Vanni Capoccia, sociologo ed esperto di problemi di disagio, appassionato cultore di storia e cultura cittadina, insiste nella sua battaglia per la cura della città, la valorizzazione dei monumenti e della cultura perugina.
“E’ sicuramente un paradosso il comportamento messo appunto per la ristrutturazione dell’Arco Etrusco.
Per una volta che c’è un industriale che si propone di ristrutturare una risorsa culturale, questo comportamento non viene supportato, anzi, nello stesso periodo viene aumentato il traffico automobilistico che transita nella zona.
È un modo di fare e disfare che certo non è virtuoso e che si espone a non poche critiche.
Del resto l’Università per stranieri e piazza Grimana vanno pensate come luoghi di eccellenza e come tali devono essere rivalutati.
È la stessa storia dei mercatini che vengono di continuo minimizzzati.
Nel momento in cui però si decide di fare una mostra, ad esempio sulla Salamandra, la famosa fabbrica di ceramiche che si è sviluppata in Umbria tra Deruta Perugia e Umbertide agli inizi del secolo scorso, o sul Risorgimento, si scopre come molti dei lavori utilizzati provengano proprio da quei famosi mercati cittadini che di consueto vengono snobbati .
Come vedi anche queste forme di esposizione devono essere apprezzate e stimate perché possono, se valorizzate, produrre cultura”.