Troppe case! ma a che servono?
E' necessario un netto taglio alle cubature previste nel Piano regolatore
Le Torri di via del Fosso, l'Ottagono, Ponte Felcino, Ponte Pattoli, la lottizzazione De Megni a P. S. Giovanni... tutta la periferia perugina è in preda ad una euforia costruttiva e si ritrova un mare di case... disabitate. Infatti, la maggior parte delle nuove abitazioni rimane invenduta, o comunque non viene occupata da nessuno, e tutta la periferia si va rapidamente trasformando in un grande, sterminato deserto di cemento. Non si tratta solo della crisi: c'è un eccesso di offerta di abitazioni, per cui le case rimangono invendute e inutilizzate mentre i prezzi vanno calando. Così, le famiglie che hanno fatto sacrifici e si sono accollate un mutuo per comprarsi un tetto, oggi si ritrovano con un debito per un valore che non c'è più. Chi ci rimette, indovinate un po'? E chi ci ha guadagnato finora? E' ora di pensare a un serio provvedimento di tagli alle grandi cubature previste nel Piano regolatore, per dar valore alle costruzioni esistenti e per fare in modo che servano a qualcosa. L'edilizia sta entrando in crisi perché finora è stata troppo incentivata: può superare la crisi solo riconvertendo gli interventi per le ristrutturazioni dell'esistente e per opere di utilità sociale, per gli spazi che mancano alla vita associata, ecc.
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