Non ha piovuto, ma l'acqua si è infiltrata nel terreno, non trovando canali di scolo né forme di drenaggio: e la terra, appensantita e resa instabile dall'acqua, scivola sulla strada.
E' successo in via del Bulagaio, nel punto in cui due anni fa, dopo una frana e il crollo di alcuni alberi, era stata eliminata tutta la vegetazione, lasciando sgomenti i cittadini. Infatti, pur non essendo esperti come i tecnici che hanno eseguito la totale rasatura del greppo, sapevamo che sui declivi scoscesi le radici degli alberi possono trattenere la terra e filtrare l'acqua, diminuendo il pericolo di dilavamenti, smottamenti e frane.
Il lavoro di allora aveva messo in evidenza un terreno instabile, un grossolano deposito di argille e sassi, pronto a sfaldarsi alla prima occasione: e questa non è mancata.
Lunedì sette gennaio verrà effettuato dai tecnici un sopralluogo per verificare compiutamente la situazione e decidere l’intervento necessario. Noi, da inesperti, ci fidiamo delle vecchie tecniche contadine: alberatura, canali di raccolta e scolo, incestimento... Non ci tranquillizza per niente vedere che, provvisoriamente, sono stati portati dei divisori di cemento.
Anche nell'altra strada di accesso a Perugia (via dei lambrelli o delle mandrelle) succede la stessa cosa. La terra gonfia d'acqua piovana scivola e scola. Abbiamo già denunciato la tecnica adottata: semplicemente pulire l'asfalto e mettere fascioni d'acciaio al fianco della strada, mentre metri cubi di terra già si preparano a scendere nuovamente.
Speriamo che in via del Bulagaio non facciano la stessa cosa.
In entrambi i casi (e non solo in questi) non si intravede alcun progetto di sistemazione statica; e sono almeno quaranta o cinquanta anni che la via del Bulagaio è abbandonata a se stessa. Poi ci lamentiamo delle frane.

Ecco come si presentava la frana di due anni fa: