17/09/2024
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Perché Perugia ha bisogno dei suoi simboli
L'Arco etrusco - come il Grifo e il Leone, il Monumento al XX Giugno e la Fontana - non è una semplice opera d’arte. È un Bene comune nel quale ci identifichiamo e riconosciamo comunità

 

Quando si pose il problema di restaurare il Grifo ed il Leone a Perugia ci fu una lunga, ininterrotta partecipazione alle loro vicissitudini. Coinvolse semplici cittadini, giornalisti, studiosi locali e di livello internazionale. Il restauro fu lungo ed accompagnato da infinite discussioni, numerose e dibattute sedute comunali. Confronti che continuarono quando Grifo e Leone tornarono a casa e bisognava trovargli una sistemazione.

Per il Grifo del Monumento al XX Giugno la discussione, anche se solo cittadina, fu altrettanto intensa: poeti dialettali gli dedicarono poesie, Brenno Tilli memorabili manifesti, il confronto politico in Consiglio comunale ed in città particolarmente vivace: bisognava decidere se rimettere sotto “gl’ugne” del Grifo la tiara papale!

Per il restauro della Fontana trainanti furono la Giunta ed il Consiglio comunale: “Portiamo acqua alla Fontana” dissero, e misero in vendita litografie su di essa. Costante fu il coinvolgimento della comunità cittadina. Quel genio di Pietro Scarpellini riuscì con appassionate ed ineccepibili argomentazioni a far cambiare il progetto di restauro. Per non farci perdere il rapporto con la nostra Fontana e vedere il procedere quotidiano dei lavori la coprirono con una cupola trasparente.

 Per L’Arco etrusco è stato scelto un iter diverso. Asettico. La partecipazione ed il coinvolgimento dei cittadini non sono stati cercati. Il restauro è rimasto, finora, una faccenda che riguarda esperti, amministratori ed, ovviamente, Brunello Cucinelli verso il quale abbiamo un’immensa gratitudine così come ci auguriamo l’abbiano tutti i perugini.

Ma l’Arco etrusco - come il Grifo e il Leone, il Monumento al XX Giugno e la Fontana - non è una semplice opera d’arte. È un Bene comune nel quale ci identifichiamo e riconosciamo comunità, uno dei simboli della nostra città con il quale di continuo costruiamo e rinnoviamo rapporti.

Ed è anche grazie a questo scambio ed al significato che riusciamo ad attribuirgli che diamo senso al nostro essere cittadini. Tentiamo di mantenere in vita, seppure con grande fatica, i nostri legami. Il tessuto sociale diventa meno fragile. È per questo che ci auguriamo che ci sia il coinvolgimento emozionale che precedette il restauro degli altri simboli della nostra collettività, di modo che tutto il percorso del restauro possa lasciare una traccia profonda nel “sentimento civile” (come lo definiva Capitini) dei Perugini.

 



Società Generale di Mutuo Soccorso fra gli Artisti ed Operai di Perugia


Inserito domenica 8 luglio 2012


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Commenti

Nome: Rellini
Commento: Se seguita così alla Fontana tra poco bisognerà rimetterle il cappello di vetro....

Nome: Sandro
Commento: A me gli amministratori comunali sembrano comprensibili. Sanno accontentare la gente con feste e concerti e questo fanno. A restauro ultimato: una festa per festeggiare e poi tutto come prima... A meno che noi non si continui a porre il problema. A chiedere partecipazione

Nome: Claudia
Commento: Mi chiedo che cosa impedisca al Comune di Perugia di dare un forte significato al restauro dell'Arco etrusco. A volte sono veramente incomprensibili

Nome: Costanza
Commento: Grazie Società di mutuo soccorso per aver ricordato l'importanza dei simboli per una comunità

Nome: Maria Pia Battista
Commento: Penso che ognuno di noi ha i suoi simboli. Esistono simboli personali e simboli collettivi, ognuno ugualmente importante. Per me per anni simbolo del Comune di Perugia non è stato tanto Palazzo dei Priori ma gli Uffici comunali di Via Fiorenzo di Lorenzo. Sarà che ci abito davanti, sarà che lì si andavano a fare i documenti, sarà che tutti i giorni vedevi entrare ed uscire i dipendenti, non extraterrestri ma persone uguali a te, sarà che di qualcuno diventavi anche amico, sarà che c'era ancora l'illusione che il Comune fosse davvero la "Casa comune" sta di fatto che per me il Comune era quello e Palazzo dei Priori una specie di sede di rappresentanza, lontana, secondaria. Qualche giorno fa sono entrata nella ex sede degli uffici perchè il cancello era aperto. NULLA E' CAMBIATO DA ALLORA. PROPRIO NULLA. A DISTANZA DI NON SO PIU' QUANTI ANNI. Mancavano le scrivanie e i dipendenti, ma per il resto c'era ancora tutto. Ci sono ancora le targhe con i nomi degli uffici, gli uffici, ecc. ecc. Evidentemente il Comune, con la fretta di vendere l'edificio , si è dimenticato di togliere i suoi simboli, che sono anche nostri, forse pensandoli non più degni di attenzione. Maria Pia Battista

Nome: Vanni Capoccia
Commento: "Il simbolo si radica in ciò di cui si fa esperienza, dunque nel passato, ma si rivolge al futuro. Getta un ponte tra passato e futuro, indicando una strada. Se è privo di questa propulsione al futuro, è morta vestigia che può interessare solo il folklore o l'antropologia culturale" Gustavo Zagrebelsky

Nome: Gina
Commento: Città senza simboli condivisi uguale a città senza anima. Infatti Perugia ha perso l'anima e non si può che apprezzare lo sforzo che fate per restituirci, insieme ai suoi simboli, l'anima di una città

Nome: Vanni Capoccia
Commento: Una comunità ha talmente bisogno di simboli che Perugia si è identificata anche con la vita, in gran parte "mitologica", di Domenico Lupattelli ed in un vento "la Tramontana", mica è un caso che quando tira forte e "pela" la chiamiamo Tramontanina

Nome: Gabriella
Commento: E' come con la telecamera pellegrina: si dice che la Ztl inizia in un posto, poi i controlli si fanno in un altro. Si fa finta. A piazza Grimana si dice che la musica finisce ad una certa ora? Poi finisce più tardi. Si fa finta. Comunque il discorso è quello dell'articolo con l'Arco etrusco restaurato, la piazza non può rimanere com'è: A meno che non vogliano continuare a fare finta... fino alle prossime elezioni, ovviamente

Nome: giulia
Commento: Ho letto la pubblicità della manifestazione musicale a Piazza Grimana. C'è anche scritto: VENITE RUMOROSI. Non conoscono minimamente la quotidianeità del vivere. Delle cose semplici. Per loro il centro è solo un luogo vuoto da riempire con cose vuote nascoste dal rumore

Nome: paola
Commento: Non capisco la logica che ha portato tutta quella gente a Piazza Grimana. La festa similrave è durata fino alle 5 del mattino. C'è già Umbria jazz perché aggiungere cosa a cosa? Si è voluto approfittare della gente che la manifestazione jazz richiama? Ma la quotidianità di chi abita in Via Bartolo, Via U. Rocchi, via Pinturicchio, via Fabretti, corso Garibaldi non conta niente?

Nome: Nicola
Commento: Interessante questo lavoro sui simboli. Voi illuminate loro e loro illuminano noi. Ieri a Piazza Grimana hanno organizzato un festa che è proseguita tutta la notte. Una bolgia. Hanno consumato ancora di più un luogo già consumato ogni giorno. Perugia non sa più vivere la quotidianità

Nome: Rosa
Commento: I simboli ci fanno sentire a casa nostra. Siccome casa nostra la teniamo in ordine. Noi dobbiamo tenere in ordine quello che sta attorno ai simboli

Nome: cesare
Commento: Assolutamente d'accordo con la Società di Mutuo soccorso e complimenti per l'illumionazione proposta: un monumento come L'ARCO ETRUSCO va illumionato con colori tenui e non con quel bianco adatto agli stadi di calcio.

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