Il Salice
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute - n.8 - 1/2009
La corteccia del salice è
un potente analgesico, antipiretico, antireumatico, antispasmodico
sedativo e calmante. Ne è stato ricavato l’adico
acetilsalicicilico, cioè l’aspirina. Il vantaggio del prodotto di
sintesi è la titolazione costante. Il prodotto naturale ha altri
vantaggi. La presenza di altre molecole naturali equilibra l’acido
acetilsalicilico, compensa i suoi effetti collaterali. Inoltre il
prodotto naturale si accompagna ad un più accurato ascolto degli
effetti e di se stessi, ad una maggiore consapevolezza e cautela.
Il Salice, della Famiglia
delle Salicacee, cui appartiene anche il pioppo, è un albero
spontaneo e comune nelle nostre campagne. Preferisce i luoghi umidi.
INDICAZIONI
Il salice è utile per i
dolori ossei, muscolari, articolari ma anche di altro tipo. Riduce il
tasso di glucosio nel sangue, ed i crampi mestruali. Utile nelle
forme reumatiche croniche, nell'insonnia,
AVVERTENZE
Non va usato
contemporaneamente all'uso di altri analgesici o di sedativi perché
ne rafforza gli effetti. In chi ha disturbi gastrici o ulcera può
aumentare la acidità e, ad alte dosi, causare emorragie. Non va
usato in gravidanza ed allattamento. Per la presenza dei tannini può
causare disturbi gastrointestinali. Alle dosi consigliate e per
periodi brevi è una pianta sicura. Non sottoposto a prescrizione va
usato comunque con prudenza e soprattutto nei casi gravi è
consigliato il dialogo ed il controllo medico. Andrebbe approfondito
il suo utilizzo nelle coliche e nel dolore da cancro.
SIMBOLOGIA
Nel nostro immaginario
popolare il salice è diventato anche un emblema del ricordo
nostalgico, ed in particolare una varietà si chiama volgarmente
salice piangente. Tutt'altro valore gli avevano attribuito gli egizi,
che lo consideravano la pianta sacra della gioia! Ed infatti il
salice trasforma il dolore e la tristezza in serenità e gioia.
Nella Grecia antica così
come nei paesi celtici, il salice era una pianta sacra alle dee madri
e alle dee lunari, simbolo con i suoi frutti che cadono prestissimo,
a volte ancora prima di raggiungere la maturazione, della madre terra
che continuamente genera, per riprendere nel suo grembo gli esseri
generati.
ALLE FRONDE DEI SALICI
Di Salvatore Quasimodo
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio,
al lamento d’agnello dei fanciulli,
all’urlo nero della madre
che andava incontro al figlio
crocefisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
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