Il Tevere boccheggia
A ridurre la portata hanno contribuito, oltre alla siccità, anche tutti coloro che, legittimamente o no, usano l'acqua del Tevere pensando che la crisi idrica non li debba riguardare
Non possiamo che prendere atto del confermato impegno apparso sui giornali da parte dell’Assessore Pesaresi per la salvaguardia dell’ecosistema del fiume Tevere. Anche se le prese d’atto quando non sono seguite dai risultati si trasformano in disillusioni. Del resto anche questa volta non possiamo che giudicare la risposta ovvia e generica perché di fatto non assume alcun impegno.
C’è da aggiungere, poi, che sulla salvaguardia del Tevere esistono precise responsabilità di Provincia e Regione, che risultano completamente assenti o inaffidabili nel far rispettare alcune decisioni prese, come quelle sugli attingimenti che in sostanza non stanno ottenendo alcun risultato come è verificabile da un rapido esame sulla situazione del Tevere in questi giorni. E non parliamo della situazione drammatica degli affluenti ormai ridotti a letti asciutti.
Ma per tornare al Tevere basta osservare che i pesci si vedono nuotare in superficie perché l'ossigeno, ormai, appena più sotto è assente. La riduzione della portata idrica ha reso l'acqua densa di sostanze inquinanti e povera di ossigeno.
A ridurre la portata hanno contribuito, oltre alla già conclamata siccità, anche tutti coloro che, legittimamente o no, usano l'acqua del Tevere pensando che la crisi idrica non li debba riguardare.
Va detto, inoltre, che Provincia e Regione, per altro verso, dovrebbero risultare vincolate dalla stessa delibera del consiglio comunale del 2006 (n.1 del 9/1/2006) perché fra i firmatari compaiono presenze che ancora oggi occupano scranni nel Consiglio Regionale e nel Consiglio Provinciale. Infatti quella ormai famigerata delibera per noi, comunque, fa testo e sulla sua applicazione giudicheremo l’operato delle tre amministrazioni a fine mandato per quanto attiene le politiche ambientali sul fiume.
Quella delibera, proposta da Pesaresi e Mariucci, fu firmata all'unanimità da tutti i 35 consiglieri presenti: Conti Luca, Santucci Enzo, Pesaresi Lorena, Monaco Alessandro, Bottoni Fabrizio, Granocchia Franco, Mariucci Alessandro, Grasselli Vittorina, Serlupini Maria Pia, Leonelli Giacomo, Cippiciani Paolo, Roma Giuseppe, Tosti Marco, Luchetti Giampiero, Frenguelli Carlo, Cristofani Sauro, Molinari Maurizio, Lomurno Giuseppe, Carloni Vincenzo, Moretti Roberto, Ciccone Roberto, Manfroni Maria Rita, Fabbri Carlo, Fioriti Cesare, Perari Massimo, Dozzini Aurelio, Faina Fabio, Rosi Gianluigi, Valentino Rocco, Porena Daniele, Corrado Giorgio, Baldoni Renzo, Orsini Federici Paolo, Monni Massimo, Sorcini Piero, Calabrese Francesco. Assente il sindaco Locchi, ma non per questo esente da responsabilità .
Tutti i tredici punti, che vincolano l’impegno, hanno una loro rilevanza particolare come l’istituzione del Parco Fluviale, l’acquisizione dell’ansa degli Ornari, il divieto di agire lungo l’alveo con interventi che non siano d’ingegneria naturalistica e faunistica, ma confermino la loro sostenibilità senza incorrere in arginature, la delocalizzazione della distilleria Di Lorenzo e la Tecnoasfalti, ecc…
Da quei tredici punti è venuta meno la voce Montedoglio per peggiorare la situazione.