16/07/2024
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Cari genitori... Storie di soldati perugini nella Grande Guerra
Prima grande “frattura storica” del '900, mistura di modernità e arretratezza, fucina di barbarie e di nuove idee sociali, la Guerra Mondiale del “'15-'18” ha segnato l'immaginario collettivo italiano come pochi altri grandi eventi nel corso della Storia. E anche nella nostra Regione, e a Perugia, tante sono ancora le testimonianze – certo sfumate nei ricordi o apparentemente intangibili – che la raccontano, così come sono tante le famiglie che piansero, ormai 90 anni fa, un figlio, un marito, un padre. Graziano Vinti,  impegnato nella progettazione ambientalistica e naturale, attore in diverse compagnie di teatro di ricerca, ha raccolto in un volume di recente pubblicazione (“Cari genitori... Storie di perugini nella Grande Guerra”, Ali&no editrice, € 14) ricordi, storie, racconti dei tanti concittadini che parteciparono al conflitto. “L'idea di questo libro mi è venuta circa due anni fa, quando venni in possesso di una serie di belle e commoventi lettere accompagnate da una foto di mio prozio Villelmo – racconta l'autore -  caduto sulle Dolomiti durante la Grande Guerra. Il suo nome era nascosto nella memoria di mio padre, una lapide in suo onore campeggiava sopra l'uscio della stalla della casa poderale dove era nato, e la sua storia mi fece tornare alla mente racconti di mio nonno Silvio, che nel conflitto fu invece prigioniero di guerra”. Presentato sabato pomeriggio all'ex chiesa Sant'Anna in viale Roma, con un monologo teatrale dello stesso Vinti, il libro è un viaggio nella Storia e nelle storie di quei giovani perugini che, costretti o convinti, si ritrovarono nel fango delle trincee della Grande Guerra. 
Scorrendo le pagine - accompagnate da fotografie dell'epoca – riemergono storie lontane: ecco il conte Enzo Valentini, figlio del sindaco, che parte volontario e muore a 18 anni nel primo assalto; o il giovanissimo Alessandro Macellari, che anche se quindicenne vuole andare a combattere e che per sua fortuna viene rispedito a casa. E poi i tanti perugini del contado o dei borghi, chiamati a servire la Patria in luoghi dai nomi esotici e impronunciabili: i fratelli Angelo e Riccardo Pacifici di Ramazzano; Pasquale Palazzoni, che muore all'ospedale, e Luigi Bazzarri, figlio del caldarellaro Giosafatte, ucciso dal colera; Tonino Cagiola, "il più bel ragazzo di Porta Sant'Angelo", che terminerà i suoi giorni in un ospedale per mutilati di guerra nel 1920. Sono i nostri nonni, bisnonni e prozii, quei “giovani antichi” che tra le montagne lasciarono la gioventù e la vita (almeno 1200 i morti registrati), perugini di un'altra Perugia.

 





Inserito mercoledì 17 dicembre 2008


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