Nonni
Potrei rammentare tante cose e tanti momenti...
I nonni, i Nonni, sono tradizionalmente quattro, mamma e papà di mamma, mamma e papà di papà. Io ne ho conosciuto soltanto uno, il nonno Giovanni, il maresciallo, come da molti era chiamato, ma per me era il Nonno. La mamma di mamma morì molto giovane, a trentatre anni; mamma avrà avuto cinque o sei anni o poco più. Mamma mi raccontò che sua mamma Rosalinda stava lavando i panni al lavatoio sul Naviglio, in vicolo lavandare, a Milano, ove abitavano. Scivolò e si procurò una qualche lesione interna che da lì a non molto la portò in cielo. Il marito, Fausto, da bravo contadino trasferitosi a Milano ove era un buon operaio, questo io ricordo che mi abbiano detto i miei genitori, non resse alla vedovanza. Si perse, cominciò a bere, abbandonò il lavoro, e finì in un ricovero per gente sola, abbandonata, distrutta, vecchia. Io rammento che una volta sola ci portarono a vederlo, più che a conoscerlo, in un ospizio, ad Abbiategrasso, non lontano da Milano; non so quanti anni avessi e non sono neppure certo di questo ricordo. Mamma fu affidata a due zii, a S. Lorenzo de’ Picenardi vicino a Piadena, ove visse fino alla fine delle scuole magistrali, che frequentò in un collegio a Cremona. Gli zii che la allevarono (loro erano senza figli) si chiamavano Rosa e Arturo e noi, io e mia sorella Marina, li chiamavano nonni. Solo da grandicelli sapemmo la verità. La mamma di mio papà morì durante la guerra. Non so bene di qual male. Ma rammento che aveva avuto problemi renali, che non fu bene diagnosticata la sua malattia, e morì anzitempo per un blocco renale. Non la conobbi, pertanto, essendo io nato pochi anni dopo la fine della seconda grande guerra. Si chiamava Maria Letizia e riposa nel cimitero di Perugia, assieme a nonno Giovanni. Nonno Giovanni, il papà di papà, fu quindi l’unico nonno che abbia conosciuto. E i ricordi che mi legano a lui sono tanti. Quando, ancora non anziano, veniva al villaggio ove abitavamo allora, in provincia di Milano, a nord, alle Groane, ci portava sempre, noi ragazzini, a giocare al laghetto delle ninfee, verso Cogliate. Distava da casa nostra meno di due chilometri, ma sembrava lontano. Era un posto incantato. Al laghetto, piccolo, rotondo, non artificiale, vi si accedeva da uno stretto sentiero chiuso ai due lati da cespugli e alti pioppi. La strada, dalle nostre case all’imbocco del viottolo per il laghetto, era ancora bianca, coperta di breccia. La asfaltarono anni dopo; poi sorsero alcune case; le piante scomparvero, così il laghetto, che ora non c’è più, solo nel ricordo dei pochi (o tanti?) che ebbero la fortuna di viverlo. Nonno abitava a Perugia, a Monte Luce. Ogni anno, o quasi ogni anno, lo si andava a trovare, vuoi durante le vacanze estive, vuoi durante le festività natalizie. Nonno aveva l'abitudine di stare in casa (e più passavano gli anni, più preferiva rimanere in casa, una modesta dimora al terzo piano di una casa costruita all’inizio degli anni venti del secolo passato), nonno aveva l'abitudine, dicevo, di stare in casa, e con il pigiama, sempre. A qualsiasi ora uscisse si vestiva con i suoi abiti borghesi, e appena rientrato, rinfilava il suo pigiamone. Potrei rammentare tante cose e tanti momenti, anche più recenti, si fa per dire, in quanto, quando mi trasferii a Perugia per frequentare l’Università, vissi da lui e con lui quasi due anni, e quindi giorno dopo giorno lo vedevo, ci parlavo, ci scherzavo, ci si aiutava l’un l’altro. Riemergeranno con il tempo questi ricordi e forse li racconterò, chissà. Poi, era già ottantacinquenne o forse ottantaseienne, il nonno morì, inevitabilmente, senza rumore, senza soffrire, lentamente; si spense nel suo letto, in camera sua, che era anche il suo piccolo regno, pieno di curiosità, di segreti, di storie vissute. Nonno mi insegnò, sin da bambino, a giocare a carte, con le piacentine. Mi insegnò la briscola, la scopa, bazzica e scopa, centocinquantuno (a due e a tre), mi insegnò il tresette. E di questo ne sono orgoglioso.
maggio 2010
(N.d.R.: la foto della copertina non si riferisce alla famiglia dell'autore)