La pomata de Checcaccio
recensione al libro di Massimiliano Dragoni
La pomata de Checcaccio. Un caso di medicina popolare nelle montagne tra Assisi e Gualdo Tadino tramandato da mia nonna Peppa e raccontato da me medesimo.
EDIZIONI ERA NUOVA, Perugia, 2008, 10 EURO. Che dire? Soprattutto che è un libriccino simpatico. Simpatica l’idea, per un sì giovane autore (classe 1978!), simpatici i ricordi riportati, simpatica, anzi proprio bella, la sua presentazione sotto forma di ‘spettacolo teatral-musicale’, tenuta a Bastia lo scorso dicembre e a cui abbiamo con convinzione partecipato. Chi ha recitato? Beh, innanzitutto Massimiliano, già abile affabulatore, Daniele Celli, affermato attore folignate, Elisa Tonelli, una piacevole scoperta (in quello di Tor d’Andrea), per finire con Barbara Bucci e Marco maccarelli, voce (ma non soltanto) e fisarmonica/organetto (ma non soltanto) dei Sonidumbra, musicisti sempre più ricchi, vitali, emozionanti e coinvolgenti. La dedica che Massimiliano mi ha fatto sul libriccino (circa 100 pagine) che con piacere curiosità interesse ho acquistato è la seguente: ‘questo è un libro sulla tradizione e nella tradizione…’. Giuseppa Bazzucchi (Peppa, la nonna) era una donna d’altri tempi con la sua vita, il suo pensiero, la sua arte medicamentosa (in buona parte imparata dal Checcaccio) proiettati nella vita di un nipote. Ha detto Luigino Ciotti, che come presidente del Circolo Primomaggio ha organizzato questa importante iniziativa: ‘tra i due, oltre mezzo secolo di distanza ed un ritorno alle stesse origini di appartenenza. Dalla testimonianza vivente della cultura di tradizione orale all’approccio scientifico del mondo “colto”. Guaritrice, erborista, enciclopedico raccoglitore del sapere della montagna, la personalità di Giuseppa diviene nel testo il veicolo attraverso il tempo e la società per concepire i lati psicologici del mondo rurale visto come complesso universo legato alla terra ’. E la ricetta della ‘miracolosa’ pomata? E’ meticolosamente descritta nel III ed ultimo capitolo del libro. Si svolgeva in ben 6 fasi e prevedeva questi ingredienti essenziali: cera d’api, olio extravergine di oliva, miele, foglie e primo strato verde sottostante la corteccia di legno di sambuco! Per saperne di più, ovvero principi attivi (di fatto, prodotti delle api a parte, in Sambucus nigra), caratteristiche principali (antiossidante, …) ed indicazioni terapeutiche (scottature, punture d’insetti, mal di gola…), dovrete leggerlo: … ditelo bello mio do’ lo trovate ditelo bello mio do’ lo trovate ritorna la tua voce fresca e bella e ritorna la tua voce fresca e bella la-la-li-ro e ritorna la tua voce fresca e bella … (‘canto a vatocco’) Il libro, abbastanza ricco di ricordi personali, di proverbi e di citazioni strettamente dialettali, di note e richiami musicali, di fotografie d’epoca, è un prezioso documento, sia pur dilettantesco (ma forse per questo utile ed importante), di storia orale che copre i 50 anni che vanno dalla seconda guerra mondiale agli anni duemila, e che si presta ad una lettura rilassante e divertente a tratti, ma anche a rievocare in ognuno di noi, se lettore attento e cosciente è, un mondo di memorie che non sono altro che il substrato della nostra esistenza di persone pensanti, agenti, e consapevoli di quanto e di quanti ci hanno preceduto. “Le fasi per le quali sono passati i volghi in dozzine di secoli hanno lasciato non pur delle tracce, ma anche delle impronte forti e spiccate che il tempo vorace non ha potuto distruggere né attaccare” (Giuseppe Pitrè)
Daniele Crotti
|