L’Umbria
è una piccola regione, ma ha avuto in sorte un patrimonio naturalistico
e paesaggistico prezioso. Immortalato dai grandi pittori
rinascimentali. La storia dell’uomo, poi, l’ha segnata con un
ricchissimo passato. Dal secondo dopoguerra, però, ha avuto la ventura
di essere quasi sempre governata da uno stesso indirizzo politico. Così
senza alternanza si è radicato un sistema socio-politico ai limiti di
una vera e propria democrazia. Si è strutturato un intreccio di
interessi che ha come cristallizzato lo sviluppo sociale, stimolando
autoreferenzialità, clientelismo ecc… Secondo noi ambientalisti, da ciò
si è stabilita come una certa insensibilità verso le questioni attinenti
l’ambiente secondo un comune sentire trasversale che in genere
coinvolge sostanzialmente tutte le forze politiche istituzionalmente
accreditate. Tanto che ormai l’unica vera opposizione è quella dei tanti
comitati civici, che si stanno opportunamente coordinando a livello
regionale, sostenuti da associazioni ambientaliste libere e non
omologabili come è Italia Nostra. L’intero territorio regionale è a
rischio di una forte desertificazione e aumento del dissesto
idro-geologico già presente in tutti i novanta comuni. Gli esempi più
eclatanti riguardano le cementificazioni che determinano un forte
consumo di suolo soprattutto agricolo e fertile, attraverso il
proliferare dei tanti centri commerciali, che adesso dovrebbero
interessare anche l’acropoli perugina. Il progetto, poi, fortemente
sostenuto dalle varie forze politiche della trasformazione della E45 in
autostrada Mestre - Civitavecchia comporterà la distruzione dell’intero
ecosistema regionale con un’aggressione alle colline, pianure, fiumi e
falde acquifere ecc… Per questo vogliamo rivolgerci a quelle forze
politiche e movimenti nuovi, affermatisi anche in Umbria nelle ultime
consultazioni nazionali e che ripetono espressamente nei loro programmi
uno specifico interesse per i beni ambientali, di aprire una vertenza
Umbria a livello nazionale e locale in previsione delle prossime
elezioni amministrative. Infatti, sempre secondo noi, se si vuole
scardinare un sistema profondamente sbagliato, bisogna agire dal di
dentro e cominciare proprio dall’ambiente, quale priorità
socio-culturale assoluta.