14/08/2024
direttore Renzo Zuccherini

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La fiaba di una Perugia scomparsa
Alcune considerazioni. Chi è avanti negli anni come me, ha visto una Perugia diversa

Tutti i giorni, più volte al giorno, dai quotidiani, dalla televisione, veniamo bombardati con delle notizie che non vorremmo mai leggere. Omicidi, furti, rapine, droga e chi più ne ha più ne metta!
Oramai conviviamo con questi crimini considerandoli come il prodotto ineluttabile della nostra società ma, congiuntamente, non ci si può sbagliare nel dire che non li accettiamo e non li accetteremo mai.
Ci angosciano, ci deprimono perché, chi è avanti negli anni come me, ha visto una Perugia diversa. Una Perugia che non è quella di ora. Una Perugia che si comportava diversamente!
Chi come me è nato in un rione della città dove ci consideravamo un paese all'interno della stessa. Dove, per la festa della Madonna Ausiliatrice, a noi ragazzini ci mandavano in campagna a raccogliere i petali dei fiori da lanciare dalla finestra quando passava la processione. Chi, come me, si ricorda quando le donne del borgo, dopo mesi di lavoro per costruire i festoni, ridevano e scherzavano in strada mentre gli uomini li appendevano lungo tutto il Corso Garibaldi per abbellire una situazione che la brutta esperienza vissuta aveva lasciato con tanti disastri ed in quei festoni vedevano dei simboli di speranza per un futuro migliore da far vivere ai loro figli. Chi è stato a giocare a pallone, a ping-pong o ad altri giochi ai “Salesiani” o ha partecipato alle “Olimpiadi” che, ogni anno, si facevano per tenere coesa una generazione la quale, nella pazzia della guerra, si era ritrovata a combattere la fame e la povertà senza che ne avesse colpa o orfani di genitori morti nel fiore degli anni per una situazione sicuramente non voluta, non può in nessun modo, tollerare una Perugia criminale come, sfortunatamente, ci capita di vedere ora.
Non possiamo condividerla ma la dobbiamo vivere ugualmente perché questa è la realtà: non possiamo sfuggirle! Indietro non si torna e siamo costretti, nostro malgrado, a tollerarla facendo buon viso a cattiva sorte. Ma, d'altro canto, non abbiamo neanche il diritto di estraniarci da questa situazione. Dobbiamo in ogni modo lottare facendo del nostro meglio per migliorarla. Dobbiamo essere presenti e partecipi alle istanze che ci vengono offerte per migliorare questa nostra città perché anche noi abbiamo degli obblighi verso le generazioni che seguiranno come chi ci ha preceduto ha avuto obblighi verso di noi.

Giampiero Tamburi
(amministratore)



Club Pallotta Perugia

Inserito lunedì 2 dicembre 2013


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