Ambiente, venti di protesta in Cina
Le manifestazioni a Ningbo l'ultimo esempio. Nel 2012 i cortei «verdi» sono aumentati del 129%. Il governo pensa a una nuova legislazione. E cerca il dialogo.
da Pechino
Le proteste di Ningbo
di mercoledì 24 ottobre hanno messo in luce la crescente consapevolezza
dei cinesi riguardo alle questioni ambientali. Ora anche il governo
tenta di trovare risposte ai continui appelli della società civile per
una nuova legislazione in materia ambientale.
La città nella provincia dello Zhejiang è ormai stata militarizzata.
«Le strade sono piene di auto di sorveglianza della polizia», dichiara
un residente al South China Morning Post. La polizia, ha scritto
il quotidiano, ha arrestato nella giornata di martedì 30 ottobre più di
50 persone in seguito alle violente proteste ambientaliste che hanno
coinvolto un migliaio di persone e hanno rappresentato una delle più
grandi manifestazioni ambientaliste della storia della Repubblica
popolare cinese. 51 ARRESTI PER LE PROTESTE. I
cortei di protesta sono stati indirizzati contro il progetto di
ampliamento di una raffineria nel distretto di Zhenhai. L'impianto è di
proprietà della Sinopec, la più grande industria petrolchimica cinese.
La tensione ha raggiunto il suo apice venerdì 26 ottobre. Si sono
infatti registrati scontri tra polizia e manifestanti, con lanci di
pietre verso le forze dell'ordine e auto rovesciate. Citando il
quotidiano locale Ningbo Daily, il South China Morning Post
ha specificato che il numero degli arrestati per gli eventi di venerdì è
salito a 51. Di questi 13 sono destinati a essere processati in quanto
«sospetti criminali».
La polizia ha anche fermato due residenti. Il primo per aver preso
parte alla manifestazione di in possesso di un coltello; la seconda per
avere diffuso false voci sulla morte di uno studente universitario
durante le proteste. SOSPETTO ANNUNCIO DI SOSPENSIONE.
Ningbo è da giorni sotto il ferreo controllo della polizia. Le
manifestazioni si sono calmate in seguito all'annuncio del governo di
sospendere il progetto, ma la paura degli abitanti è che
l'amministrazione cittadina non abbia intenzione di abbandonare
totalmente l'idea che apporterebbe all'impianto un investimento totale
di 55,9 miliardi di yuan (circa 6 miliardi di euro). LO STOP AL PARAXYLENE È UN PALLIATIVO.
Il distretto di Zhenhai vuole inoltre proibire la produzione di
paraxylene, sostanza ricavata dalla lavorazione del petrolio e usata
nella produzione di bottiglie di plastica. Una mossa che difficilmente
verrà messa in atto, ma che in qualche misura dovrebbe servire da
palliativo contro i venti di protesta. Dalla vicenda un dato emerge
chiaro: la società civile cinese è sempre più consapevole dei problemi
relativi all'inquinamento ambientale e chiede di essere ascoltata dalla
politica.
L'esplosione di casi di inquinamento ambientale nel 2011: +120%
Il Want China Times ha ricordato che le proteste a tema
ambientalista sono aumentate negli ultimi anni. Una media del 29% annuo:
un dato di rilievo che però non rispecchia il gigantesco incremento
(120%) di casi di inquinamento ambientale registrato l'anno passato. Gli
incidenti riguarderebbero soprattutto il settore dell'industria
pesante, con il rilascio nell'ambiente di metalli pesanti e altre
sostanze estremamente dannose.
Solo il ministero della Protezione ambientale ha registrato 927 i casi
di proteste di tipo ambientalista dal 2005 a oggi. Ben 72 di questi casi
sono stati conseguenza di incidenti ambientali «di grande rilevanza». LEGISLAZIONE AMBIENTALE CARENTE.
Yang Chaofei, vice presidente della Società cinese per le scienze
ambientali ha portato i numeri di fronte al Comitato permanente
dell'assemblea nazionale del popolo, denunciando la mancanza «di canali
adatti che permettano alla società civile di avere accesso ai dati
sull'ambiente. Inoltre, le leggi sulla protezione ambientale non sono
chiare».
Proprio queste lacune sono il motore del crescente malcontento delle
generazioni più giovani. Soprattutto i nati negli Anni 90 hanno ricevuto
un'educazione tale da essere maggiormente sensibili nei confronti delle
questioni verdi. CANALE DIRETTO CON LA AUTORITÀ. La
soluzione, per Yang, è dotare la Cina di un apparato legale sulla
protezione ambientale maggiormente coerente e più severo sulla
valutazione d'impatto ambientale per imprese e progetti
infrastrutturali. Quindi promuovere una maggior partecipazione della
popolazione alle decisioni in materia: l'idea è quella di creare veri e
propri forum a livello locale attraverso i quali la società civile possa
avere un canale diretto con le autorità.
Mercoledì, 31 Ottobre 2012
Marco Zappa - Lettera 43
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