17/09/2024
direttore Renzo Zuccherini

Home >> Biomasse: gli “imbonitori” dilagano anche in Germania

Biomasse: gli “imbonitori” dilagano anche in Germania
dal mondo accademico un nuovo fronte del no a biogas e biomasse

Quarantasei autorevoli scienziati tedeschi sono stati incaricati dalla Nationale Akademie der Wissenschaften Leopoldina per fare il punto sull’utilizzo delle biomasse a fini energetici. In Germania infatti sono attivi circa 7200 impianti a biomasse/biogas (in Italia “solo” 500).
Il lavoro degli scienziati, che hanno considerato tutti i fattori a favore e contro le bioenergie, è riportato in un corposo report ora disponibile in internet sia in tedesco che in inglese.
Nel documento di sintesi (pag. 39) sono riportate le raccomandazioni rivolte ai politici, che qui riporto in parte, tradotte in italiano:

RACCOMANDAZIONI RIGUARDANTI L'USO DELLE BIOMASSE COME FONTE DI ENERGIA
- La Germania non dovrebbe concentrarsi sulle bioenergie per ridurre il consumo di combustibili fossili e le emissioni di gas serra. Questa è la conclusione, da parte degli autori di questo rapporto, dopo il bilanciamento di tutti gli argomenti a favore e contro l'uso della biomassa come fonte di energia. In particolare, si deve insistere sul fatto che l'obiettivo comunitario di raggiungere nel settore dei trasporti il 10% di bio-carburante entro il 2020, deve essere rivisto.
Piuttosto la Germania dovrebbe concentrarsi su altre fonti di energia rinnovabile, come solare termico, fotovoltaico, e l'energia eolica, la cui richiesta di terreno, le emissioni di gas serra o altri impatti ambientali sono inferiori a quelli delle bio-energie. Il risparmio energetico e il miglioramento dell'efficienza energetica devono avere la priorità.

- La promozione delle bioenergie deve essere limitata a quelle forme che: a) non riducono la disponibilità di cibo o che stimolano aumenti di prezzo a causa della competizione con risorse limitate quali l'acqua e la terra; b) non hanno grandi effetti negativi sugli ecosistemi e sulla biodiversità; c) hanno un sostanziale (>60-70%) migliore equilibrio sui gas ad effetto serra rispetto ad altri vettori energetici che vanno a sostituire.
La gamma preziosa di servizi che gli ecosistemi forniscono all'umanità hanno bisogno di essere preservati.  Tutti questi elementi devono essere considerati quando i prodotti o la biomassa sono importati a fini bio-energetici.

 
Guarda caso, le conclusioni e le motivazioni addotte dagli scienziati tedeschi sono le stesse che gli “imbonitori” umbri (per dirla alla Boccali) diffondono tra i numerosi comitati che sorgono spontanei in Umbria per opporsi al proliferare di questi impianti.

Segue elenco degli “imbonitori” tedeschi


Coordinators
Prof. Dr. Bärbel Friedrich ML Institut für Biologie/Mikrobiologie, Humboldt-Universität Berlin
Prof. Dr. Bernhard Schink ML Lehrstuhl für mikrobielle Ökologie, Limnologie und allgemeine Mikrobiologie, Universität Konstanz
Prof. Dr. Rudolf K. Thauer ML Max-Planck-Institut für terrestrische Mikrobiologie, Marburg
Scientists involved in writing the report
Prof. Dr. Fraser A. Armstrong Department of Inorganic Chemistry, University Oxford, Great Britain
Dr. Vincent Artero Institute de Recherches en Technologies et Sciences pour the Vivant, Université Joseph Fourier, Grenoble, France
Priv. Doz. Dr. Nicolaus Dahmen Institut für Katalyseforschung und -Technologie, Karlsruher Institut für Technologie (KIT)
Prof. Dr. Holger Dau Fachbereich Physik, Freie Universität Berlin
Prof. Dr. Eckhard Dinjus Institut für Katalyseforschung und -Technologie, Karlsruher Institut für Technologie (KIT)
Prof. Dr. Peter Dürre Institut für Mikrobiologie und Biotechnologie, Universität Ulm
Prof. Dr. Bärbel Friedrich ML Institut für Biologie/Mikrobiologie, Humboldt-Universität Berlin
Prof. Dr. Helmut Haberl Institut für Soziale Ökologie (SEC), Alpen-Adria Universität Klagenfurt, Wien, Graz, Österreich
Prof. Dr. Thomas Happe AG Photobiotechnologie, Ruhr-Universität Bochum
Prof. Dr. Christian Körner ML Institut für Botanik, Universität Basel, Schweiz
Prof. Dr. Gerd Kohlhepp Geografisches Institut, Eberhard-Karls-Universität Tübingen
Prof. Dr. Katharina Kohse-Höinghaus ML Fakultät für Chemie, Universität Bielefeld
Dr. Philipp Kurz Institut für Anorganische Chemie, Christian-Albrechts-Universität Kiel
Dr. Christian Lauk Institut für Soziale Ökologie (SEC), Alpen-Adria Universität Klagenfurt, Wien, Graz, Österreich
Prof. Dr. Wolfgang Lubitz Max-Planck-Institut für chemische Energiekonversion, Mülheim
Prof. Dr. Matthias Rögner Lehrstuhl für Biochemie der Pflanzen, Ruhr-Universität Bochum
PD. Dr. Thomas Senn Institut für Lebensmittelwissenschaft und Biotechnologie, Universität Hohenheim
Prof. Dr. Victor Smetacek Alfred-Wegener-Institut für Polar-und Meeresforschung, Bremerhaven
Prof. Dr. Bernhard Schink ML Lehrstühl für mikrobielle Ökologie, Limnologie und allgemeine Mikrobiologie, Universität Konstanz
Scientists involved 47
Dr. Ulrike Schmid-Staiger Fraunhofer-Institut für Grenzflächen- und Verfahrenstechnik, Stuttgart
Prof. Dr. Ernst-Detlef Schulze ML Max-Planck-Institut für Biogeochemie, Jena
Prof. Dr. Rudolf K. Thauer ML Max-Planck-Institut für terrestrische Mikrobiologie, Marburg
Prof. Dr. Peter Weiland Johann Heinrich von Thünen-Institut, Braunschweig
Dr. Karen Wilson Cardiff School of Chemistry, Cardiff University, Wales, Great Britain
Scientists, who were interviewed to specific points
Prof. D. Thomas Bley Institut für Lebensmittel- und Bioverfahrenstechnik der TU Dresden
Prof. Dr. Christian Barth Deutsches Institut für Ernährungsforschung, Golm
Prof. Dr. Detlev Drenckhahn ML Institut für Anatomie und Zellbiologie, Julius-Maximilians-Universität Würzburg
Prof. Dr. Ian Donnison Institute for Biological, Environmental and Rural Sciences, Aberystwyth University, Wales, Great Britain
Prof. Dr. Ottmar Edenhofer und Kollegen Potsdam-Institut für Klimafolgenforschung, Potsdam
Prof. Dr. Maarten Koornneef Max-Planck-Institut für Pflanzenzüchtung, Köln
Dr. Adam Powell Centre for Sustainable Aquaculture Research, Swansea University, Wales, Great Britain
Dr. Robin Shields Centre for Sustainable Aquaculture Research, Swansea University, Wales, Great Britain
Prof. Dr. Mark Stitt ML Max-Planck-Institut für molekulare Pflanzenphysiologie, Golm

These scientists are thanked for taking their time to read individual chapters and for raising many critical questions on numerous points, which helped balance the recommendations.
48 Scientists involved
Scientific administration
Dr. Christian Anton Nationale Akademie der Wissenschaften Leopoldina
Dr. Henning Steinicke Nationale Akademie der Wissenschaften Leopoldina
External Reviewers
Prof. Dr. Nikolaus Amrhein ML Group for Plant Biochemistry und Physiology, Eidgenössische Technische Hochschule (ETH) Zürich
Prof. Dr. Georg Fuchs ML Institut für Biologie II, Mikrobiologie, Albert-Ludwigs-Universität Freiburg
Prof. Dr. Wolfgang Junge Abteilung Biophysik, Universität Osnabrück
Prof. Dr. Bernt Krebs ML Institut für Anorganische und Analytische Chemie, Westfälische Wilhelms-Universität Münster
Prof. Dr. Hermann Sahm Institut für Biotechnologie, Forschungszentrum Jülich
Prof. Dr. Hans Joachim Schellnhuber ML Potsdam-Institut für Klimafolgenforschung, Potsdam
Prof. Dr. Ferdi Schüth ML Max-Planck-Institut für Kohlenforschung, Mülheim
Prof. Dr. Stefan Tangermann Department für Agrarökonomie und rurale Entwicklung, Georg-August-Universität Göttingen, Akademie der Wissenschaften zu Göttingen

The reviewers are thanked for their many valuable suggestions, most of which were followed.
The final text is, however, in the responsibility of the scientists who wrote the report.


Roberto Pellegrino - movimento Perugia Civica

Inserito venerdì 2 novembre 2012


Commenta l'articolo "Biomasse: gli “imbonitori” dilagano anche in Germania"

Commenti

Nome: fabio
Commento: Sorvolo su tutte le inesattezze proposte sopra, dalla salubrità del digestato, alla co2, agli indici di efficienza energetica, non credo che valga la pena affrontarli, in questi termini con Te. Però sul convegno a Bastia si. Ti dico che la Presidente Paciotto ha detto che è favorevole al Biogas "Fatto Bene", con sottoprodotti, utilizzando il calore prodotto, con filiera corta, valorizzando il digestato, come dice il documento di Legambiente Nazionale. Ti hanno informato male.

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Caro Fabio, rimarrebbe la questione della speculazione finanziata coi soldi di ignari cittadini, la questione della tutela della salute (esistono pochi lavori scientifici che attestano la insalubrità delle emissioni e del digestato, ma nessuno che dimostra il contrario); l’efficienza energetica ridicola, l’EROEI prossimo a uno, l’incerta efficacia nella riduzione complessiva della CO2 (certificata da un folto gruppo di ricercatori indipendenti), la questione della necessità di incentivare la produzione di calore da fonti rinnovabili invece che di elettricità (l’Umbria è ferma ad un misero 33ktep di FER-C dal 2005) della necessità assoluta di dare priorità al risparmio e all’efficienza energetica degli edifici sancita dal “Piano d’Azione Nazionale sulle energie rinnovabili” ma quasi ignorata da tutti i politici. Ti bastano come motivi per fermare lo scempio del biogas/biomasse? Poi, se non ricordo male, il 3 ottobre scorso a Bastia, difronte ad una pletora di agricoltori speculatori, non mi risulta che ti sei scagliato contro le colture energetiche… ma anzi, la "tua" presidentessa ha detto che legambiente è favorevole al biogas...

Nome: Barcaioli Fabio
Commento: Messe così sono le stesse conclusioni alle quali sono arrivati tutti, anche Passera e Clini. No all'espandersi della produzione di Energia con Biomasse Coltivate che vanno a sostituire terreni dedicati all'alimentare. Su questo possiamo concordare. Ma se, come dice il D. Leg del 6 Luglio 2012 si utilizzassero almeno il 70% di sottoprodotti? E se quell'insilato prodotto per rifornire quel 30% non andrebbe a sostituire grano o masi, ma colture non alimentari come il tabacco?

Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
Sei la visitatrice / il visitatore n: 7215144