E pensare che Borgo XX giugno “da solo” era riuscito a ritirare su la testa e ha proporre eventi e manifestazioni degne di Corso Vannucci. Negozi aperti fino a tardi, zone ripopolate grazie a kermesse e appuntamenti culturali. Questo era il quadro che si presentava a cittadini e turisti che decidevano di passeggiare nelle zone limitrofe a Corso Vannucci in tutto il periodo estivo. Con notevole interesse anche dei negozianti che ad un passo dalla chiusura, complici i pochi parcheggi liberi in zona e l’anonimato del quartiere, poco valorizzato dal punto di vista culturale. Ma il sogno estivo si è trasformato ben presto in incubo quando si è sparsa la voce dell’interesse da parte di una nota catena di supermercati di voler aprire un nuovo punto vendita nella zona dei tre archi, per la precisione a ridosso della stazione di S.Anna. Se così fosse e se le voci fossero confermate sarebbe un duro colpo per i commercianti della zona. Negli ultimi cinque anni, secondo i dati di Confesercenti, hanno abbassato la saracinesca almeno 100mila negozi, con la conseguente perdita di 250mila posti di lavoro. Secondo quanto appreso sarebbero stati già individuati alcuni immobili adatti alla realizzazione del maxisupermercato e la zona più indicata sarebbe Via Roma, dove del resto ci sono degli immobili abbastanza capienti per ospitare il nuovo “colosso” della distribuzione. Certo è che le logiche del mercato e della concorrenza sono davvero spietate. Aprire un nuovo supermercato in una zona così centrale della città non serve proprio a nulla, anzi. Si andrebbe a perdere quel senso della fiducia reciproca che si viene a creare con il piccolo artigiano o il fruttivendolo che hai sotto casa. Una battaglia persa per il piccolo commerciante che magari con tanta cura e ricercatezza ti offre ogni giorno i suoi prodotti freschi. I centri storici stanno morendo, per non parlare delle periferie, in continuo decadimento. I classici negozietti “sotto casa” stanno chiudendo uno dopo l’altro. Chi rimane aperto, sopravvive a fatica perchè i clienti sono sempre meno. Molti sono stati costretti a chiudere attività di famiglia che esistevano da decine d’anni. Dei luoghi che hanno fatto la storia del piccolo commercio e che sono stati il punto di riferimento quotidiano per la spesa e uno scambio di parole, di gentilezza.
Nome: stecca Commento: Magari aprisse! Sarebbe un piacere boicottarlo e farlo chiudere nel giro di 30 giorni.
Non abbiamo bisogno di un negozio stile centro commerciale al Borgobello. Se vuole aprire lo faccia a suo rischio e pericolo. La libera iniziativa è un diritto