Cos'è l'agricoltura biologica
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute - n.8 - 1/2009
La filosofia dietro a
questo modo di coltivare le piante e allevare gli animali è legata
all'intenzione di offrire prodotti senza residui di fitofarmaci
o concimi
chimici di sintesi, ma anche di non di non inquinare acque,
terreni e aria.
L’agricoltura biologica
è un’attività che propone e ricerca il bene comune a partire da
quello del suolo, della fauna, dell’aria, dell’acqua, della
salute degli uomini. Vale la pena ritentare una rapida presentazione
di tale pratica agricola,dei suoi scopi, dei suoi obbiettivi, dei
metodi e delle strategie attraverso i quali si cerca di raggiungere i
predetti scopi.
Nella pratica biologica
sono centrali soprattutto gli aspetti agronomici:
la fertilità del terreno viene salvaguardata mediante l'utilizzo di
fertilizzanti
organici, le rotazioni
colturali e le lavorazioni attente al miglioramento della
struttura
del suolo e della percentuale di sostanza organica; la lotta alle
avversità delle piante è consentita solamente con preparati
vegetali, minerali e animali che non siano di sintesi chimica (tranne
alcuni prodotti considerati "tradizionali") e privilegiando
la lotta
biologica, tranne nei casi di lotta obbligatoria in cui devono
essere usati i più efficaci principi
attivi disponibili.
Gli animali vengono
allevati con tecniche che rispettano il loro benessere e nutriti con
prodotti vegetali ottenuti secondo i principi dell'agricoltura
biologica. Sono evitate tecniche di forzatura della crescita e sono
proibiti alcuni metodi industriali di gestione dell'allevamento,
mentre per la cure delle eventuali malattie si utilizzano rimedi
omeopatici e fitoterapici limitando i medicinali allopatici ai casi
previsti dai regolamenti.
L'agricoltura biologica
in Europa è
regolamentata da due normative comunitarie: Reg. (CEE) n° 2092/91 (e
successive modifiche e integrazioni) e Reg. (CE) n° 1804/99
Il primo è il documento
più importante per quanto riguarda la storia di questo tipo di
agricoltura, quello che ha regolamentato per la prima volta la
produzione riconoscendola ufficialmente. È relativo al metodo di
produzione biologico di prodotti agricoli e all'indicazione di tale
metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari. Il
regolamento del 1999
è una sorta di "integrazione" al primo per quanto riguarda
nello specifico le produzioni
animali.
Nel giugno del 2007 è
stato adottato un nuovo regolamento CE per l'agricoltura biologica,
Reg. (CE) n° 834/2007, che abroga il Reg. (CEE) n° 2092/91 ed è
relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti
biologici sia di origine vegetale che animale (compresa
l'acquacoltura).
Per quanto concerne la qualità degli alimenti, il regolamento
comunitario vieta espressamente di pubblicizzare come di qualità
superiore i prodotti biologici.. Gli alimenti biologici sono comunque
gli unici dimostratisi del tutto esenti da contaminazioni da
fitofarmaci nelle analisi condotte da Legambiente nell'ambito dello
studio <<Pesticidi nel piatto 2007>>. Inoltre uno studio
del 2005 ha dimostrato che le tracce di agrofarmaci contenuti nelle
urine dei bambini scompaiono dopo pochi giorni di alimentazione
biologica...
Dopo anni di dubbi e
incertezze, le ricerche più recenti concordano nel dire che gli
alimenti biologici contengono più antiossidanti
e più nutrienti:
ad esempio, gli scienziati dell'Università
di Davis, California, in uno studio pubblicato nel giugno 2007,
hanno misurato la concentrazione di flavonoidi
in pomodori bio e
non, raccolti fra il 1994 e il 2004 in uno studio ultradecennale che,
con un rigore mai raggiunto in precedenza, mette a confronto decine
di sistemi di coltivazione diversi in ambiente controllato. Grazie
alla accuratezza dei metodi impiegati, si è riscontrato che
mediamente i pomodori bio avevano il 97% in più di canferolo,
il 79% in più di quercetina
e il 31% in più di naringina,
e si è inoltre dimostrato che il suolo coltivato con metodi
biologici migliora nel tempo, dando frutti sempre migliori.
Altri studi pubblicati
nel marzo 2007 mostrano che pesche, mele e kiwi biologici hanno
consistenza maggiore, e contengono una maggiore quantità di sostanze
nutritive e antiossidanti quali zuccheri naturali, vitamina
C, beta-carotene
e polifenoli,
concordando con ricerche precedenti, come quella dell'Istituto
nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, che nel 2002
ha dimostrato la superiorità nutritiva di pesche,
pere,
susine
e arance
biologiche. I pomodori studiati a Davis suggeriscono che la qualità
del terreno sia un fattore chiave, ma non sembra essere il solo: per
esempio la polpa dei
frutti bio contiene meno acqua, e è quindi più ricca di nutrienti;
inoltre le varietà scelte per la coltivazione biologiche sono spesso
più pregiate. Infine si ipotizza che le piante bio siano meno
«pigre» dei quelle coltivate con fitofarmaci,
perché costrette a produrre da sole molte più sostanze protettive.
Questi vantaggi legati al consumo dei prodotti biologici aumentano
laddove vengono acquistati nel circuito agricolo locale.
Giuseppe Mattoni agricoltore e fornitore di Natural@Mente
|