Verso la Rete della Mobilità Nuova
Per la costituzione del Forum regionale per la nuova mobilità
Si terrà giovedì 27 giugno alle ore 17.30 presso la Sala Melis di Via della Viola 1 (Casa dell'associazionismo) un incontro pubblico per parlare di mobilità sostenibile, a misura di cittadino, amica del territorio, del paesaggio e dell'ambiente. L' incontro, promosso da Salviamo il Paesaggio di Perugia, con la collaborazione di Acu Umbria, Cgil Umbria, Legambiente Umbria, Monimbò e Slow Food Umbria vuole essere la prima tappa del percorso per la costituzione di un Forum Regionale sulla Mobilità. “Purtroppo le politiche adottate dagli Enti Locali per sviluppare ed incentivare forme di mobilità alternativa e sostenibile – dichiara Salvatore Vitale, portavoce del coordinamento Salviamo il Paesaggio di Perugia – sono inadeguate e si concretizzano in un'offerta estremamente povera e frammentata”. “I segnali allarmanti che vengono dalla attuale crisi del trasporto pubblico locale in Umbria – continua Salvatore Vitale - rappresentano solo uno dei molti aspetti che, analizzati insieme a discutibili strategie di sviluppo regionale, dimostrano la povertà di proposte della politica in un campo di servizi strategici ed essenziali per il cittadino e per la qualità della vita delle nostre città. Il nostro coordinamento, le associazioni, i comitati dei pendolari, i ciclisti, i pedoni e tanti cittadini umbri chiedono una mobilità nuova per l'Umbria, sostenibile ed alternativa, qualità dei servizi, soprattutto hanno tante proposte da fare e vogliono partecipare alla definizione del futuro del trasporto pubblico e della mobilità delle città, dei comuni minori e del territorio rurale”. “Questo primo incontro sarà l'occasione per cominciare a raccogliere le istanze delle diverse aree territoriali – conclude il portavoce del Coordinamento Salviamo il Paesaggio di Perugia - confrontare le esperienze internazionali, promuovere un laboratorio permanente per proporre iniziative e valutare le politiche della mobilità. Invitiamo quindi a partecipare tutte le Associazioni e i cittadini che hanno a cuore le tematiche della qualità della vita, dell'ambiente e della socialità”.
SALVIAMO IL PAESAGGIO DI PERUGIA con la collaborazione di ACU Umbria, CGIL Umbria, Legambiente Umbria, Monimbò e Slow Food Umbria
Verso la Rete della Mobilità Nuova primo incontro autorganizzato e autoconvocato per la costruzione della Rete della Mobilità Nuova a Perugia
Perugia, 27 giugno ore 17.30, sala Melis via della Viola 1 (Casa dell'Associazionismo)
1. PREMESSA Il coordinamento Salviamo il Paesaggio di Perugia è un aggregato di associazioni e cittadini che si è costituito per difendere il paesaggio e il territorio del perugino dalla deregulation e dal cemento selvaggio, e per promuovere a livello locale le iniziative del Coordinamento nazionale (Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio che riunisce, insieme a migliaia di cittadini, oltre 700 tra associazioni nazionali e gruppi locali). Il Forum Salviamo il Paesaggio Perugia mesi scorsi si è impegnata in alcune Osservazioni al Piano Regionale di Qualità dell’Aria: strumento fondamentale d’intervento a tutela della vivibilità dei luoghi e della salute delle persone. La predisposizione Osservazioni al Piano è stata l'occasione per fare un'analisi soprattutto sul tema della mobilità e del trasporto regionale, che sono tra le principali cause dell'inquinamento atmosferico delle nostre città. Sono emerse idee e punti di vista spesso poco considerati dalle istituzioni per un reale cambio di rotta delle politiche locali, di ambito urbano e territoriale. 1.1 Alcune considerazioni sulla realtà locale Perugia è una città davvero poco “amica” dei “non motorizzati”, vale a dire di chi non viaggia veloce e continua ad essere mortificato da scelte quotidiane di viabilità e uso degli spazi tarate sulle esigenze dei “forti”: gli automobilisti e i motociclisti liberi di scorrazzare su strade sempre più ostruite, strette e rese insicure da anni di mancata manutenzione e cattiva segnaletica. Gli altri, i “deboli” (ciclisti, pedoni, anziani, persone con handicap, madri con passeggino, bambini) fuori dal centro storico sono sempre più relegati a bordo pista, in marciapiedi che non esistono e in aree “ghetto” strappate alla noncuranza urbana. Il “bike-sharing”, i “Green-days”, le passeggiate domenicali “bici in città” non riescono a diffondere nuove culture e stili urbani: sforzo meritorio la cui traduzione pratica palesa però tutti i difetti di metodo. “Green days” così com’è tende a risultare un evento molto interno agli addetti ai lavori, in cui la gara alla visibilità tra sponsor soverchia quasi del tutto i contenuti. In questo la “due giorni” ripete i limiti attuali del neo servizio di “bici pubbliche": ben fatto, attivato con i fondi ministeriali in sé ben spesi, che dà un’opportunità in più di spostamento in un’area sempre più bella e preziosa come Pian di Massiano. Peccato che non sia avvistabile nei dintorni (e neanche a dire il vero in un raggio di 5-6 km) un solo metro di corsia riservata, né un itinerario segnalato dove muoversi al riparo dal notevole traffico dell’area. E peccato che risulti più che mai macchinoso il sistema per abbonarsi e usufruire del servizio. Può essere questo il sistema più utile per invogliare al cambiamento i perugini? 1.2 La situazione critica del trasporto regionale C’è qualcosa che non va nell’operato della nostra amministrazione. L’errore principale ci sembra di metodo, riguarda gli interlocutori preferiti, le alleanze, l’idea di partecipazione molto teorizzata ma poco praticata da cui in parte dipende l’inefficacia delle scelte reali che dovrebbero caratterizzare il passaggio dagli eventi alle politiche ordinarie. Lo stesso modello tende a riporsi su scala più ampia, come dimostra l’assenza di dibattito pubblico sui diversi “dossier aperti” che attualmente investono il settore dei trasporti e della mobilità pubblica nella nostra regione. Questioni fondamentali per il futuro economico e civile del nostro territorio, e che vanno dalla situazione “agonizzante” della FCU e dei servizi regionali di FS, all’assurdo progetto di trasformazione della E-45 in autostrada, dalle problematiche dei pendolari alla crisi di Umbria Mobilità, dalle strategie per l’innovazione per la mobilità alternativa alle politiche del lavoro nel campo dei trasporti, ecc. Tutte tematiche che, per la loro rilevanza, esigerebbero non una ma mille riflessioni e una trasparente e seria discussione nella società utile a far emerger punti di vista oggi ai margini del dibattito. Quelli per esempio di soggetti fondamentali: comunità, lavoratori, forze sociali e associative impegnate quotidianamente per dare un futuro di qualità del nostro territorio. Quella dei semplici cittadini e dell’opinione pubblica che in prima persona (da utenti) subiscono l’abbandono del sistema di mobilità pubblica regionale e “sentono” prendere corpo, nel silenzio delle maggiori forze politiche, ipotesi di privatizzazione più o meno credibili, come sola via per rilanciare e far quadrare i conti del sistema. Quasi che quella delle privatizzazioni nei trasporti in Italia (dalle autostrade agli aeroporti, dalle tratte ferroviarie ai casi del trasporto locale) non sia una lunga e controversa storia, quasi mai capace di tradursi in migliori servizi per la collettività, quanto invece in guadagni individuali dei concessionari e nella sostanziale perdita del patrimonio pubblico di conoscenze e beni strumentali accumulato nel tempo. Valori e risorse che, nel nostro caso, non sono proprietà di pochi, ma sono il risultato del contributo di più generazioni di umbri, i quali – fino a prova contraria – pagando le tasse e provvedendo a coprire la gran parte dei costi, sono al momento i primi finanziatori e dunque i “soli” veri proprietari di impianti, reti e aziende. 1.3 Le opportunità....nella crisi L’innalzarsi vertiginoso dei costi del trasporto privato, in particolare dei prezzi del carburante e degli oneri legati al possesso dell’auto (assicurazioni, tasse di proprietà, affitto di aree di sosta e garages, ecc..) in effetti riportano all’attenzione pubblica l’esigenza di un rafforzamento delle alternative più sostenibili anche dal punto di vista economico (meno costose per le famiglie). Tra queste vanno considerati in primo luogo proprio i trasporti collettivi (autobus, ferrovie), le forme di mobilità non a motore (bici e spostamenti a piedi), i servizi innovativi in via di applicazione e diffusione in molte parti d’Europa e del mondo (auto in condivisione, bus a chiamata, navette elettriche…). L’impossibilità di operare investimenti, a causa di ristrettezze e vincoli di bilancio, determina tuttavia il paradosso di una domanda di alternative all’auto crescente a cui non è possibile rispondere con politiche di offerta adeguate. I dati più recenti segnalano invece una consistente riduzione degli spostamenti compiuti in un giorno feriale medio dagli italiani (da 128 milioni del 2008 ai 97,5 milioni di oggi: -25%) e fra questi a calare di più sono quelli per tempo libero. L’auto tuttavia continua a mantenere il dominio assoluto fra gli spostamenti in città: il 79 % dei viaggi a motore contro il 13% per cento degli spostamenti che avvengono con mezzi pubblici (il resto è coperto dai motocicli). La “mobilità dolce” – fatta di biciclette e camminate a piedi - è anch’essa in declino, nonostante l’attenzione pubblica in crescita e il successo di varie campagne nazionali e locali (Salvaciclisti, Stati generali della Bicicletta, Giornata del pedone…). Il ricorso al pedale cresce nelle grandi città di pianura (specie al nord) più soffocate dal traffico e pronte a recepire stimoli culturali e di pianificazione europei, mentre nelle città medie come la nostra l’abitudine all’auto è più difficile da sradicare (resiste l’illusione di poter arrivare dappertutto con il proprio veicolo, in tempi e a costi relativamente ridotti) anche per motivi strutturali: mancanza di alternative valide, minori urgenza di spazi (maggiore disponibilità di suolo libero) con conseguente aumento delle distanze da percorrere tra la propria abitazione, sempre più dispersa sul territorio, e i luoghi di lavoro o studio. Dal punto di vista dei trasporti, la crisi rappresenta quindi un’opportunità non sfruttata a pieno. Gli italiani così come i perugini/umbri potrebbero aver abbandonato solo un po’ il volante, ma sono pronti a riafferrarlo appena l’economia migliorerà. Questa situazione richiama dunque l’attenzione su alcune necessità non più differibili per le politiche a diversa scala (regionale, locale, di quartiere) le quali – in breve – indicano almeno tre punti di riflessione possibili: ? lo sviluppo delle città, con il bisogno di ricercare percorsi nuovi di crescita e riconversione ecologica (città compatta e a crescita zero, città in transizione) nell’esigenza di produrre un’inversione di tendenza rispetto al modello di sviluppo “auto-centrico” seguito fin qui; ? maggiore trasparenza e consenso sulle scelte strategiche, con un ruolo sempre più decisivo di utenti e rappresentanze associative nella “governance” del settore (gestione democratica delle imprese a controllo pubblico) e in particolare nella pianificazione di servizi e tariffe del trasporto pubblico; ? il bisogno di innovazione più generale del sistema, che richiama temi poco indagati e ignoti anche alla pubblicistica specializzata, ma di grande interesse: lo sviluppo della finanza alternativa e il ruolo diretto delle “realtà associative” (imprese del terzo settore, gruppi di utenti, organizzazioni non profit) nella gestione/implementazione di servizi integrativi di mobilità sostenibile.
2. VERSO LA RETE DELLA MOBILITÀ NUOVA Salviamo il Paesaggio di Perugia e le associazioni ACU Umbria, CGIL Umbria, Legambiente Umbria, Monimbò e Slow Food Umbria ritengono necessario discutere e condividere idee e punti di vista in merito ai temi richiamati, con altri gruppi organizzati e altri cittadini, anche per individuare concretamente prospettive esistenti e dei percorsi da avviare nelle principali aree urbane dell’Umbria, a partire dal capoluogo di Perugia. Vorremmo contribuire ad avviare un percorso che affronti in modo organico le principali problematiche di tipo regionale e locale, che attualmente investono il settore della mobilità, ma vorremmo più in generale discutere delle possibili strategie d’innovazione e sviluppo di alternative alle politiche correnti. L'idea è quella di costituire anche a Perugia la Rete della Mobilità Nuova, una rete che unisca le persone che quotidianamente si muovono usando i treni, il trasporto pubblico locale, la bici e le proprie gambe, e che rappresentano una maggioranza ignara di esserlo, per diffondere e promuovere la Mobilità Nuova tra cittadini, associazioni, movimenti, amministrazioni e istituzioni. 2.1. Possibili obiettivi • mettere in rete tutte le esperienze che in questo ultimo periodo vengono realizzate da singoli cittadini, gruppi organizzati e associazioni; • fare massa critica; • promuovere il manifesto della rete dell'Altra Mobilità; • promuovere azioni e iniziative sul territorio; • promuovere la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare promossa dalla Rete della Mobilità Nuova che vincoli almeno i tre quarti delle risorse statali e locali disponibili per il settore trasporti a opere pubbliche che favoriscono lo sviluppo del trasporto collettivo e di quello individuale non motorizzato. 2.2 Possibili appuntamenti • Festambiente Umbria – 14/15 settembre Giardini del Frontone Perugia nell'ambito della prima edizione umbra di Festambiente, Legambiente organizza una giornata dedicata a Mobilità Nuova prevedendo di coinvolgere tutte le realtà regionali (associazioni, gruppi organizzati, aziende, singoli cittadini, ecc) che si occupano di promuovere stili di vita diversi • Altrocioccolato – 18/20 Ottobre – Città di Castello nell'ambito di Altro Cioccolato, che quest'anno si sposta a Città di Castello ci sarà lo spazio per organizzare una specifica iniziativa sulla mobilità
Altri appuntamenti da individuare (su proposta dei partecipanti all’incontro)
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