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Biogas: imitare la Germania non serve
Dati alla mano, i 7200 impianti tedeschi contribuiscono in misura minima produzione di energia rinnovabile

Tra le varie forme di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, il BIOGAS è quella meno sostenibile dal punto di vista ambientale. Il guadagno in termini di minori emissioni di CO2 è molto incerto, soprattutto se la biomassa proviene dalle cosiddette “colture energetiche”, ossia coltivazioni intensive di mais o triticale destinate non già all’alimentazione ma alla produzione di energia elettrica. Per non parlare dell’inquinamento del suolo, della ridicola efficienza energetica e del basso valore dell’indicatore EROEI (ritorno Energetico sull’Investimento Energetico) che ho già discusso in precedenti articoli.

Tuttavia ho sentito più volte le motivazioni a favore del biogas addotte dal prof. Angelo Frascarelli, intervenuto anche di recente all’assemblea pubblica di S. Egidio. Una delle motivazioni a lui più care è l’esempio virtuoso della Germania, che attualmente conta 7200 impianti a BIOGAS installati per una potenza di 2.291 MW e che impiegano 800mila ettari di terreno agricolo (il 4.7% della Superficie Agricola Utilizzata): perché l’Italia non dovrebbe fare altrettanto?

Ebbene, ho messo a confronto le due nazioni tramite i dati ufficiali forniti da EUROSTAT per quanto riguarda la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile sul totale prodotto: nel 2011  l’Italia, che ha “solo” 500 impianti a biogas, è al 24.6%. La Germania, nonostante i suoi attuali 7200 impianti è al 20%. Anche negli ultimi dieci anni l’Italia è quasi sempre stata in vantaggio rispetto alla Germania come mostra il grafico qui riportato.


 
Ma il dato davvero sorprendente è che i 7200 impianti a biogas forniscono solo circa il 13% del totale della produzione elettrica rinnovabile tedesca che invece proviene principalmente dall’eolico (41%), dall’idroelettrico (20%), dalle biomasse solide (16%) e un po’ anche dal fotovoltaico (meno del 10%).
Al contrario, la produzione elettrica rinnovabile italiana, specialmente negli ultimi due anni, è dovuta principalmente al settore solare fotovoltaico (il paese del sole!), all’eolico e all’idroelettrico.

Quindi i 7200 impianti tedeschi contribuiscono in misura minima alla produzione di energia rinnovabile. D’altra parte lo scarso irraggiamento solare costringe la Germania a puntare su altre forme di produzione rinnovabile e tra queste anche il poco efficiente biogas da colture dedicate. Noi italiani che abbiamo la fortuna di disporre di un maggiore irraggiamento solare, col fotovoltaico possiamo fare molto di più, inquinando davvero meno!



Roberto Pellegrino - Movimento Perugia Civica

Inserito domenica 23 settembre 2012


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Commenti

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Le fornisco un altro dato su cui riflettere: se il 100% del terreno agricolo tedesco fosse destinato alla produzione di energia elettrica tramite il biogas, la produzione coprirebbe solo il 14.68% del fabbisogno elettrico attuale. Sono convinto che produrre energia col biogas ha senso SOLO utilizzando scarti, non certo le cosiddette "colture energetiche".

Nome: Franz
Commento: Qui in Germania, io abito in questa terra, quando si parla 7200 impianti si parla di migliaglia di piccoli impianti di proprietà di agricoltori (Bauern) con una piccola fattoria (Bauerhof) che comprende alcuni capi da latte (Kuehe) e qualche ettaro di terreno (Feld).

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Caro Franz, mi sembra che lei non ha colto il senso dell’articolo. Cerco di spiegarlo meglio: i 7200 impianti a biogas tedeschi (che sono una enormità a mio parere) forniscono solo lo 0.69% del totale dell’energia elettrica prodotta in Germania. Siamo sicuri che è questa la strada da battere?

Nome: Franz
Commento: La scusa che imitarli non serve, non regge più sig. Roberto, il dato di fatto è che non ne siamo capaci o addirittura peggio siamo troppo legati agli interessi di personaggi squallidi. Copiare i tedeschi, oggi, sarebbe cosa molto semplice per altri popoli, se avessero le possibilità nostre. Pensi bene.

Nome: Roberto Pellegrino
Commento: Caro Franz, anche io sono contrario ai pannelli fotovoltaici a terra. Penso invece che essi vadano installati sulle coperture degli edifici senza consumare terreno agricolo. In ogni caso rifletta su questo punto: per sviluppare una potenza di un megawatt il fotovoltaico richiede tre ettari di superficie, per alimentare con il mais un impianto a Biogas della stessa potenza si devono coltivare in modo intensivo 350-400 ettari di terreno agricolo, anch'esso sottratto alla produzione alimentare.

Nome: Franz
Commento: Sig. fabio, non lo deve dire a me, lo deve dire al sig. Pellegrino che sostiene il pannello fotovoltaico. Ad oggi non esiste ancora una tecnica per smaltire al 100% i componenti del pannello fotovoltaico. Poi, un'altro problema, una volta che rimuoveranno questi impianti non più utili, chi ridarà alla potenziale superficie agricola (il terreno) l'energia per far poi crescere colture alimentari. Il terreno se viene deprivato dell'irraggiamento solare poi diventa sterile. Ma tanto questo è un problema per i nostri figli.

Nome: Barcaioli Fabio
Commento: Mi permetto di rispondere a Franz: http://www.greenbiz.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4982:fotovoltaici-da-luglio-i-pannelli-dovranno-essere-smaltiti-correttamente-altrimenti-addio-incentivi&catid=30:legislazione&Itemid=130 http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/costituita-la-filiera-pannelli-e-componenti-degli-impianti-fotovoltaici

Nome: Franz
Commento: Volevo sapere come Roberto Pellegrino intende smaltire gli impianti fotovoltaici a fine ciclo di resa, molto meno che i 20 anni stabiliti, visto che ancora noi dobbiamo pensare a ciò ! Soluzione ?

Nome: Barcaioli Fabio
Commento: Vorrei dare ulteriori notizie ai dati forniti dal Dott. Pellegrino. Vorrei invitarvi a tenere in considerazione che, in Germania, c'è la possibilità di non trasformare il metano prodotto dalla Biodigestione Anaerobica in energia elettrica, ma bensì di immetterlo direttamente in rete per uso domestico. Cosa non ancora possibile in Italia e causa delle basse percentuali sull'energia elettrica da fonti rinnovabile tedesca. Inoltre, il V Conto energia ha avuto il merito di rendere economicamente sostenibili impianti di dimensione più ridotta (100 kw, 300 Kw e i 600 Kw solo se molto virtuosi) alimentati con il 70% di sottoprodotti di origine agricola o agroindustriale, va a risolvere molti dei problemi sollevati dal Dott. Pellegrino. Bisogna ulteriormente considerare che è previsto il recupero dell'azoto in uscita dall'impianto (digestato) con iscrizione della Società al registro dei "fertilizzanti" con l'opzione della vendita del prodotto. Tali accorgimenti rendono il Biogas da Biomasse agricole e agroindustriali una delle tecnologie più sostenibili oggi in circolazione. Infatti produrre bio-metano, poi energia elettrica e concime, che andrà a sostituire i concimi chimici oggi abbondantemente impiegati in agricoltura, utilizzando scarti che altrimenti andrebbero in discarica o in folcloristici smaltimenti, è una pratica certamente virtuosa. Va da sé che non basterà da solo a permettere all'Italia di uscire dalla dipendenza di Carbone e Petrolio, né di scoraggiare le nuove perforazioni in mare o altre zone italiche. La riduzione dei consumi di energia elettrica associate a TUTTE le rinnovabili rendono il traguardo del no Carbone - No Petrolio non più una chimera. Inoltre, la distribuzione diffusa su tutto il territorio e la molteplicità di Piccole Società che gestiscono tali impianti chiudono il nefasto capitolo dell'Energia prodotta esclusivamente dalle Grandi Centrali. Il futuro saranno i Distrette Energetici Autosufficienti, dove Sole, vento, acqua e scarti agricoli e agroindustriali dovranno essere una risorsa aggiunta del territorio. Non c'è dubbio che anche le "Energie Verdi" possono essere dannose (vedi il fotovoltaico a terra o la combustione di biomasse o l'eccessivo uso di terreni agricoli per la produzione di biogas, pratiche truffaldine nello spandimento del digestato ecc...) ma continuare, come leggo in alcuni comunicati stampa, a far passare il Biogas come un MALE da Combattere a tutti i costi è, secondo me, un errore strategico grossolano. Buon Lavoro F.B.

Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
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