22/12/2024
direttore Renzo Zuccherini

Home >> L’emergenza del centro storico

L’emergenza del centro storico
Cosa non sta cambiando. A colloquio con Renzo Massarelli

La polemica sul centro storico scotta e si raffredda a fasi alterne. È come un fiume carsico, ogni tanto riappare e si sente la necessità di parlarne con responsabilità, o meglio se ne parla solo quando non se ne può fare a meno a causa dei fatti di cronaca, che da locali sono diventati un caso nazionale.
Cinque ordinanze di inagibilità in meno di quattro mesi. Diciassette fra case e casolari abbandonati, diventati alloggi abusivi per spacciatori e clandestini. Locali affittati in condizioni fatiscenti. In una traversa di corso Garibaldi è stato trovato qualche giorno fa un accampamento abusivo, in cui il proprietario è un noto avvocato; in via Baldo un altro immobile, di proprietà di una società, è stato chiuso per inagibilità.
In questo processo non sono del tutto prive di responsabilità le istituzioni comunali e l’attuale sindaco che hanno affiancato, al progressivo abbandono da parte dei cittadini, una politica urbanistica che ha consentito di rendere abitabili anche i sottoscala.
In conseguenza di ciò, i proprietari di immobili, hanno sempre di più abbassato la qualità dei locali lasciando che l’acropoli passasse da centro nevralgico e raffinato a sobborgo di periferia.
Preso atto di ciò: cosa sta succedendo adesso?
I residenti continuano ad andarsene – ci dice Renzo Massarelli, giornalista, già redattore di Paese Sera, poi direttore dell’Ufficio stampa del Consiglio regionale, animatore, in questi anni, della Associazione “La Città di tutti” – e anziché tentare di risolvere i problemi già esistenti si accentuano e se ne rafforzano di nuovi.
Lo svuotamento del centro storico è una difficoltà evidente ormai da tanti anni, di cui si è più volte parlato, ma per il quale non sono state attuate iniziative efficaci.
Una conseguenza della sua riduzione a ghetto è la piaga che riguarda l’abuso di alcool tra i giovani e lo spaccio di droga: meccanismi che a livello locale sono diventati ingestibili e costituiscono un’emergenza che non può più essere aggirata.
Il problema è sociale e riguarda il futuro dei giovani. Essi sono una categoria che va tutelata e invece viene di continuo sfruttata.
In centro ci sono interi quartieri disabitati, si pensi a Porta Pesa, Porta Sant’Angelo o Corso Garibaldi: saranno rimasti una quarantina i residenti.
Viene sempre meno il senso di appartenenza e sempre con maggiore frequenza si assiste ad atteggiamenti di Perugini che non si sentono più a casa propria.
Non ci sono forme di aggregazione, ognuno segue il proprio interesse.
Cosa si sta facendo? Qualche controllo in più, qualche poliziotto in più, l’arresto di qualche spacciatore che mostra soltanto la punta di un iceberg fatto di circuiti e reti di criminalità organizzata i quali si muovono e agiscono all’interno della città.
Il centro storico di Perugia è così importante che meriterebbe qualcosa di meglio del solito alibi economico che impedisce interventi concreti ed efficaci.




Maria Luisa De Filippo

Inserito mercoledì 25 aprile 2012


Commenta l'articolo "L’emergenza del centro storico"

Commenti

Nome: Vanni Capoccia
Commento: A PROPOSITO DEL CENTRO STORICO BENE (del) COMUNE In questi giorni, grazie alla generosa lungimiranza dell’industriale Cucinelli, stanno montando i ponteggi per dare il via al restauro dell’Arco Etrusco. Un Comune altrettanto lungimirante starebbe già pensando a come migliorare piazza Grimana che, grazie all’Arco Etrusco ed all’Università per stranieri, è, dopo la Piazza di Fonte, la seconda finestra sulla nostra città: rifare i marciapiedi allargandoli per consentire ai gruppi di turisti di poter ammirare l’arco, il muro etrusco e la facciata dell’Università; accordarsi con l’azienda dei pullman per farci transitare solo autobus di piccola e media grandezza; sistemare meglio la parte dove si svolge il mercatino e giocano a pallacanestro… Insomma immaginarsi piazza Grimana come un unico Bene (del) Comune nel quale ogni singolo elemento getti la propria luce sugli altri. Invece hanno pensato di aprire per altre due ore il Centro al traffico automobilistico. Così, visto che poi le auto che vanno al Centro tutte per piazza Grimana transitano, il risultato sarà che aumenterà il già grandissimo numero di veicoli che l’attraversano ed i loro gas di scarico si depositeranno sull’Arco appena restaurato. In poche parole: un imprenditore illuminato fa. Amministratori ciechi disfanno. E la soprintendenza… ? Pensa a farsi bella con le mostre, così fa bella figura e non rompe l’anima a nessuno.

Nome: Andrea
Commento: L'inversione di marcia sul centro storico la promisero l'assessore Panettoni quando disse che terminato il gruppo di parcheggi intorno all'Acropoli avrebbero chiuso più centro storico al traffico. Lo fecero? non mi pare. Poi con le scale mobili di Piazza Paritigiani e Pompeo Pellini stessa promessa non mantenuta. Infine lo promisero in pompa magna all'inaugurazione del Minimetrò. Stesse false promesse. Il risultato è che Perugia è una delle poche città storiche di alto vaolre che fa transitare le auto nella sua Piazza principale.

Nome: Roberto Pellegrino - movimento Perugia Civica
Commento: Rispondo a Stefano: sul "che fare" ci sono molte possibilità, basta anche solo osservare le scelte di città che hanno affrontato e risolto simili problemi adottando una convinta "inversione di marcia" su scelte urbanistiche sorpassate e risultate dannose. Leggi a questo proposito ciò che riporta wikipedia sulla città di Nottingham (paragrafo ambiente). In altre parole non siamo senza speranza, avremmo solo bisogno di amministratori e politici più motivati e sopratutto più capaci.

Nome: stefano
Commento: Purtroppo il degrado è davvero totale, e non vedo come oramai si possa tornare indietro; qualche palliativo non cambia radicalmente la situazione, l'acropoli e l'area intorno a Fontivegge(zone simbolo per chi viene da fuori) mi sembrano compromesse. Effettivamente la colpa è un po' di tutti: in primis il Comune, ma anche i cittadini indolenti o peggio, che pur di fare soldi affittano a chiunque.. Aggiungiamo che la conformazione della città non aiuta, i centri storici di cui parlavate come Lucca o Torino sono più facilmente raggiungibili, Siena assomiglia un pò a Perugia ma non ha avuto la stessa espansione smisurata a valle e poi ha la metà degli abitanti del capoluogo umbro, una buona parte dei quali vive in centro. Di sicuro Perugia non è più quel luogo in cui era bello vivere fino a 15-20 anni fa, forse è l'Italia tutta che è cambiata in peggio, non so...

Nome: Antonia
Commento: Ma che linguaggio: spacciatori e clandestini! questo modo di fare di tutti gli stranieri dei delinquenti è proprio della peggior destra; la responsabilità dei problemi di Perugia e del suo centro è di chi ha fatto politiche sbagliate, non dei "clandestini". E poi dove sono i casolari abbandonati nel centro di Perugia? questo modo di parlare non mi sembra neanche della Tramontana!

Nome: Rosa
Commento: Marcello ha fatto tre buoni esempi: Siena che ha il centro storico da decenni, Lucca che ha lasciato uno spazio verde attorno alle mura rinascimentali e Torino che, forse, è la città italiana meglio amministrata negli ultimi anni. Siena è una città "rossa", Torino ha ed ha avuto spesso giunte di centrosinistra o sinistra. Lucca, un po’ ed un po’, ma risente della buona amministrazione Toscana. E Perugia che, come quelle città, era un modello del buon governo di sinistra con le giunte Locchi e poi quella Boccali ha deciso che il modello non era più se stessa, ma quello lombardo della Lega e di Formigoni: centri commerciali a go go; ipermercati, edilizia sfrenata, capannoni, varianti su varianti al piano regolatore, centro della città praticamente sempre aperto al traffico tranne qualche oretta la mattina. In parole povere dicono di essere di centrosinistra, ma pensano ed agiscono come quelli di destra.

Nome: marcello
Commento: Leggendo questi ultimi interventi sul centro storico, se ne potrebbe anche ricavare l’impressione che il suo degrado sia cosa di questi ultimi tempi e - come solito – tutto colpa dei soliti immigrati… La legge del “capro espiatorio” è una costante della nostra cattiva coscienza. Ma andiamo indietro di qualche bella manciata di anni. Quando è iniziato l’abbandono del centro storico da parte dei residenti “storici”? Trenta, quaranta anni fa? Quando è cominciato l’utilizzo di sottoscale, fondi, garage per affittarli a caro prezzo soprattutto a studenti? E non c’era anche allora lo spaccio sui gradini del duomo? Quando mai è stata avviata una politica di prevenzione e intervento sul degrado generale (vedi strade e marciapiedi) e sui dettagli che rendono civile e ordinata una città; quando mai si è intervenuto sul traffico al fine di dare del centro una immagine di quiete, di aria pulita, di accogliente vivibilità? Avete notato che il Palazzo dei Priori si sta già scurendo? E la Fontana Maggiore è sempre al centro di un ininterrotto viavai di motori? E leggo che per rivitalizzare il centro storico si vorrebbe cancellare il mercato dell’antiquariato e allungare di due ore il libero accesso alle macchine (Suv compresi che ai parcheggi utilizzano due posti e ne pagano uno). Forse vedo un po’ più nero di quanto la realtà sia perché sono appena tornato da un giro che mi ha portato a Torino, Lucca, Siena, ove si può camminare a lungo (non le sole vasche per il corso) senza traffico e senza evidenti aspetti di degrado o abbandono. Come sono lontani quei tempi in cui Perugia era ogni anno in gara per il primo posto nella classifica della vivibilità delle città italiane…

Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
Sei la visitatrice / il visitatore n: 7421351