16/07/2024
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LA PROVINCIA ''COLABRODO''
è necessario investire nella riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati

E’ di questi giorni la notizia che le province italiane rischiano di non poter sostenere le spese di riscaldamento degli edifici scolastici. Anche se l’annuncio ha tutto il sapore di una ripicca in risposta alla decisione governativa di ridurre le province italiane, mi sembra una buona occasione per richiamare l’attenzione sull’assoluta necessità di investire nella riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, che ad oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, sono dei veri e propri “colabrodo termici”.

Scaldare un edificio male isolato comporta uno spreco che può raggiungere l’80% dei consumi energetici. Le provincie, invece di lamentarsi  che ora “non hanno i soldi per pagare il riscaldamento delle scuole” avrebbero fatto bene ad investire i soldi pubblici nella riqualificazione energetica dei propri edifici, tra cui quelli scolastici.




L’immagine mostra una porzione dell’edificio della provincia di Perugia costruito di recente in via Palermo. L’immagine a destra è una “termografia” della stessa porzione rappresentata a sinistra in una fredda giornata invernale. La temperatura interna all’edificio è di 20 gradi C. Le zone in giallo arancio mostrano i cosiddetti “ponti di calore”, ossia zone male isolate che trasmettono calore dall’interno verso l’esterno.

E dire che già da 10 anni la direttiva europea 91/2002 ha introdotto precisi obiettivi in termini di rendimento energetico e l’obbligo della certificazione degli edifici nuovi (con le diverse classi di appartenenza, dalla A alla G) e nelle compravendite di quelle esistenti. Più recentemente il parlamento europeo, con la direttiva 31/2010, ha previsto una transizione radicale: da primo gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere “neutrali” da un punto di vista energetico, ossia garantire prestazioni di rendimento dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento oppure di soddisfarli attraverso le fonti rinnovabili. Peccato che una recente indagine ha mostrato che queste regole il più delle volte sono state disattese…

Lavorare in questo settore consentirebbe un rilancio nel settore edilizio che langue dopo lo scoppio della bolla speculativa



Roberto Pellegrino - Movimento Perugia Civica

Inserito mercoledì 14 novembre 2012


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Commenti

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Caro/cara enjoyableumbria (presentarsi con nome e cognome sarebbe stato intellettualmente più onesto, non crede?), faccio presente che l’immagine non è stata presa dal rapporto “tutti in classe A” (come può verificare lei stesso/a sfogliando il documento), ma mi è stata fornita da un conoscente che lavora nel settore. Inoltre, per quanto riguarda la citazione della ricerca l’articolo è provvisto di link. La prossima volta si informi meglio e faccia più attenzione. Se poi vogliamo parlare dell’onestà intellettuale e non solo di Legambiente ho un vasto campionario di esempi… purtroppo negativi. Cordiali saluti

Nome: franz
Commento: Gli edifici pubblici non sono stati mai adeguati in materia di risparmio energetico, né in materia di risparmio sui costi dei fannulloni. Però non preoccupatevi che dirigenti e tecnici della pubblica amministrazione, a barba nostra, hanno adeguato le loro abitazioni e le loro ville con il massimo dei confort. Spero che prossimamente, con il M5S al governo, tutto questo venga alla luce del sole con punizioni esemplari di chi ha sfruttato la pubblica amministrazione per fare propri interessi.

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