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Poesie scelte di Gėzim Hajdari
Presentazione del volume e incontro con l'autore domenica 21 dicembre ore 16.30 Sala della Vaccara

Sala della Vaccara

Palazzo dei Priori

Perugia


Domenica 21 dicembre 2008

ore 16.30


POESIE SCELTE

1990-2007


di

Gėzim Hajdari


Piazza IV novembre


ne discutono

Ugo Fracassa

Filippo La Porta


legge

Amedeo Di Sora


interviene

Gėzim Hajdari 

Gėzim Hajdari č nato nel 1957 in Albania, a Lushnje: un “piccolo villaggio collinoso della provincia di Darsģa”. Si č laureato in Lingua e Lettere Albanesi presso l'Universitą di Elbasan. Nel 1991 č stato tra i fondatori del settimanale: "Il momento della parola" e ha contribuito alla nascita di partiti di opposizione. Costretto a lasciare il proprio Paese, vive in Ciociaria dal 1992 e viaggia nell’estremo Oriente e in Africa. Perfezionati gli studi letterari a Roma, in Sapienza, ha ricevuto numerosi e significativi riconoscimenti tra i quali spiccano, nel 1997, il premio Montale per la poesia inedita e il premio Dario Bellezza. La traduzione tedesca di una sua recente raccolta č stata presentata in occasione dell’ultima Fiera del libro di Francoforte.

 

Bibliografia poetica:

Ombra di cane - Hije qeni (dismisuratesti, 1993)

Sassi contro vento - Gure kunder eres (Laboratorio delle Arti, 1995)

Pietre al confine (Bottega Grafica, 1998)

Corpo presente (Botimat Dritėro, 1999)

Antologia della pioggia (Fara Editore, 2000)

Erbamara - Barihidhur (Fara Editore, 2001)

Stigmate – Vrage (Besa, 2002)

Spine nere - Gjemba te zinj (Besa, 2004)

Maldiluna - Dhimbjehene (Besa, 2005)

Poema dell’esilio - Poema e mėrgimit

(FaraEditore, 2005)

Peligņrga (Besa 2007)

Poesie scelte 1990 – 2007 (Besa 2008)


Quanto siamo poveri.

Io in Italia vivo alla giornata,

tu in patria non riesci a bere un caffč nero.


La nostra colpa: amiamo

la nostra condanna: vivere soli divisi

dall'acqua buia.


Ritornerņ in autunno come Costantino,

tu nelle colline natali hai gią raccolto

l'origano

che porterņ con me nella stanza ancora

sgombra.


Ora vivo al posto di me stesso

lontano da quella terra che impietosamente

divora i propri figli.


Gėzim Hajdari




Inserito mercoledģ 17 dicembre 2008


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