Cari genitori… Storie di soldati perugini nella Grande Guerra
Il libro di Graziano Vinti
ali&no EDITRICE, PG, 2008 Ci sono o ci possono essere dei libri, piccoli libri magari, di autori non rinomati, che possono colpire, coinvolgere, piacere. Per la serie “sguardi sul passato” di ali&no di PG eccovi “Cari Genitori…” di Graziano Vinti, il cui prozio Villelmo cadde nella guerra del 15-18 e che una lettera dello stesso venuta in suo possesso lo stimolò in questa ricerca a ritroso nel tempo… Graziano, che per scrivere le 120 pagine di questo speciale libriccino ha consultato archivi storici pubblici e privati del perugino e girato per numerose piazze di frazioni e borghi per recuperare l’elenco dei caduti nella I Guerra Mondiale, ci ricorda nella sua introduzione (nel corso delle interviste fatte per la preparazione del testo) che: “gli anni passati sono tanti, ma tra le pieghe della memoria delle persone più anziane delle famiglie perugine sono sbocciati ricordi, racconti, storie tramandate da genitori scampati alla guerra o di zii mai conosciuti, ma fortemente ricordati per decenni nell’ambito familiare e paesano”, Prendi il fucile e sbatt’lo giù per terra vogliam la pace vogliam la pace e no non più la guerra…(in “O Dio del cielo”, nella versione della ‘Brigata Pretolana’) Cosa può emozionarci in una simile opera letteraria? Tanti cose, le parole, i ricordi, i sentimenti,… ed è un modo di rievocare e rileggere la storia… “Terminata la guerra, i luoghi dove si era svolta l’immane tragedia erano costellati da tanti piccoli cimiteri; fra gli arbusti dell’erica e i mughetti sfilavano candide o improvvisate croci allineate, intorno manipoli di larici proteggevano dal vento e consentivano solo il passaggio delle correnti più fini, a guardia se ne stavano silenziose chiesette, lì a poco un ruscello cantava la sua canzone cristallina”, recita il primo capoverso dell’epilogo di questo piccolo ma ricco libro, che, sviluppato in una ventina di brevi capitoli, offre, nel testo, non pochi momenti di sofferta e dimenticata umanità. “Carissimo fratello, ti scrivo e ti saluto, come vedi ormai sono cinque mesi di guerra e mai mi trovo a riposo, sono sempre stato vittorioso…Di tremila ne siamo rimasti trecento, chi morto chi ferito chi ammalato, se ne sono andati tutti…” zona di guerra 19 / 10 / 1915 Leggetelo e proponetelo, agli amici, alle scuole, ai circoli culturali, alle associazioni del territorio,….
Daniele Crotti
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