La tristissima vicenda sulla gestione rifiuti nella capitale, così come la raccontano i media, sembra avere le caratteristiche di un altro caso che esplode nella storia del capitalismo nazionale.

Che sulla materia anche a Perugia, secondo noi, c’era qualcosa che non funzionasse, lo avevamo già avvertito come uno degli impegni guida in tanti anni di militanza nel circolo Legambiente di Perugia. Eravamo così avvertiti che quello dei rifiuti dovesse essere un nostro interesse principale per come tutta la materia veniva gestita.

Tanto che, ad esempio, nel settembre 2005 pubblicammo un libro bianco, ne facemmo argomento di numerosi comunicati stampa, mantenemmo uno stretto rapporto con un dirigente del comitato popolare “Inceneritori zero”, inserito nel nostro direttivo ecc…

Ci confermava la questione l’interesse suscitato nella stampa locale e nazionale, come in un focus uscito nel quotidiano, poi sciolto, “La Voce dell’Umbria”, dove si elencavano gli sterminati interessi degli impianti del gruppo “Sorain Cecchini” del quale “l’avvocato Cerroni deteneva il 56% delle azioni”. O l’altro, più recente pubblicato venerdì 8 marzo 2013 nel quotidiano La Repubblica dal titolo “da Malagrotta al Brasile l'affare miliardario dei signori delle discariche” tanto che l’allora ministro Clini denunciava le connivenze nel settore affermando che “nella capitale i rifiuti sono in mano alla malavita” e un sottotitolo in cui si diceva “l’impero di Cerroni tra i più ricchi d’Italia possiede oltre cento siti nel mondo ed è al centro di diverse inchieste”.

Quindi adesso finalmente speriamo di essere arrivati al “redde razionem” con la speranza che l’inchiesta rifiuti “sfiori” soltanto la Gesenu. Certo che la favola di “Alice nel paese delle meraviglie” è bella, ma un po’ datata, conoscendo tempi e personaggi.