14/08/2024
direttore Renzo Zuccherini

Home >> I cittadini di Rocca Ripesena dicono no alla cementificazione

I cittadini di Rocca Ripesena dicono no alla cementificazione
Presentati un esposto-denuncia alla Procura della repubblica di Orvieto e un ricorso al tar dell'Umbria

COMUNICATO STAMPA DELL’ 1.08.2012

I CITTADINI DI ROCCA RIPESENA E LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE DICONO NO ALLA CEMENTIFICAZIONE DELLA ROCCA!

Con due atti distinti rispettivamente in data 10 e 20 luglio scorso le associazioni ambientaliste dell’Orvietano ed il comitato Amici di Rocca Ripesena hanno depositato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Orvieto e notificato alle parti un ricorso al Tar dell‘Umbria relativamente al progetto edilizio presentato dalla F.C. Group S.r.l.
Nel primo i firmatari dell’esposto fanno presente alcune anomalie procedurali e gli avvenimenti accaduti in ordine alla nota vicenda – di cui si è già ampiamente occupata la stampa locale e regionale - chiedendo alla Procura di accertare eventuali profili di illiceità e, conseguentemente, di procedere verso i responsabili di tali violazioni.
Nel secondo, firmato da cittadini di Rocca ed associazioni, vengono portati all’attenzione e al giudizio del Tribunale  vari aspetti che hanno contraddistinto questa vicenda.
Nell’ampia documentazione presentata vengono tra l’altro segnalate le dichiarazioni degli uffici comunali circa la mancanza di aree idonee, nel comune di Orvieto, alla realizzazione di edifici destinati alla ricezione alberghiera. Aree che invece risulterebbero già previste nel vigente P.R.G., senza bisogno quindi di procedere ad alcuna modifica dello stesso per il nuovo albergo che si vorrebbe realizzare a Rocca Ripesena.
La medesima variante, a nostro avviso irregolarmente approvata dal comune di Orvieto, ha comportato anche la variazione della classificazione urbanistica di un’area destinata ad ospitare un edificio pertinenziale e di aree esterne a quella della società proponente, declassificando inopinatamente anche edifici tutelati di proprietà di altri soggetti ed addirittura a loro insaputa. In particolare per un casolare e  una piccola chiesa, già qualificati come “edifici sparsi costituenti immobili di interesse storico, architettonico e culturale”, si è proceduto di autorità al loro declassamento riattribuendo i relativi codici identificativi ad altri edifici situati in tutt’altra parte  del territorio comunale. Ma c’è di più: lo stesso proponente dell’opera, nel redigere le “brevi note”  alle osservazioni dei cittadini di Rocca Ripesena e delle associazioni ambientaliste, confessa candidamente di non aver inserito nel progetto, né di aver altrimenti richiesto, la denunziata de-classificazione dei beni vincolati (cosa che non sarebbe neppure potuta accadere per difetto della disponibilità dei beni).
I ricorsi segnalano inoltre il travisamento in merito al contenuto ed alla funzione del procedimento ex- Dpr 447/1998 - che possiede ben determinati presupposti -  in quanto la variante urbanistica deve essere imprescindibilmente connessa all’insediamento della specifica attività produttiva richiesta. Invece, la variante approvata dal Consiglio comunale è andata persino oltre quanto richiesto dalla proponente, concedendo una cubatura decisamente maggiore di quella necessaria per realizzare  l’immobile indicato nel progetto e, quindi, da qui in avanti utilizzabile in qualsiasi momento da parte della F.C. Group Srl sotto Rocca Ripesena. Peraltro, la rinuncia espressa dal proponente alla realizazione di una parte del progetto avrebbe dovuto imporre, in sede di valutazione progettuale, un rifacimento completo dell’intero procedimento, cosa che invece non è avvenuta.
Altro aspetto evidenziato nei ricorsi presentati è quello relativo al fatto che nella documentazione presentata a corredo del progetto alberghiero manca un fabbricato residenziale esistente da anni, come è facilmente dimostrabile da foto aeree ed altra documentazione.
L’edificio non rappresentato è stato in realtà materialmente demolito parecchi mesi dopo la redazione e la presentazione del progetto ma prima che il Consiglio Comunale si pronunciasse in merito all’approvazione. Anzi, i lavori di demolizione hanno avuto inizio contemporaneamente alla presentazione in Comune, da parte del proponente l’opera, della richiesta di modifica del progetto originario su cui si erano espresse le conferenze di servizi. Le determinazioni di queste ultime, e la consequenziale approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale, sono quindi fondate, a nostro avviso, su materiale istruttorio e su atti che non rappresentavano in quel periodo la realtà dei fatti.
Ma una altra “eccezione “ avrebbe dovuto interrompere la procedura e rigettare l’intero progetto: ci riferiamo alla proposta contenuta nel progetto del proponente l’opera di  modificare la destinazione d’uso dell’attuale agriturismo in country house, cosa che, a nostro avviso, non sarebbe legittima in base alla vigente legge regionale sulle strutture ricettive, poiché tale destinazione può derivare solo dalla ristrutturazione e dall’ammodernamento di ville o casali, e l’immobile oggetto di trasformazione (l’agriturismo) non rientra in nessuno dei due casi. Circostanza  evidenziata già in sede di conferenze di servizi da parte della Provincia di Terni e della Regione dell’Umbria, ma di cui il comune di Orvieto non ha inspiegabilmente tenuto conto. 
La variante approvata dal Comune di Orvieto si porrebbe infine in contrasto con le disposizioni per la tutela del paesaggio contenute nel P.T.C.P. della Provincia di Terni in quanto consentirebbe la realizzazione di nuove edificazioni viciniori alla singolarità geologica emergente e costituente appunto la rupe di Rocca Ripesena. Nell’area infatti sono consentiti solo meri interventi di mantenimento e conservazione, rimanendo quindi esclusa qualunque possibilità di nuove edificazioni correlate ad iniziative produttive e/o imprenditoriali, come nel caso di specie.
La vicenda di Rocca Ripesena assume per i ricorrenti, e ci auguriamo per tutti quelli che hanno a cuore la tutela del territorio orvietano, un aspetto paradigmatico in quanto è stata utilizzata, per la prima volta nella storia di Orvieto, una procedura  urbanistica abbreviata che, pur prevista da norme specifiche (sulle quali forse sarà necessario riflettere nelle sedi opportune circa l’efficacia e la congruità, visti danni ambientali che è capace di produrre), se non accompagnata da un grande senso di responsabilità verso le importanti caratteristiche paesaggistiche del territorio orvietano, può portare a sgradevoli ed ingiustificati processi di cementificazione ed incontrollata alterazione del paesaggio.
Sono azioni ingiustificate che a nostro avviso per prime le amministrazioni preposte dovrebbero scongiurare già nelle fasi istruttorie anziché adire procedure straordinarie che rischiano di pregiudicare l’interesse generale. Azioni contro le quali, così come già accaduto nel Comprensorio Orvietano, i comitati, le associazioni ambientaliste ed i cittadini tutti  non possono che schierarsi in una nuova battaglia, dopo quelle già vinte in un recente passato, per la difesa dei nostri territori, della nostra appartenenza culturale e dei nostri stili di vita. 
Comitato Amici di Rocca Ripesena, Orvieto
Associazione WWF – sezione di Orvieto
Associazione Altra Città, Orvieto
Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto
Associazione Accademia Kronos, Umbria
Associazione Amici della Terra- Club di Orvieto
Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente
Comitato P.D. dalla Specul. del Fotovoltaico Selvaggio, C.Giorgio
Rete Salvaguardia Territorio (Re.Se.T.), Bagnoregio
Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle
 




Inserito venerdì 3 agosto 2012


Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
Sei la visitatrice / il visitatore n: 7161765