16/07/2024
direttore Renzo Zuccherini

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Un popolo di tartufi
(ovvero la spinta al conformismo delle nuove norme sul lavoro)

E’ indubbio che la nuova normativa sul lavoro che si sta approntando introduce dei miglioramenti e delle aperture. Però non ci siamo. Le modifiche previste per l’art. 18 dello statuto dei lavoratori peggiorano gravemente la situazione del lavoro, nel momento in cui prevedono i licenziamenti individuali per ragioni economiche; cioè , solo se il giudice dimostra che non esiste un giustificato motivo economico per licenziare uno o più lavoratori, interviene l’indennizzo al posto del reintegro.
In tale ipotesi (licenziamento per cause economiche senza giustificato motivo) il datore di lavoro ha commesso un abuso, poiché lo scopo del licenziamento era un altro e diverso da quello addotto; e tuttavia il datore di lavoro se la cava con un esborso ma ottiene il suo scopo; cioè, in sostanza la nuova normativa sancisce e legalizza un abuso. Io datore di lavoro ti licenzio, adducendo motivi economici, fondati o meno; se mi vale tu dipendente, solo dopo avermi fatto causa ed ottenuta una sentenza favorevole, avrai un po’ di soldi di indennizzo.
Non so se, come paventano alcuni, ci saranno licenziamenti in massa; siamo in Italia, il Paese dei furbi, ed è verosimile che si farà ricorso a licenziamenti per motivi economici dubbi o inconsistenti o inesistenti; certo è che il lavoratore licenziato, per far valere le sue ragioni, deve adire il tribunale del lavoro, sostenere spese e solo se vince la causa avrà un minimo di ristoro; se la perde alla beffa aggiungerà il danno (licenziato e con le spese legali da pagare); siamo sempre in Italia, dove ci sono circa 9 milioni di cause civili pendenti e dove i tempi della giustizia sono biblici. In tali condizioni solo una testarda minoranza ricorrerà al tribunale.
La maggioranza non lo farà; ma, per evitare di trovarsi in quella spiacevole situazione, subirà e si adeguerà ad un comportamento che non desti sospetto, che non lo metta sotto la lente di ingrandimento. Insomma il provvedimento tenderà a far scomparire dipendenti sindacalizzati che si battono per la tutela dei diritti dei lavoratori. Il messaggio è chiaro: fatevi i fatti vostri, non vi impicciate, state allineati e coperti, abbozzate, subìte, diventate dei perfetti tartufi, se no vi succede come quei  tre operai  della Fiat che, nonostante una doppia sentenza del tribunale, non sono stati riammessi in fabbrica, solo perché attivisti di un sindacato sgradito, come dimostra la sentenza d’appello. E’ questo che si vuole? Un popolo bue?  E’ questo il lavoro su cui si fonda la nostra Costituzione?



Francesco Berrettini

Inserito lunedì 26 marzo 2012


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