 2)
La revisione, per il 2010, delle procedure adottate dall’EFSA. Per
la prima volta vi è anche la richiesta di una valutazione da parte
di scienziati indipendenti e da parte delle ONG, nonchè l’appello
ad una collaborazione e ad un coordinamento tra tutti gli scienziati.
Gli Stati membri avranno in questo un ruolo importante e le regole
più restrittive adottate da uno Stato dovranno essere estese a tutti
gli altri. 3)
L’autorizzazione alle zone Ogm-free (zone che si dichiarano “libere
da Ogm”, che ricoprono già grande parte del territorio europeo, ma
non avevano fino ad oggi riconoscimento dalla UE). 4)
Una valutazione degli effetti socio-economici: questi devono essere
presi in attento esame e produrre “decisioni imparziali”. 5)
Il libero accesso all’informazione per gli scienziati e la
trasparenza per i cittadini. 6)
Un limite delle soglie di tolleranza per presenza di Ogm che non
dovrà superare, nelle sementi, la percentuale rilevabile. Il
temuto colpo di mano di Germania e Gran Bretagna per un'apertura agli
Ogm sembra sventato e possiamo rallegrarci del lavoro fatto. Dobbiamo
tuttavia stare ancora all’erta anziché cantare vittoria … Una
volta affermati i principi, il Consiglio dei Ministri dovrà ancora
completarne, in alcuni casi, le applicazioni pratiche, e la lunga
esperienza insegna che i modi diversi di interpretare la legge
consentono talvolta di far rientrare dalla finestra ciò che si è
tenuto fuori dalla porta …
L’immagine
che a mio parere descrive la nostra situazione, e che deve servirci
da incitamento a continuare, è quella del coraggioso bambino
olandese, di nome Hendrick, che tenne un dito infilato nella falla
della diga e, sopportando al buio, per molte ore, il freddo e la
fatica … riuscì a salvare l’Olanda dall’inondazione.
IV)
Alcune delle altre attività svolte durante l’anno: *
A gennaio e febbraio, una grande raccolta di firme e di lettere con
le associazioni aderenti alla “lista antivivisezione” per fermare
la pdl 2157 Della Vedova, già pdl 5445 Schmidt, oggi ribattezzata
pdl S53 Tomassini, per la modifica della legge italiana 116/92 sulla
sperimentazione animale (vedi sul Notiziario N°14 e 16 le ragioni
del nostro totale dissenso su tale pdl). *
Partecipazione alla straordinaria e molto stimolante conferenza
“Planet Diversity” a Bonn, 4a del ciclo “Ogm free zones”, in
cui la “Foundation on Future Farming” ha esteso il suo sguardo ai
temi di “Biodiversità, futuro del cibo e dell’agricoltura”. *
Consegna a settembre del premio “Scanno per l’ecologia”,
istituito dalla Fondazione Tanturri, a Vandana
Shiva.
Cari
amici, vi abbiamo testimoniato in sintesi un importante lavoro svolto
anche quest’anno. Ma la situazione economica limita, oggi più che
mai, il nostro operato. Gli scarsi mezzi sono il nostro maggiore
nemico!
VI RICORDIAMO DUNQUE CHE LA POSSIBILITÀ CHE AVREMO DI
AGIRE TEMPESTIVAMENTE, IN UN MOMENTO TANTO SIGNIFICATIVO E GRAVE,
DIPENDE DAL VOSTRO AIUTO.
I
contributi ad EQUIVITA si possono versare: -
alla posta:
con un versamento su: c/c
postale n° 88922000
intestato a: “Fondo Imperatrice Nuda, Comitato Scientifico
Antivivisezionista”, Via P. A. Micheli, 62 - 00197 Roma (e non più
l’altro numero di c/c postale) -
in banca:
con un bonifico sul conto BancoPosta n° 88922000 intestato a: “Fondo
Imperatrice Nuda, Comitato Scientifico Antivivisezionista”
(ABI:7601,CAB:3200 - IBAN:IT55 N076 0103 2000 0008 8922 000) -
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per posta a: "Fondo Imperatrice Nuda - Comitato Scientifico
EQUIVITA" via P.A. Micheli, 62 - 00197 Roma (meglio se
accompagnato da telefonata allo 06.3220720, ore 9.00 -13:30)
Vi
ringraziamo di tutto cuore e vi inviamo i più affettuosi auguri per
un felice 2009 ! Per
informazioni:leggete “Notiziari” e “Comunicati” su
<www.equivita.it>
Fabrizia Pratesi de Ferrariis
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