In... cammino
Il n. 7 della rivista. Con una poesia di Giovanni Pascoli
In allegato il nuovo numero (Numero 7 - Anno II) della Rivista in rete In...cammino, che spero e speriamo possiate gradire. In...Cammino n.7.pdf
La rivista, il presente numero e tutti i numeri arretrati, è ora scaricabile e liberamente consultabile andando nel sito dell'Associazione Culturale Monti del Tezio: www.montideltezio.it : in prima pagina ("home page") in basso a sinistra è sufficiente cliccare sulla voce INCAMMINO! Ci auguriamo inoltre che possiate collaborare a tale iniziativa, voi, camminatori escursionisti vagabondi pellegrini, amanti della natura e della montagna, inviandoci i vostri "racconti" e quant'altro. Inoltre vi invito e vi invitiamo a far pervenire tale informazione a tutti coloro che riteniate interessati all'iniziativa. Grazie! Daniele Crotti e la Redazione di In...cammino IN CAMMINO (di Giovanni Pascoli) Siede sopra una pietra del cammino, a notte fonda, nel nebbioso piano: e tra la nebbia sente il pellegrino le foglie secche stridere pian piano: il cielo geme, immobile, lontano, e l'uomo pensa: Non sorgerò più. Pensa: un'occhiata quale passeggero, vana, ha gettata a passeggero in via, è la sua vita, e impresse nel pensiero l'orma che lascia il sogno che s'oblìa; un'orma lieve, che non sa se sia spento dolore o gioia che non fu. Ed ecco - quasi sopra la sua tomba siede, tra l'invisibile caduta - passa uno squillo tremulo di tromba che tra la nebbia, nel passar, saluta; squillo che viene d'oltre l'ombra muta, d'oltre la nebbia: di più su: più su, dove serene brillano le stelle sul mar di nebbia, sul fumoso mare in cui t'allunghi in pallide fiammelle tu, lento Carro, e tu, Stella polare, passano squilli come di fanfare, passa un nero triangolo di gru. Tra le serene costellazioni vanno e la nebbia delle lande strane; vanno incessanti a tiepidi valloni, a verdi oasi, ad isole lontane, a dilagate cerule fiumane, vanno al misterioso Timbuctù. Sono passate... Ma la testa alzava dalla sua pietra intento il pellegrino a quella voce, e tra la nebbia cava riprese il suo bordone e il suo destino: tranquillamente seguitò il cammino dietro lo squillo che vanìa laggiù.
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