Primavera a San Martino in Campo
L’ultimo lembo di patrimonio paesaggistico locale nei prossimi decenni subirà lo sviluppo urbanistico e le nuove mega-cementificazioni
Ormai il processo sembra inarrestabile. Fra varianti al Piano Regolatore, voti in commissione e in consiglio comunale, disposizioni regionali, assenze provinciali sembra sia dato per certo un imperativo categorico trasversale: lo sviluppo urbanistico per i prossimi decenni del Comune di Perugia dovrà interessare l’area sud con al centro San Martino in Campo. L’ultimo lembo di patrimonio paesaggistico locale. Intanto si è diffuso ad arte un clima di attesa. Le nuove mega-cementificazioni fra abitative e commerciali dovrebbero portare nella suggestione collettiva un futuro di benessere e occupazione. Vedremo! Ma il tutto risulterà rispondente ai piani urbanistici e avrà un controllo democratico e trasparente, coinvolgendo tutta la cittadinanza? La situazione attuale lascia aperti molti dubbi. Infatti, se facciamo un giro per il paese, incontriamo palazzoni costruiti dove non dovrebbero, perché creano un forte impatto visivo in una pianura di alto pregio agricolo. Poi troviamo uno spazio completamente degradato. Un tempo ospitava un centro sportivo, nato dopo una certa forzatura al PRG. Ormai bene avviato con tanto di tensostruttura per l’inverno. Il posto oggiAggiungi un appuntamento per oggi ha cambiato proprietà che ha pensato bene di distruggere tutto, senza essere più interessata a ricostruire. Più avanti c’era il primo nucleo abitativo che sorgeva intorno alla chiesetta due - trecentesca della Madonnuccia Ciribifera oggiAggiungi un appuntamento per oggi impropriamente restaurata. Nel sito sorgeva ancora un’antica masseria, che è stata completamente rasa al suolo da un giorno all’altro. Secondo il primo cartello di apertura del cantiere le nuove costruzioni dovevano perlomeno rispettare la vecchia impronta, tanto che parlava di recupero. Adesso è stata cambiata la destinazione d’uso per la costruzione di un nuovo quartiere di alto pregio abitato completamente avulso dal territorio. E ancora la stazioncina Fcu dopo decenni di abbandono è stata recuperata e inaugurata il 20 febbraio 2010 con l’impegno di consegnarne la gestione alla comunità e all’associazionismo giovanile perché rivivesse e fosse protetta dal vandalismo. Da allora è rimasta nuovamente abbandonata a se stessa. Anche gli ultimi esempi di un passato ormai lontano sono stati riutilizzati discutibilmente, come la residenza storica settecentesca al centro del paese o l’ultimo sperone dell’antico Castrum ecc….Insomma che speranze abbiamo di uno sviluppo urbanistico almeno ben gestito, malgrado tutto, se, ad esempio, anche un palazzetto di caccia dei conti Donini sempre settecentesco non ha ottenuto quell’apposizione di un vincolo architettonico da parte della Sovraintendenza ai monumenti dell’Umbria, che non si è degnata nemmeno di rispondere ad una nostra richiesta?