Una tassa sui grandi eventi?
Finalmente resi noti i costi reali della fiera del cioccolato: quanto paga ogni cittadino. Ma Eurochocolate è uguale alla Fiera o a Umbria Jazz?
Nella discussione sulla mozione Pdl in Consiglio comunale, il vice sindaco Arcudi ha elencato i costi dei grandi eventi: così nel 2012 i costi aggiuntivi (in mezzi e personale) per Eurochocolate sono stati di 63.800 euro, cui vanno aggiunti gli straordinari per i Vigili urbani (tra i 15 e i 20 mila euro), mentre il Comune riceve da Eurochocolate solo 36.000 euro (Tosap); altri 16.000 dovrebbero venire dalle sanzioni per occupazione abusiva di spazi non autorizzati. Come si ricorderà, infatti, Eurochocolate si permette tranquillamente di mettere le sue bancarelle sdappertutto, anche addosso alla Fontana, e nessuno osa rimuoverle: poi, semmai, ci sarà la multa, se e quando sarà pagata. Ogni Perugino (neonati compresi) paga 1 euro e 56 centesimi per il complesso dei grandi eventi. Su questa base, Arcudi ha dichiarato di condividere la proposta di far ricadere sui grandi eventi i costi aggiuntivi, o perlomeno quelli relativi alla raccolta dei rifiuti. Ha inoltre promesso che il Comune eserciterà un maggior impegno contro l'occupazione abusiva di spazi non autorizzati, senza però precisare nulla se non generiche "eventuali sanzioni". Nulla è stato detto a proposito dell'utilizzo della polizia municipale. Arcudi infine non ha mancato di lanciare un elogio a Eurochocolate, paragonando tale manifestazione al Palio di Siena. In ogni caso, la novità - se sarà seguita dai fatti - è nella volontà di richiedere alla manifestazione (privata e commerciale) il minimo del rimborso delle spese che la città sopporta, anche se alla stessa viene concesso gratis il "marchio" della città stessa: se Siena è identificata con il Palio, grande manifestazione storica celebrativa dell'indipendenza comunale, Perugia oggi viene identificata con la fiera del cioccolato: metterle sullo stesso piano la dice lunga sull'impostazione culturale del vice-sindaco. Ma sarebbe grave se la conseguenza di questo piccolo passo di equità ricadesse su altri grandi eventi di ben altro spessore culturale: penso ad es. ad Umbria Jazz, o alla stessa Fiera dei Morti (istituita dal Comune di Perugia nel periodo di maggior splendore repubblicano, come punto d'incontro per tutta l'Italia centrale: altro che bancarelle!). Forse una più attenta discussione sul valore culturale delle iniziative permetterebbe all'amministrazione di adottare provvedimenti davvero equi e davvero capaci di portare benefici alla città.
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