22/12/2024
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A proposito di San Bevignate
Ieri ho scritto al direttore generale del Ministero dei beni culturali, oggi al neo ministro Dario Franceschini

Egregio ministro,
le scrivo, e mi dispiace doverlo fare, per segnalarLe quanto sta succedendo a Perugia alla monumentale chiesa templare di san Bevignate, iniziata verso il 1256 e conclusa intorno al 1262, conserva al suo interno affreschi di grandissimo interesse. È una delle più importanti (forse la più importante) e affascinanti chiese templari d’Europa la cui bellezza è esaltata dal fatto che si trova immerso nella campagna, in uno dei pochi luoghi della città non ancora invasi dal cemento; al punto che campagna, chiesa ed affreschi rappresentano un unicum che va visto come unico complesso monumentale.

L’Adisu (l’agenzia umbra per il diritto allo studio) ha deciso di edificare una residenza per gli studenti davanti alla chiesa, all’interno di questo unicum. Un lungo “steccone” per costruire il quale hanno iniziato lo sbancamento sacrificando già olivi secolari. Un edificio che una volta terminato impedirà da quella parte di andare con lo sguardo verso gli olivi, e lo scambio che san Bevignate ha sempre avuto con la sua campagna. Sono così consapevoli di quello che rappresenta la chiesa nella storia dei templari e per gli storici dell'arte che nel manifesto illustrativo l'Adisu non la fa vedere, mostra come sarà la nuova costruzione dando le spalle alla chiesa.

Tutto questo in una città che ha fabbricati per centinaia e centinaia di metri cubi abbandonati a se stessi e che potrebbero essere riadattati come residenze per studenti recuperando l’esistente. Tutto questo, purtroppo, con tutte le carte in regola. Anche con l’incomprensibile autorizzazione della Soprintendenza.
Io le chiedo, ministro, di verificare quello che affermo, di chiedere notizie su san Bevignate ed il suo paesaggio a storici dell’arte. Se ha voglia di farlo di persona venendo a Perugia anche se, per rendersi conto di quello che accade, basterebbe “un giro” su google immagine. Di farlo prima che sia troppo tardi, le ruspe purtroppo sono lì pronte a scavare.

Distinti saluti



Vanni Capoccia

Inserito lunedì 24 febbraio 2014


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