Sull'assemblea di Ponte Valleceppi
A questo punto vanno trovate soluzioni alternative per coniugare la giusta esigenza della gente a vivere in un ambiente sano e salubre e le esigenze dell'azienda a continuare a lavorare. Convocare un tavolo tecnico con esperti di ambo le parti per trovare la soluzione praticabile
Nel nostro impegno in difesa dell'ambiente collaboriamo con tanti comitati e li seguiamo nelle loro attività. Ieri sera a Pontevalleceppi una ennesima assemblea per denunciare la situazione di difficile convivenza tra la popolazione e la fabbrica. La nuova gestione della azienda vorrebbe entrare in sintonia con la popolazione ma si contraddice immediatamente spedendo richieste di danni milionarie ai promotori delle iniziative di protesta. Ieri sera erano stati invitati il sindaco, gli assessori all'ambiente del comune, provincia e regione. Tutti assenti. Non interessa il confronto diretto con la popolazione. Vorremo vedere con che faccia si presenteranno a chiedere il voto ai cittadini che non vogliono incontrare. La questione va affrontata con grande senso di responsabilità e conoscenza della realtà. Qualcuno degli amministratori presenti ha sventolato come un cimelio un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale nel 2009 in cui si chiede la delocalizzazione dell'azienda. A parte il fatto che dopo l'approvazione dell'ordine del giorno non è seguita nessuna iniziativa per attuare quanto votato, al contrario la Giunta Comunale sembra sempre più attenta alle richieste della proprietà che a quelle della gente. Il Comune così come la provincia e la regione non hanno disponibilità economica per concorrere a questa delocalizzazione. Nemmeno hanno preso in esame la ricerca di un sito alternativo che è il primo passo da compiere. Il secondo passo è quello di quantificare i costi della delocalizzazione tra cui l'acquisto del nuovo sito che logicamente non dovrà essere a ridosso di centri abitati, la viabilità, la costruzione delle nuove strutture e lo smantellamento e la bonifica del sito attuale. Di tutto questo nessuno parla. Si va in assemblea a seminare demagogia e raccogliere qualche applauso peraltro sempre più fiacco. Preso atto che il pubblico non ha soldi da mettere nemmeno per pagare gli stipendi di Umbria Mobilità. Che il privato con questi chiar di luna (in cui nessuno può immaginare gli sviluppi di questa crisi economica di cui non si vede la fine), non ha nessun interesse a tirar fuori molti milioni per fare lo stesso lavoro che già fa a Ponte Valleceppi e quindi lascia le cose come stanno. A questo punto vanno trovate soluzioni alternative per coniugare la giusta esigenza della gente a vivere in un ambiente sano e salubre e le esigenze dell'azienda a continuare a lavorare senza dover rincorrere le proteste dei cittadini pagando fior di avvocati. Se l'azienda si è tanto ampliata da non assicurare il rispetto della gente, allora in mancanza di interventi tecnologici si dovrà pensare ad un suo ridimensionamento. La via di accesso alla distilleria crea disagi per gli abitanti? E' possibile realizzare un accesso alternativo ad esclusivo uso della distilleria. Su questo il comune può fare molto. Quindi è ora di mettere i piedi bene a terra e di convocare un tavolo tecnico con esperti di ambo le parti per trovare la soluzione praticabile per i diritti dei cittadini e dell'impresa. Tutto il resto sono chiacchiere in malafede e demagogia a buon mercato.
Nome: ecologicamente Commento: I comitati sorti spontaneamente nelle frazioni sul problema delle biomasse e biogas riuniti nel "Coordinamento Regionale Umbro Terre Nostre" è totalmente autonomo da qualsiasi forza politica e respinge tutte le strumentalizzazioni evidenti o velate che ne potrebbero offuscare l'immagine autonoma ed indipendente.