Home >>
Una storia vera di ordinario degrado educativo
Una storia vera di ordinario degrado educativo
Ieri sera all’incrocio tra Via Cartolari e Via della Viola si è tenuta la rappresentazione di un piccolo dramma dei nostri tempi...
Tre personaggi: un gruppo di bambini, circa venti, che facevano lo stesso chiasso della curva Nord quando si gioca contro la Ternana; una ragazza, studentessa universitaria, affacciata dal secondo piano, un padre, o forse il maestro della classe dei bambini, signore distinto in giacca e cravatta di età tra i 40 ed i 50.
Come sia iniziata, e chi sia l’eroe e chi il cattivo non è dato di sapere, ma i nomi dei personaggi erano rispettivamente “i forse recuperabili, ma sicuramente da avviare alla strada dell’educazione” (i bambini), “la forse da riavviare – o, chissà, la molto ben avviata – sulla strada dell’educazione”, la studentessa, ed infine “il non più recuperabile” per il distinto signore.
Nel primo atto i bambini fanno un chiasso infernale sotto le finestre della ragazza, o forse le suonano il campanello, o chissà cos’altro ancora; di sicuro quel rumore, amplificato dal vicolo, avrebbe sovrastato quello di un aereo in fase di decollo.
Il rumorista di scena avrà avuto sicuramente un gran daffare ieri sera!
L’atto si conclude con il getto di acqua dalla finestra, che colpisce alcuni bambini. Dai residui in strada potrebbe essere stata al massimo una caraffa.
L’atto successivo si apre con il coro dei bambini che inneggiano slogan inqualificabili all’indirizzo della ragazza annaffiatrice, mentre alcuni vanno a chiamare il signore distinto in una vicinissima pizzeria.
Il signore si precipita sotto le finestre della ragazza ed inizia a minacciarla da basso, intimandole di scendere, così da poterle spiegare non si capisce bene cosa, da campione di arte educatoria qual’egli è.
La ragazza, naturalmente, vede bene di non scendere in strada e risponde con parole che vengono sovrastate dal coro, che ora inneggia un “buffona buffona” che viene sentito fin dalla cima di Via Alessi.
Ecco che arriva un passante, una comparsa, che viene dalla medesima pizzeria con una bottiglia di vino da portare a casa per cena. Il suo ingresso in scena è stato ritardato dal fatto che per uscire dalla pizzeria ha dovuto fendere la folla dei ragazzini accorsi a chiamare il distinto signore ed i suoi commensali, ragazzini che sostavano eccitati e bramosi di vendetta sulla porta della pizzeria, incuranti del “permesso, permesso…” della comparsa, che da copione avrebbe dovuto essere il segnale per lasciarlo passare.
Copione che evidentemente “i forse recuperabili” non hanno mai studiato.
Il passante apre il portone per entrare nel palazzo, attiguo a quello della ragazza, e viene raggiunto dal distinto signore che pretenderebbe di entrare per salire dalla ragazza, pensando che quello sia il giusto punto di accesso per raggiungere il di lei appartamento ed infliggerle la giusta punizione.
Tanto preso dalla sua parte da non rendersi conto che il passante gli dice che non è quello il portone, pretende di entrare con una foga che gli impedisce di sentire “vada piuttosto a cercare qualcuno in grado di educare quei ragazzini, e non si metta nei guai per aggressione aggravata dalla violazione di domicilio…”.
Il passante riesce ad entrare nel suo palazzo, con la bottiglia di vino miracolosamente salva.
Chiude il portone e, forse per questo, non sente gli applausi del pubblico sul sipario che si chiude.
Ma saranno applausi che escono dalle mani del pubblico? O piuttosto tanti schiaffi in faccia?