Mario Lodi ci ha lasciato
Diceva che l’istruzione è uno strumento importante per garantire a tutti l’esercizio della democrazia e l’uguaglianza sociale
UNA VITA PER CAPIRE CHI E’ IL BAMBINO
Mario, Presidente onorario del Movimento di cooperazione educativa, membro del Comitato d’onore della XXX° RIDEF 2014, generoso fondatore della Casa delle Arti e del gioco di Drizzona, per tutti autore di ’Cipì’, del ‘Soldatino del Pim pum pà’, del ‘Paese sbagliato’, non è più con noi. Lascia a noi e alla scuola italiana un’eredità impegnativa e preziosa.
Grazie, Mario. Continueremo sulle tracce del tuo esempio così come le nostre energie e il nostro impegno quotidiano ci consentiranno con la pratica, la riflessione, la cooperazione.
Giancarlo Cavinato, Segreteria del Movimento di cooperazione educativa
Il maestro Mario Lodi è mancato. Con lui se ne va un pezzo di storia importante della scuola e della società del secondo dopoguerra. Lui e altri maestri e maestre che erano usciti dalla tragedia della guerra e della dittatura fascista tentarono di portare nella scuola quelle idee di democrazia, di rinnovamento e di progresso che avevano caratterizzato i sogni dei giovani partigiani come Mario Lodi. Mario Lodi capì che il problema non stava soltanto nel cambiare i contenuti dell’insegnamento, ma bisognava cambiare il modo di insegnare. Bisognava cioè partire dal mondo del bambino e di fare in modo che la scuola non si sovrapponesse alla cultura e alle conoscenze che il bambino ha quando entra a scuola. Spesso, ancora oggi, quando un bambino entra a scuola non si tiene conto delle sue esperienze e si segue un programma astratto e uguale per tutti i bambini. Mario Lodi con l’operato di tutta la sua vita ha cercato di fare in modo che il bambino potesse essere protagonista del suo percorso scolastico e che questo percorso non fosse frenato e ostacolato da presunti Programmi e voti che nulla offrono alla maturità dei bambini in una delicata fase di crescita. Fino alla fine ha continuato ad insistere con tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo affinché non si demoralizzassero di fronte allo svilimento che la scuola di questi anni ha subito. Ha contribuito alla nascita e allo sviluppo del Movimento di Cooperazione Educativa e riusciva sempre a motivarci e a spingerci a credere che, nonostante tutto, la scuola si può cambiare e che vale la pena provarci. Diceva infatti che l’istruzione è uno strumento importante per garantire a tutti l’esercizio della democrazia e l’uguaglianza sociale. Caro Mario, grazie per tutto quello che ci hai messo a disposizione nel corso della tua vita. Roberto Lovattini, maestro e componente della Segreteria Nazionale del Movimento di Cooperazione Educativa
Mce "...Non dimenticate che davanti al maestro e alla maestra passa sempre il futuro. Non solo quello della scuola, ma quello di un intero Paese che ha alla sua base un testo fondamentale e ricchissimo, la Costituzione, che può essere il vostro primo strumento di lavoro. Siate orgogliosi dell’importanza del vostro mestiere e pretendete che esso venga riconosciuto per quel moltissimo che vale." da Lettera agli insegnanti, Mario Lodi
Un grave lutto ha colpito domenica in tarda mattinata la comunità di Drizzona, tutto il Casalasco e più in generale il mondo della scuola. Nella sua abitazione di Drizzona si è spento all’età di 92 anni Mario Lodi, per tutti da sempre “il maestro del Vho”.
Nato a Piadena il 17 febbraio 1922, Lodi inizia la sua carriera nel 1940 quando si diploma maestro elementare. Dopo avere subito l’esperienza del carcere negli anni della Seconda Guerra Mondiale (per motivi politici), nel 1948 Lodi è nominato maestro di ruolo a San Giovanni in Croce e in quel tempo viene in contatto con il Movimento di Cooperazione Educativa, un gruppo di insegnanti che intendono adeguare l’insegnamento della scuola pubblica ai principi della Costituzione repubblicana. Nel 1956 ottiene il trasferimento alla scuola elementare di Vho. Ed è proprio in questa scuola che, in ventidue anni di insegnamento, realizza libri di narrativa conosciuti ovunque, alcuni dei quali scritti insieme ai suoi alunni (come ‘Bandiera’, ‘Cipì’, ‘C’è speranza se questo accade al Vho’, ‘Il paese sbagliato’).
Un nuovo miracolo, Mario Lodi, lo realizza nel 1989 con i proventi del Premio internazionale Lego fonda la Casa delle Arti e del Gioco in una cascina a Drizzona (‘Piccolo Sforzosi’). Per tutto quanto ha realizzato, nel 2006 a Lodi viene assegnato il Premio Unicef 2005 ‘Dalla parte dei bambini’. Per divulgare il proprio metodo di insegnamento, Lodi utilizza anche giornali, come il quotidiano “La Cronaca” di Cremona che ospita alcune sue pagine culturali, in cui si rivolge ai bambini con grande naturalezza. Non solo: anche “Il Sole 24 ore”, di recente, ha dedicato a Mario Lodi una splendida collana con molti dei suoi racconti.
Lodi ha ricevuto anche, tra i numerosi riconoscimenti, la laurea honoris causa in Pedagogia dall’Università di Bologna. Si deve alla sua esperienza se anche in Italia si fa strada la consapevolezza che il bambino è portatore di una vera e propria cultura che una società civile deve saper accogliere e rispettare. In generale le sue metodologie educative furono inizialmente ispirate da quelle di Celestin Freinet, tanto da diventare esponente del Movimento di Cooperazione educativa. La vita di Mario Lodi ha interpretato culturalmente la ricostruzione dell’Italia sulla pedagogia e sul mondo della scuola e dei bambini attraverso un impegno concreto e quotidiano. In questo contatto quotidiano con i bambini, con la loro osservazione partecipe, Lodi ha ridisegnato il valore educativo della scuola, cambiandone aspetti e metodologie.
A settembre 2012, in occasione dei 90 anni del maestro, vennero organizzate maratone di lettura, laboratori didattici, spettacoli teatrali e proiezioni di film dedicate proprio alla figura di Lodi. Che se ne va, come per un gioco del destino, a pochi giorni dal ricordo di un altro grande maestro e pedagogista come Alberto Manzi in una fiction Rai: maestro degli italiani, Manzi, maestro dei bambini, e innovatore nel mondo dell’insegnamento, Lodi. Per tutti, per i Casalaschi in particolare, il maestro del Vho.