La democrazia a Perugia
Perugia non brilla certo per il rispetto della democrazia diretta partecipata. E' evidente tutta una serie di cadute nel coinvolgimento dei cittadini alla gestione della cosa pubblica
Ogni tanto apprendiamo dai giornali che anche nelle periferie esistono problemi. Quindi, per completezza di informazione, va detto che in effetti oltre il dramma della diffusione della droga e della macro e micro criminalità, che interessa l’intero territorio comunale, è proprio nelle periferie che appare più lontano il governo del territorio per tutta una serie di inadempienze che incidono sulla qualità della vita delle cittadinanze.
Si crea una situazione di insicurezza e di incertezza che l’abolizione delle Circoscrizioni ha contribuito ad aumentare, anche con i loro limiti. Rappresentavano comunque un punto di riferimento delle istanze istituzionali per quanto riguarda lo sviluppo urbanistico, la salvaguardia dell’ambiente, l’efficienza dei servizi ecc….
Del resto Perugia non brilla certo per il rispetto della democrazia diretta partecipata. Senza contare che oltre l’annullamento del livello di decentramento amministrativo e partecipativo è evidente tutta una serie di cadute nel coinvolgimento dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.
Ci sarà, ad esempio, un motivo per cui non è stato mai possibile celebrare alcun referendum? Esiste la figura del difensore civico secondo l’art. 21 dello Statuto Comunale? Non potrebbe essere ripescato il vigile di quartiere?
Molti dubbi abbiamo, inoltre, sulla realizzazione dell’Agenda 21 Locale e non è mai stato attivato in concreto il “Contratto di Fiume” per la salvaguardia del Tevere e la realizzazione del Parco Fluviale Comunale.
Per non parlare, poi, della socializzazione del sistema formativo nazionale con gli Organi Collegiali nella Scuola o della Sanità con la formazione dei Comitati Partecipativi dei Distretti Socio Sanitari di base in cui nessuno ha mai creduto fin dall’inizio.