In
questa delibera non vengono sciolti due nodi cruciali che ruotano
attorno al possibile ritorno all’incenerimento dei rifiuti. Sono due
elementi dirimenti per eliminare definitivamente dalla normativa vigente
l'incenerimento dei rifiuti e il ricorso all'escamotage del CSS. Il
primo dei nodi riguarda le previsioni del Piano d'Ambito, il secondo
appunto il CSS, che non viene peraltro nemmeno nominato.
Ad oggi
la norma attuativa del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti è
appunto il Piano d’Ambito del 2012 ed è a questo che dovrà rispondere il
futuro gestore del servizio di raccolta, probabilmente ASM, e non certo
alla delibera di un solo comune, seppure il più grande dell’intero
ambito. In merito a questo la delibera non prevede modifiche, e veniamo
al primo nodo critico, lasciando quindi intatta la possibilità prevista
dal Piano di ritorno all'incenerimento se nel 2015 non sarà raggiunto il
65% di differenziata nell'intero ambito e non sarà sviluppata
l'impiantistica prevista. Una previsione che quindi non esclude
l'incenerimento, ma lo sospende, o ad essere più maligni, lo rimanda. A
questa scadenza ha poi peraltro dato un colpo ulteriore la Giunta
Regionale nel novembre 2012, indicando il 2014 come scadenza per il
raggiungimento dell’obbiettivo di differenziata anticipandolo di un anno
rispetto agli obbiettivi dell’ATI4. Anche ipotizzando la
“disobbedienza” al diktat della Regione, ce la farà il gestore, stante
il previsto inizio della raccolta nel terzo trimestre del 2014, a salire
di almeno venti punti percentuali in 14 mesi? La delibera insomma
avrebbe dovuto impegnare in modo netto il Sindaco, anche Presidente
dell' ATI4, a tentare quantomeno questa modifica per eliminare la
"spada di Damocle" pendente.
In
merito poi alla produzione di CSS, così come ipotizzato dal Piano
d'Ambito, non sembrano esserci chiusure nette, ma un buon giro di
parole. Nel senso che il solo TMB, trattamento meccanico biologico, non
esclude che a valle del trattamento venga prodotto il combustibile
solido secondario dalle plastiche e gomme residue. Peraltro, visto che
ARIA spa non sarebbe un inceneritore di rifiuto tal quale ma solo di
rifiuto secco, avrebbe comunque bisogno di un TMB per ottenere appunto
una separazione. A questo va aggiunta poi la normativa ultima in materia
che ha tolto la qualifica di rifiuto al CSS; quindi dire “nessun
trattamento termico” dei rifiuti potrebbe non essere sufficieinte a
sventare questa ipotesi. Quindi, poiché il CSS rappresenta un escamotage
normativo ed essendo l'impianto di ARIA spa un possibile utilizzatore
di combustibile solido secondario, sarebbe stato necessario specificare
l'utilizzo finale del residuo secco.
Questi
due punti non sono dettagli in una città che ha già in funzione
l'inceneritore di ARIA spa ancora inserito nel Piano Regionale dei
rifiuti, e che a breve vedrà ripartire l'impianto a pirolisi della
Tozzi, ex Printer.
Gli
equilibri interni alla maggioranza hanno dato vita a questa delibera che
lascia scoperto molto, e sostanzialmente non è che una riproposizione
del Piano d'Ambito, senza nemmeno chiedere percentuali più alte e
ambiziose di differenziata. Misura questa di centrale importanza proprio
della strategia Rifiuti Zero. Si poteva fare molto meglio. Se non ci
fosse stata la scadenza elettorale.