22/12/2024
direttore Renzo Zuccherini

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Davanti a San Bevignate
Si può compromettere un equilibrio ambientale così importante come quello della zona di San Bevignate e del cimitero per costruire residenze universitarie, una cosa cioè, che potrebbe essere collocata in qualsiasi altra parte? Del resto una casa dello studente si sta già costruendo all'interno della nuova Monteluce, a poche centinaia di metri. Allora, quali conseguenze pratiche avrà questo progetto al netto dei danni ambientali e del paesaggio?


 San Bevignate domina il paesaggio che porta al cimitero monumentale e segna un territorio che le carte del piano regolatore definiscono di alto pregio. Su questo territorio di alto pregio e proprio davanti a San Bevignate, o poco prima, ad essere precisi, hanno steso quei nastri rossi che delimitano uno spazio in via di trasformazione. Per ora la trasformazione riguarda l'abbattimento di decine di ulivi ma poi, tra qualche settimana, arriveranno anche le ruspe. In quel terreno pregiato, ma che una variante al piano regolatore ha trasformato in terreno edificabile, sorgerà una residenza universitaria per studenti, un complesso edilizio non molto alto, solo quattro piani, ma lungo più di cento metri, lungo la strada. Quattro corpi di fabbrica per oltre 10 mila metri quadrati, un parcheggio di tremila metri e un'area verde di 3.800. Questo complesso edilizio non avrà un bell'aspetto, niente a che fare con San Bevignate, si capisce. Come estetica siamo più vicini al cimitero nuovo con quattro blocchi squadrati di cemento e balconi al coperto, come tante nicchie. Cose così si trovano nelle zone periferiche della città, dove imperversano le casette a schiera. Più difficile pensare di trovarle in un posto di alta sacralità e rimasto inalterato dopo la costruzione del cimitero.
Questa volta non ci troviamo però di fronte alla solita speculazione edilizia. Tutto si muove nel settore pubblico, tra l'Adisu, che è l'agenzia per il diritto allo studio, che promuove il progetto, al ministero dell'Istruzione che lo finanzia, la Regione che è proprietaria dell'area e il comune di Perugia.  Se non fosse che lo fanno lì, in quel posto, ci sarebbe poco da dire, anzi. La residenza universitaria dovrebbe servire a ospitare gli studenti delle facoltà scientifiche che non si trovano tanto a loro agio alla Conca, più precisamente a Elce di sotto, e che verranno trasferite nei locali di via del Giochetto che si stanno svuotando per via del trasferimento dell'ospedale di Monteluce. Il progetto sembra seguire questo percorso e in qualche modo assecondarlo, ma in questi casi c'è sempre da porsi una domanda. Si può compromettere un equilibrio ambientale così importante come quello della zona di San Bevignate e del cimitero per costruire residenze universitarie, una cosa cioè, che potrebbe essere collocata in qualsiasi altra parte? Del resto una casa dello studente si sta già costruendo all'interno della nuova Monteluce, a poche centinaia di metri. Allora, quali conseguenze pratiche avrà questo progetto al netto dei danni ambientali e del paesaggio? Certo, offrirà alloggi agli studenti sottraendoli al mercato privato che, spesso, non presenta aspetti di grande trasparenza. Di sicuro, però, porterà via dal centro storico centinaia di studenti per relegarli in un posto isolato. La soluzione, da qualunque parte la si voglia guardare, non sembra proprio felice. E' la classica cosa utile collocata nel posto sbagliato e, soprattutto, uno scempio ambientale inaccettabile.
 Questa storia della casa dello studente che sarà costruita in una piccola valle di alto valore paesaggistico ripropone la questione del rapporto tra la città e gli studenti persino nel suo aspetto più elementare come l'alloggio. Il centro di una città come Perugia senza la presenza  del mondo universitario non avrebbe molto futuro. Il controverso discorso sullo spopolamento del centro storico continua così senza alcun costrutto mentre ognuno presenta la propria ricetta che prescrive quasi sempre un'aspirina. Quanto all'ambiente, siamo lì. Lo conserviamo e lo rispettiamo ma senza esagerare. Del resto anche San Bevignate non è sicuro che sia mai esistito. Parliamo sempre di leggende. Non ci formalizziamo troppo.
                                       
(per il Corriere dell'Umbria, 8 febbraio 2014)



Renzo Massarelli

Inserito giovedì 20 febbraio 2014


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