Ora i ''nuovi comunisti'' costruiscano l'alternativa
Una sinistra di alternativa, autonoma e indipendente, da Grillo, da Renzi e da Berlusconi
Il risultato delle primarie del Pd, con la schiacciante vittoria di Renzi, indica due processi, il primo, è che la svolta della Bolognina, con la cancellazione del Pci, ha terminato il suo percorso, sbaragliando non solo qualsiasi ipotesi socialdemocratica ma anche la sinistra che affonda le sue radici nel movimento operaio e nell’uguaglianza, certificando la catastrofe politica di una classe dirigente, che rinnegando la propria storia e la volontà di rappresentare il lavoro e le classi sociali più deboli, si è suicidata. Il secondo processo, appena iniziato, colloca il Pd tra le forze liberiste e al servizio della regressione sociale in atto, sposando pienamente l’orizzonte culturale imposto dal berlusconismo. Occorre non rassegnarsi al grillismo, al populismo né di destra né di sinistra, al berlusconismo, populista e di destra, e al renzismo a-classista e liberista. Il capitalismo, nonostante l’impetuoso sviluppo tecnologico e scientifico, che potrebbe assicurare a tutti il soddisfacimento dei bisogni e un’alta qualità della vita, ha come cifra l’azzeramento dei diritti sociali e dello stato sociale, la riduzione della democrazia, la rapina delle risorse e della ricchezza prodotta a favore delle classi sociali più forti e delle oligarchie nazionali e internazionali. Non sarebbe spiegabile altrimenti il martellante esproprio ai danni di salari, stipendi e pensioni, a favore dei profitti e della rendita, sia a livello nazionale che mondiali. Il mercato e la mercificazione di tutto è l’alfa e l’omega su cui è imperniato il liberismo di rapina, che ha cancellato ogni pallida presenza pubblica in economia. I costi della politica, per quanto inaccettabili, sono il “cavallo ruffiano” che usa il liberismo per individuare le rabbie e il risentimento popolare, salvaguardando gli interessi del profitto e della speculazione finanziaria. Da oggi è all’ordine del giorno la costruzione di una sinistra di opposizione a tutto ciò, una sinistra dell’alternativa, contro questa Europa delle banche, contro la politica di austerità, per la piena attuazione della Costituzione repubblicana, per una legge elettorale proporzionale, per un piano del lavoro, la difesa dell’ambiente, l’uguaglianza sociale e la libertà. Una sinistra di alternativa, autonoma e indipendente, da Grillo, da Renzi e da Berlusconi. Il compito dei “nuovi comunisti” è essere il motore della rifondazione della politica, del protagonismo dei lavoratori, dei giovani e delle donne, della costruzione di un nuovo orizzonte per gli uomini e le donne liberati dallo sfruttamento e dal dominio del capitalismo liberista. Una strada lunga ed in salita, ma inevitabile, “scarpe rotte, eppur bisogna andare…..”
Stefano Vinti
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