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Il mercatino di Piazza Italia e Perugia bene (del) comune
Il mercatino di Piazza Italia e Perugia bene (del) comune
dobbiamo essere grati a quelli del mercatino perché grazie a loro si è aperta una riflessione che è andata oltre piazza Italia ed ha coinvolto, in un benefico effetto contagio, Piazza Matteotti, Piazza Grimana, il traffico cittadino
Prima di tutto vorrei dire grazie a Perugia civica, Oliviero Dottorini (a titolo personale) e Fabrizio Angelelli (a nome di Sel Perugia) che hanno detto la loro sul mercatino di Piazza Italia.
In silenzio, invece, sono rimasti Italia dei Valori, Rifondazione e Pd. Un silenzio che, a mio parere, dice che questi due partiti hanno due voci: una per le televisioni e giornali nazionali dove parlano di necessità di riduzione dell’inquinamento delle città, di aree verdi, di isole pedonali, di mobilità alternativa, qualità della vita eccetera; un’altra a Perugia dove boicottano il mercatino dell’antiquariato (classico esempio di ecologia del vivere) ed aumentano le ore di apertura al traffico automobilistico del Centro storico (classico cavallo di battaglia della destra e delle sue amministrazioni).
Credo che l’apertura al traffico del Centro di Perugia (di fatto solo Corso Vannucci, i vicoli adiacenti e una parte di Piazza IV Novembre sono ancora isola pedonale) sia funzionale alla logica della sinistra immobiliare e dei signori del cemento.
Loro hanno voluto una città sempre più larga che, pur essendosi per buona parte espansa in pianura, non è stata pensata, come sarebbe stato possibile fare, in altezza con gli edifici circondati da piste ciclabili, aree verdi, zone pedonali.
Perugia è una città spappolata a suon di varianti sul territorio, nella quale diventa difficile organizzare una mobilità pubblica decente e competitiva con quella privata; tanto è vero che il costosissimo Minimetrò sembra una cosa messa lì e non un opera di altissimo livello centrale nella mobilità cittadina. E credo che proprio da ciò nasca la scelta, di fatto antiminimetrò, dell’ulteriore apertura al traffico privato del Centro e di Piazza Italia.
Tornando al mercatino, non so come andrà a finire. Logica e buon senso suggeriscono di lasciarlo dov’è. Ma logica e buon senso abitano ancora a Palazzo dei Priori?
Al di là di questo, e comunque vada a finire, dobbiamo essere grati a quelli del mercatino perché grazie a loro si è aperta una riflessione che è andata oltre piazza Italia ed ha coinvolto, in un benefico effetto contagio, Piazza Matteotti, Piazza Grimana, il traffico cittadino.
A riprova che in ogni città, ogni zona agisce su quella che ha accanto e i problemi di una li risolvi avendo a cuore quelli di chi ti sta accanto. Che anche se si parla di una sola piazza bisogna aver presente tutta la città che quella piazza contiene perché ogni sua via ha segnato e segnerà la nostra storia. Che difendere ciò che sta attorno alla Fontana, all’Arco Etrusco o al Monumento al XX Giugno è importante tanto quanto il loro restauro.
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L’urbanistica non è neutra, è una formidabile agenzia educativa che plasma e condiziona gli abitanti delle città. È in base ai simboli, al paesaggio, ai quartieri ed alle case dove fanno vivere i cittadini che gli amministratori e gli urbanisti inculcano valori, modelli e stili di vita. E sarà in base all’interiorizzazione di questi che i futuri cittadini penseranno le città del futuro. Un effetto di reciproco contagio che potrà essere salutare o creare malessere.
Per ora le scelte urbanistiche delle ultime giunte perugine portano verso il malessere. Favoriscono indifferenze, solitudini ed egoismi con il risultato che la nostra città non è più quel sistema di legami e relazioni fecondo che Gramsci chiamava connessione sentimentale, un luogo dove si convive. Ma un posto dove semplicemente si abita o, peggio ancora, si staziona.
Italo Calvino, ne le Città invisibili, ha scritto che "Anche le città più infelici hanno un angolo felice". Dobbiamo augurarci che a Perugia ci siano angoli felici in grado di contaminare il resto. E se non ci sono, crearli, nella speranza che non si sia arrivati ad un punto di non ritorno: quello nel quale si pensa che è così che si vive. Che non ci sono stati altri modi di vivere né potranno esserci. Che è così che devono essere le città.
Nome: Paola Commento: A propsito dell'Arco Etrusco. Con la giunta che ci ritroviamo non mi meraviglierei se, una volta terminato il restauro, rifacessero passare auto e motorini sotto l'arco etrusco.
Nome: Vanni Capoccia Commento: In questi giorni, grazie alla generosa lungimiranza dell’industriale Cucinelli, stanno montando i ponteggi per dare il via al restauro dell’Arco Etrusco. Un Comune altrettanto lungimirante starebbe già pensando a come migliorare piazza Grimana che, dopo la Piazza della Fontana, grazie all’Arco Etrusco ed all’Università per stranieri è la seconda finestra sulla nostra città: rifare i marciapiedi allargandoli per consentire ai gruppi di turisti di poter ammirare l’arco, il muro etrusco e la facciata dell’Università; accordarsi con l’azienda dei pullman per farci transitare solo autobus di piccola e media grandezza; sistemare meglio la parte dove si svolge un mercatino e giocano a pallacanestro… Insomma immaginarsi piazza Grimana come un unico Bene (del) Comune nel quale ogni singolo elemento getti la propria luce sugli altri.
Invece, con l’apertura di altre due ore del traffico automobilistico e visto che poi le auto che vanno al Centro tutte per piazza Grimana transitano aumenterà il numero di veicoli che l’attraverseranno ed i loro gas di scarico si depositeranno sull’Arco restaurato. In poche parole: un imprenditore illuminato fa. Amministratori ciechi disfanno.
Nome: Gabriella Commento: Finalmente una considerazione che mette insieme periferia minimetrò e Centro storico e ci ricorda che Perugia deve essere una sola città
Nome: Pippo Commento: Ma se qui sono intervenute tante persone e nemmeno una non vuole che il mercatino si trasferisca? E se ne parli in giro, l'unica cosa che sanno dirti è un meravigliato : E perché?
Il problema è la gente o chi sta a Palazzo dei Priori? Per quanto riguarda Perugia è vero dobbiamo pensarla unica ma, più che altro, dobbiamo pensarla
Nome: antonella Commento: l'ampliamento della ztl, personalmente, mi lascia indifferente perchè se non ho parcheggio cosa ci vado a fare in centro con l'auto? può tornare utile per riprendere i figli adolescenti la sera o accompagnare qualche anziano a messa in duomo. comunque, tornando al discorso mercatino, questo deve restare assolutamente, è troppo importante. se ci tolgono anche quello cosa ci vado a fare in centro il sabato o la domenica? non ci sono cinema (vergogna!) e i negozi storici hanno lasciato il posto alle catene commerciali.
Nome: Vanni Capoccia Commento: Se noi parliamo del mercatino e di Perugia è anche perché Vivi il Borgo è stata una delle promotrici della raccolta firme e della successiva conferenza stampa che ha dato il via al resto. Quindi non è un’associazione che pensa solo a Corso Garibaldi.
Per quanto riguarda il traffico è illusorio pensare che qualche oretta in meno di apertura salvaguardi da problemi i residenti di Corso Garibaldi. Così come è illusorio che i commercianti del centro pensino di vendere qualche prodotto in più con più automobili che passano per piazza IV Novembre.
Le cose che si trovano al Centro oramai le persone le trovano anche a Ponte San Giovanni, all’Ipercoop o al Gherlinda, così come là ci sono bar belli e funzionali. E non è che vadano in quei posti perché ci arrivano con l’automobile, ci vanno perché per sempre più perugini il Centro sono ormai quei posti. Perché i loro occhi sono abituati a quelle bellezze (diciamo così) e a quel concetto di tempo libero.
Quindi il problema è l’idea di città che si ha. Di tutta la città. (Raffaele Rossi parlava di psicologia di una città) E di come si pensa che ci si debba muovere in questa città sia nella periferia sia a Perugia. Sia dalla periferia a Perugia e viceversa. Una volta un’idea di Perugia gli amministrstori l’avevano e furono scale mobili e parcheggi. Ora no ed il risultato è sotto i nostri occhi.
Nome: Sandro Commento: aumentare l'apertura del Centro vuol dire più auto che poi vanno tutte giù per via Bartolo sommandosi a Piazza Grimana a quelle di via Pinturicchio e viale sant'Antonio. E' ovvio che se Corso Garibaldi fa da tappo, come auspica Vivi il Borgo, questo rallenta il flusso ed aumenta l'inquinamento di ogni tipo in queste tre vie (sbuffi dei motori, strombazzamenti, liti..). Aumenta anche i pericoli in via Bartolo dove nella parte ripida la sosta non è consigliabile. Quindi se si vuole meno traffico in corso Garibaldi questo va fermato prima: in via indipendenza. Ed allora torniamo al discorso dell'articolo che Perugia va vista nella sua globalità perché Perugia è, come dice l'articolo un Bene Comune
Nome: Vincenzo Commento: L'avete letto il comunicato di Vivi il Borgo?: "la proposta dell’Amministrazione avrebbe infatti gravemente danneggiato la qualità della vita del borgo. L’ingresso libero a partire dalle 13.00 significherebbe un voluminoso aumento del traffico ai danni di corso Garibaldi che, inevitabilmente, diventerebbe la principale via di fuga verso la zona nord della città; ed anche l’estensione dell’accesso fino alle 24.00 comporterebbe un aumento di un traffico di tipo speciale, non tanto, o non solo, legato alle autovetture quanto allo spaccio che, soprattutto nella parte bassa del corso, funesta da tempo questo bellissimo quartiere perugino."
Dalle altre parti invece va bene? E Basta con i campalinismi di quartiere.
Nome: Nicola Commento: Oggi ho letto una cosa che è l'antitesi di quello, se ho capito giusto, dice l'articolo. Vivi il Borgo di Corso Garibaldi protesta perché il comune non ha accettato una loro proposta sul traffico. Volevano un trattamento speciale come Via del Roscetto che poi vuol dire: meno auto in Corso Garibaldi, più auto nelle vie adiacenti. E bonanotte al secchio!
Nome: Nicola Commento: e' vero Perugia è una e quando pensiamo a qualche cosa per un suo "angolo" dobbiamo pensare all'effetto che avrà sugli altri "angoli".
Nome: Paola Commento: Che dobbiamo essere grati al mercatino è vero. Possiamo farlo difendendolo e frequentandolo. Sono d'accordissimo sul fatto che Perugia va vista come un unicum e difesa (e amata) tutta. L'errore principale di chi si occupa del centro storico e di pensarlo avulso dal resto.