16/07/2024
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L’urlo della scuola: per una primavera dell’istruzione pubblica
23 marzo: una giornata per richiamare l’attenzione sullo stato di estremo abbandono, disattenzione e impoverimento in cui versa l’istruzione pubblica

(dal sito Cronache laiche)  Il 23 marzo 2012, in ogni scuola, università, luogo della conoscenza genitori e insegnanti, studenti e ricercatori di tutta Italia daranno vita, in modo creativo e libero, a una serie di iniziative di sensibilizzazione sul tema della scuola e dell’università pubbliche. Questa giornata nasce con il preciso intento di mandare un messaggio a chi ci governa per ricordare – visto che purtroppo ce n’è bisogno – l’importanza dell’istruzione pubblica soprattutto in questo periodo così buio per l’economia nazionale e globale.

La giornata – si legge sull’appello online – è stata organizzata «per richiamare l’attenzione sullo stato di estremo abbandono, disattenzione e impoverimento in cui versa l’istruzione pubblica: la scuola dell’obbligo costretta a finanziarsi attraverso le famiglie in una sorta di privatizzazione strisciante incostituzionale, il personale insegnante e amministrativo ridotto all’osso, un’offerta formativa e un tempo scuola ogni anno più modesti. Le università arrugginite e incrostate da baronie inamovibili, numeri chiusi e quiz, selezione casuale e senza merito e una cultura aziendalista che tende ad uccidere nella culla la libertà di ricercare e sperimentare».

Quando si parla di sviluppo economico non si può trascurare il ruolo cruciale svolto dall’istruzione. Scuola e università pubbliche ed equamente accessibili per tutti sono elementi fondativi indispensabili a qualunque Stato che ambisca davvero – non solo a parole – a realizzare giustizia e libertà sociale. L’istruzione pubblica è un bene comune che deve essere salvaguardato e rilanciato, sostenuto e incentivato, rinnovato e sviluppato quando invece da troppo tempo le nostre istituzioni ne mettono a repentaglio il senso e la possibilità piena di esprimere il proprio ruolo nella costruzione e miglioramento della società.

Una delle fonti di maggiore ambiguità, nel nostro Paese, è rappresentata dalla commistione e l’ingerenza della Curia anche e soprattutto nella gestione della scuola. Una tra le ultime e più gravi, la questione dei finanziamenti alle scuole paritarie (al 90% cattoliche), che nei fatti sottrae finanziamenti vitali alla scuola pubblica. Un po’ come un Robin Hood alla rovescia nel nostro paese “si toglie ai poveri per dare ai ricchi” danneggiando mortalmente la scuola pubblica, umiliando il personale che vi lavora negandogli le condizioni di dignità minime a esercitare una professione tanto fondamentale quanto faticosa.

Per quanto riguarda poi l’università, la Riforma Gelmini ha, nei fatti, contribuito a paralizzare l’accesso di nuovi ricercatori, precarizzando indefinitamente l’accesso a posizioni stabili, pressoché azzerato i finanziamenti e ridotto all’osso i nuovi concorsi. L’università pubblica sopravvive appoggiandosi sempre più intensamente al lavoro di migliaia di precari, dottorandi, dottori di ricerca, assegnisti e ricercatori a tempo determinato, la maggior parte dei quali non ha speranza di essere integrato nemmeno in tempi lunghi.

Un Paese che cessi di investire sulla scuola pubblica e laica, diritto di tutti, bene comune, è un Paese che non ha alcuna speranza di sviluppo e dunque, alcuna speranza di uscire dalla crisi. Anche per questo il 23 marzo ognuno di noi trovi il modo di urlare il suo sdegno perché non è davvero più tempo di chiedere sommessamente.

Leggi l’appello e aderisci

(rip(dal sito Cronache laiche)irginia Romano


Virginia Romano

Inserito venerdì 23 marzo 2012


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Nome: mari
Commento: La cultura si mangia, i mattoni no. I mattoni mangiano noi

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