A seguito del comunicato stampa dell'ANCI in base
al quale l'associazione dei comuni dell'Umbria è pronta ad inviare una nota al
prefetto segnalando "spiacevoli situazioni" che si stanno verificando nelle
assemblee indette dai comitati, il coordinamento regionale rifiuti zero esprime
forte sdegno e indignazione.
Il messaggio è chiarissimo. I sindaci sostengono
la politica energetica umbra e, logorati dallo spirito battagliero dei comitati
sempre più coesi e numerosi, pongono in essere una strategia intimidatoria nei
confronti di chi esprime motivate opinioni contrarie all'impostazione regionale.
Prendendo le distanze da qualsiasi episodio
violento e sovversivo, chiediamo agli amministratori comunali, provinciali e
regionali di abbandonare la strada dell'imposizione dall'alto di scelte che
potrebbero compromettere irreversibilmente la vocazione turistica e agricola
della nostra regione, ma di aprire un tavolo di confronto con i rappresentanti
dei comitati di tutta l'Umbria al fine di trovare una soluzione condivisa alle
problematiche sollevate: salute, inquinamento, violazione diritti indisponibili
dei cittadini, compromissione del paesaggio e
dell'agricoltura.
Vorremmo porre l'attenzione sui 7 milioni di euro
stanziati dalla regione Umbria alle agroenergie. Mentre le casse dei comuni
languono e i settori della sanità e dell'istruzione subiscono pesanti tagli, la
regione destina una cifra a 6 zeri ad un settore che, oltre al contributo
iniziale, graverà per ben 15 anni sulle tasche degli utenti.
Nel rimandare al mittente le
accuse di speculazione e strumentalizzazioni politiche
rispondiamo che la resistenza al biogas e alle biomasse non riguarda soltanto
l'Umbria, ma diverse regioni della penisola. Nelle Marche, grazie alla pressione
esercitata dai comitati, le procedure autorizzative sono state bloccate e in
altre regioni non sono isolati i casi di sindaci che esprimono parere negativo
in sede di conferenza dei servizi. Per ciò che concerne la Germania suggeriamo
di prendere in considerazione studi e testimonianze tedesche non in linea da
quanto affermato dall'ANCI.
Se non avremo subito dalle istituzioni un segnale
di apertura al confronto ci dichiariamo pronti ad intraprendere azioni di
protesta su tutto il territorio regionale e nazionale, pacifiche e civili, ma
serrate.
Cittadini, non sudditi.