Un anno del minimetrò
Comunicato di Italia nostra - LEGGI IL COMMENTO
Il minimetrò compie un anno ed è arrivato il momento di discuterne per quello che è: non un’attrazione per turisti e bambini, ma un mezzo di trasporto pubblico nato per risolvere il problema del traffico e dell’inquinamento a Perugia. Così non è stato. Il traffico sembra addirittura peggiorato e basta in piccolo tamponamento perché si blocchi mezza città. L’inquinamento atmosferico non è affatto diminuito, mentre a peggiorare la situazione è arrivato l’inquinamento acustico prodotto dallo stesso minimetrò. Al problema del rumore si aggiunge quello dello scarso numero dei passeggeri (circa la metà di quelli previsti) e soprattutto quello dei costi. Per il 2008 erano stati inizialmente stabiliti in €.7.500.000, mentre con deliberazione della Giunta comunale n.387 dell’8 ottobre 2008, il comune li ha aggiornati in €.10.010.000. Per i trenta anni di durata della convenzione, i costi dovevano essere pari a €.229.062.500, mentre il Piano economico e finanziario aggiornato dalla Minimetrò spa al 10 marzo 2008, vale a dire a poche settimane dall’inaugurazione, li ha corretti in €.320.450.000. Un enorme debito che l’attuale amministrazione scarica sulle amministrazioni future. In sostanza, passati gli entusiasmi iniziali, ad un anno dall’inaugurazione c’è ben poco da festeggiare e molto da essere preoccupati per le finanze del comune e per le tasse che saremo costretti a pagare (un primo effetto lo abbiamo già avuto con l’aumento dell’addizionale Irpef, mentre le difficoltà di bilancio, oltre che dalla Corte dei Conti, sono confermate dalla rinuncia al concerto di capodanno in Piazza IV Novembre). C’è stato un tempo nel quale l’Umbria e le sue città venivano portate ad esempio a livello nazionale per la buona amministrazione. Quel tempo sembra tramontato, e probabilmente il minimetrò è l’opera pubblica che meglio rappresenta la fine di quell’epoca: ci sono voluti più di 100 milioni per costruirlo e ce ne vorranno più di 320 per far andare avanti e indietro vetture molto spesso vuote. Non sembra il modo migliore di gestire le risorse pubbliche, soprattutto quando si hanno problemi di bilancio, si è nel pieno di una gravissima crisi economica e alla vigilia del federalismo fiscale. Ma forse c’è di più e di peggio della cattiva amministrazione. Dalle inchieste in corso pare che non tutto sia stato fatto in modo regolare, tanto che, per ora ed in attesa che l’indagine sul rumore faccia qualche passo avanti, la Procura della repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per molti dei protagonisti della vicenda. Se la logica ha un senso, si è poi costretti a pensare che, visto che l’affaire minimetrò si presentava sin dall’inizio come fallimentare, il vero vantaggio per i soci privati (costruttori) sia altrove, e forse è nell’affidamento di opere pubbliche o nel permesso di costruire quelle grandi cubature che vediamo realizzate o innalzarsi minacciosamente in città (Via del Fosso, San Marco, Centova, ex Scuola Pascoli, parcheggio di Pian di Massiano e Mercato coperto, solo per fare alcuni esempi). Senza dimenticare che, prima dell’arresto e delle dimissioni, Vicepresidente della Minimetrò spa era il dirigente della Provincia coinvolto in Appaltopoli.
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