22/12/2024
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Piove! Dopo l'emergenza siccità, l'emergenza alluvioni
Ma allora a che servono gli argini? Il Comune di Torgiano ha già risposto

Grande attesa, per fortuna delusa, da parte dei mezzi di comunicazione di massa per l’alluvione a Roma.
Il fatto è che l’alluvione non c’è stata a Roma perché c’è stata più a monte (Orte, Teverina, ecc.). Ma intanto per due giorni  televisioni e giornali hanno lanciato l’allarme pioggia. Eppure erano mesi e mesi che non pioveva, e quando finalmente piove, come deve piovere a novembre, si scopre che l’Italia è impreparata ad accogliere l’acqua provvidenziale che scende dal cielo. Pensate:  un’acqua fitta, unita, si può dire che non ha fatto grandine o gelo; le vene si rigonfiano, i torrenti scorrono gioiosi, le cascate cantano…
Ma no! Non ci sono più torrenti e fiumi, ci sono grossi canali di scorrimento tra deserti di cemento e asfalto: e l’acqua si precipita a valle, rovina addosso agli argini, allaga le case e le strade realizzate al livello dell’acqua.
Tanti mesi di siccità potevano servire per intervenire a regolare in modo intelligente i corsi d’acqua, prevedendo per essi le opportune zone golenali, cioè le aree in cui i fiumi in piena possono riversare le acque in eccesso senza troppi danni. Lungo il Tevere ce n’erano tante; ad esempio il percorso verde di P. S. Giovanni corre proprio su un argine di terra battuta, lontano dal letto del fiume, che creava una bella zona golenale in grado di assorbire la spinta dell’acqua a monte dei ponti. Ma oggi domina un’altra logica: si fanno argini stretti, che chiudono il letto del fiume e lo trasformano in una potenza distruttrice che da qualche parte deve scaricarsi. Stavolta non è toccato a Roma, ma è pur toccato ad altre località, comprese molte della nostra regione. E i danni si calcolano in milioni di euro.
Ma temo che presto l’emergenza pioggia lascerà il posto ad altre vane emergenze, e si riprenderà a stendere cemento e asfalto sui campi che dovrebbero assorbire l’acqua mandata dal cielo.
Il Consiglio comunale di Torgiano ha già provveduto (mentre l’emergenza era in atto) a rendere di nuovo edificabili i terreni golenali, già resi in edificabili per prudenza. Ma ora, dice il Consiglio comunale (tutti d’accordo, destra e sinistra) i nuovi argini, appena costruiti, renderebbero sicuri quei terreni, e dunque il Comune permette di costruirvi case e strade. Fino alla prossima emergenza, e al pianto greco per i nuovi (inevitabili!) danni.
Capito ora a che (e a chi) servono gli argini?



Renzo Zuccherini

Inserito sabato 13 dicembre 2008


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