INSICUREZZA SOCIALE DIFFUSA
tentare la strada del coinvolgimento della società civile per cercare di ripristinare il cosiddetto controllo sociale
Sarà
perché il sindaco è letteralmente sceso in campo sull'argomento dopo che
Perugia è sembrata risvegliarsi dal torpore dell'indifferenza che l'ha
precipitata in questa condizione di insicurezza sociale. I sintomi più evidenti
sono i gravissimi fatti di cronaca nera e il triste primato nazionale, e oltre,
dei morti per overdose la cui interazione ha determinato l'attuale situazione.
Questo risveglio tardivo da un sogno di provincia tranquilla trova le sue
ragioni in una sottovalutazione dei due sintomi di cui sopra e nella
presunzione di controllo della vita sociale da parte della politica. Il
direttivo del circolo rivendica con forza il tentativo di dialogo intrapreso
proprio sull'argomento sicurezza con il sindaco poco dopo la sua elezione. Una
delegazione del direttivo chiese, e ottenne il 9 giugno 2010, un incontro
sull'argomento e il sindaco, apparentemente concorde con le nostre istanze, ci
promise l'invito ad un focus sul centro storico e in particolare sulla
sicurezza. Ancora aspettiamo la chiamata al focus. Non vogliamo dire che
abbiamo strumenti per risolvere o mitigare l'emergenza, ma che non avevamo
sottovalutato il problema, come avevano fatto i politici, e che chiedendo di
essere coinvolti chiedevamo al sindaco di condividere il problema e la sua
eventuale soluzione con la società civile che pensiamo di rappresentare, sia
pure in parte.
Ci sembrava infatti utile tentare la strada del coinvolgimento
della società civile per cercare di ripristinare il cosiddetto controllo
sociale che significa, tra l'altro, ripopolare l'acropoli di residenti,
ripensare la politica edilizia in particolare con le destinazioni d'uso dei
locali al piano terra nel centro storico in modo da creare la fruizione in
tutte la fasce orarie. Sono operazioni che vengono prima delle operazioni di
polizia utili sì, ma soltanto ad affrontare il sintomo, non a curare la
malattia. Una malattia gravissima che si chiama disgregazione sociale causata
anche dall'individualismo esasperato della competitività di cui ci siamo
nutriti, ci hanno nutriti, attraverso i media da molti anni a questa parte. La
politica dell'evento, poi, non è certo la migliore proposta soprattutto se tra
un evento e l'altro i cittadini perugini sono costretti a vivere in una città
di provincia afflitta da ingorghi e blocchi stradali come se fosse una
metropoli, condizioni pessime di manutenzione delle infrastrutture, specie
quelle stradali, qualità dell'aria conseguentemente scadente, insicurezza
sociale diffusa, contenitori edilizi che rimangono vuoti per anni ecc. ecc. Un
ravvedimento e anche un'ammissione di inadeguatezza della politica potrebbero
aprire una prospettiva utile a fare la giusta analisi dei fatti per arrivare ai
giusti provvedimenti.
Speriamo che l'attuale campagna mediatica sul tema non
sia solo un anticipo di campagna elettorale e che una volta guadagnata la
rielezione il tema venga di nuovo sottovalutato.
Anna Rita
Guarducci
Per Il
direttivo del Circolo Legambiente di Perugia
Legambiente Perugia
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