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E questa sarebbe la città a misura di tutti?
E questa sarebbe la città a misura di tutti?
Quando una zona pedonale è inagibile, la chiudono con delle transenne e chi si è visto si è visto
Il principio è semplice e preciso:
“le persone con disabilità in nessun caso possono essere escluse dal godimento di servizi, prestazioni e opportunità ordinariamente goduti da ogni cittadino”. Chi ha amministrato Perugia fino ad ora ha tutelato questo semplice principio civile, culturale e soprattutto morale? Giudicate voi!
Su tutto questo disinteresse generale è visibile anche un altro aspetto della questione: in campagna elettorale nessuno, ripeto nessuno, si perde in questi argomenti. Non pagano! Non sono produttivi per richiamare voti. È un mondo sotterraneo di sofferenza che non è interessante per chi fa politica. Ci scommetterei che se mandassi in giro alla stampa questa mia riflessione, da pochi sarebbe presa in considerazione perché il verme che sta dentro la mela non si deve vedere sennò, la mela, non la compra nessuno!
E si che esistono delle leggi statali ben precise su questa materia (vedi sotto). Da ciò, per essere precisi, i nostri bravi amministratori comunali che cosa hanno attuato di tutto questo?
Sembra una barzelletta ma, purtroppo è la cruda verità: costruendo gli scivoli di accesso ai marciapiedi (si badi bene che il 99,9% ne sono sprovvisti), li hanno fatti talmente inagibili che ci vorrebbe una rampa per accedere alla rampa di accesso del marciapiede! L'ho descritta in questi termini ma la realtà è sconfortante.
Un discorso a parte lo meritano gli anziani. Il decadimento dell'età, purtroppo, è un handicap naturale a cui nessuno si può sottrarre! I “vecchi” vengono presi solo in considerazione quando hanno qualche patologia irreversibile; solo per il semplice motivo che, in quelle condizioni, sono soggetti di mercato che fanno guadagnare.
Alla depressione degli anziani che sono fisicamente sani non pensa nessuno; eppure la depressione è un disagio immenso ed un prologo che porta alla malattia. Ma forse è questo quello che vogliono: malattia=guadagno di mercato, è la sola equazione che interessa?
Per non parlare dei problemi imponderabili: quando succede che una zona pedonale è inagibile (come nella foto di un marciapiede in via dei Filosofi) la chiudono con delle transenne e chi si è visto si è visto perché passeranno dei mesi prima che il danno verrà riparato.
Giampiero Tamburi
Alcune delle norme (puntualmente disattese nella pratica):
Decreto del Ministero per i Beni e le attività culturali 114 del 16/05/2008: linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale.
Legge n. 41 del 28 febbraio 1986 (Legge Finanziaria 1986): Imponeva agli Enti Locali territoriali, allo Stato, agli Uffici periferici dello Stato, agli Enti Pubblici, di dotarsi di un piano per l'abbattimento delle barriere architettoniche e di destinare a tal fine una quota annuale del bilancio d'esercizio;
D.P.R. n. 503 del 24 luglio 1996: Disciplina l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici, con particolare riferimento all'accessibilità diretta ai servizi. Regolamenta anche le soluzioni che la pubblica amministrazione deve adottare per garantire comunque l'accesso ai servizi erogati alla popolazione;
Legge n. 104 del 5 febbraio 1992 (legge quadro sull'handicap): Alcuni commi della legge si occupano nello specifico delle barriere architettoniche, introducendo tutele in diversi campi (sanità , assistenza, scuola, formazione, lavoro, trasporti, giustizia, ecc.).