16/07/2024
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A San Martino in Campo allarme per la Madonnuccia
È questo un grido di allarme perché l’area venga bonificata, la strada asfaltata, il capannone abbattuto e gli affreschi restaurati e conservati finché è ancora possibile

 
Tralasciando le suggestioni legate al mito del Dio Marte, San Martino in Campo appare per la prima volta citato nel secolo XII. Era una delle pievi della bonifica benedettina. Allora il primo nucleo abitativo si sviluppava nel posto dove ancora oggi sorge una chiesetta. A circa 300metri dall’abitato attuale. Verso la campagna. Si tratta di un’architettura semplice, romanica, malamente restaurata in anni passati, ormai quasi abbandonata a se stessa. Ha, però, una sua identità culturale conservando affreschi di scuola peruginesca, attribuiti ad Andrea d’Assisi detto l “Ingegno”. Raffigurano nella parte dell’altare una Madonna adorante il Bambino in una gloria di Cherubini tra i Santi Cristoforo e Bernardino da Siena. Nelle pareti laterali quelli di San Giorgio e il drago e San Martino e il povero. Forse era l’antico oratorio della vecchia chiesa parrocchiale oggi scomparsa. È intitolata alla Vergine Maria con il nome affettuoso di “Madonnuccia” o “Madonnina”. Oggi indicata con l’aggiunta di Ciribifera, dal nome di una vecchia famiglia del posto. Il problema è che tutta la zona è molto degradata: attraversata da una strada in terra battuta ridotta in più parti a mulattiera con fossati laterali a cielo aperto e una vecchia stalla che toglie il respiro al piccolo edificio ecclesiale. Tanto che gli affreschi sono a forte rischio per l’umidità invasiva. Anche l’affresco più significativo riproponente la storia del santo Martino che dona il mantello al povero. Da cui deriva il toponimo. È questo un grido di allarme raccolto tra la gente perché l’intera area venga bonificata, la strada asfaltata, il capannone abbattuto e gli affreschi restaurati e conservati finché è ancora possibile.
 




Lauro Ciurnelli, ambientalista

Inserito giovedì 6 marzo 2014


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